Le impatiens, origine e distribuzione

impatiens balfourii

Le impatiens, note anche con il nome di pianta di vetro, costituiscono un genere che comprende all’incirca 700 specie diffuse allo stato selvatico soprattutto nelle regioni tropicali e sub-tropicali di Asia e Africa. L’unica specie di Impatiens diffusa allo stato spontaneo nel nostro paese è la Impatiens noli-me-tangere che è possibile rinvenire nelle boscaglie, lungo i corsi d’acqua; a questa si sono aggiunte, a causa dell’inselvatichimento di alcune specie importate dai paesi tropicali, le specie I. balsamina, I. glandulifera, I. balfourii e I. parvifolia. Tutte le varietà selvatiche di impatiens sono piante piuttosto alte (raggiungono anche il metro e mezzo di altezza), dotate di fusti spessi al contrario di quanto è possibile vedere nelle specie coltivate.

Il genere, deve il proprio nome scientifico alla curiosa caratteristica dei frutti, piccole capsule allungate che una volta giunte a maturazione esplodono letteralmente al minimo tocco spargendo tutto intorno i semi in essi contenuti, quasi che la pianta fosse “impaziente” di auto-riprodursi; si tratta di un fenomeno piuttosto raro che permette alla pianta di moltiplicarsi senza che alcun agente esterno intervenga portando i semi lontani. Il nome comune invece, fiore di vetro o pianta di vetro, si riferisce all’aspetto dei fusti che con le loro sfumature ricordano degli oggetti di vetro colorato.

Catambra, la pianta anti zanzare

catambra

In questo periodo le zanzare iniziano a farsi sentire e a tal proposito qualche tempo fa vi avevamo parlato delle piante anti zanzare; oggi ritorniamo sull’argomento con la Catambra, ovvero la pianta anti zanzare che, secondo chi l’ha provata, è in grado di allontanare veramente i tanti odiati insetti. 

La Catambra è una pianta ottenuta attraverso vari innesti dal vivaio bresciano Ambrogio Vivai, e brevettata nel 2006 dallo stesso; questa pianta possiede una sostanza repellente per le zanzare, il catalpolo, in misura quattro volte superiore rispetto alle altre piante, e quindi risulta molto più efficace contro questi insetti. Il catalpolo tiene lontane le zanzare grazie al suo odore, che però non avvertibile dalle narici umane.

Palme, gli habitat

palme da cocco

Le palme appartengono al gruppo delle Monocotiledoni, delle piante cioè che hanno un portamento molto simile a quello degli alberi ma se ne distinguono per le caratteristiche del tronco. Proprio l’aspetto slanciato del tronco, insieme alle classiche foglie riunite a formare un’ampia corona terminale, conferisce loro un inestimabile valore ornamentale e le rendono molto amate da appassionati di giardinaggio e non.

Come forse già sapete la gran parte delle palme proviene dalle zone tropicali e sub-tropicali del pianeta mentre è piuttosto raro trovarle in zone dal clima freddo o, al contrario estremamente arido. Inoltre a fronte di un numero modesto di generi, le palme contano invece un grandissimo numero di specie, circa duemila delle quali vivono nelle foreste pluviali.

Come scegliere l’innaffiatoio

scegliere annaffiatoio

Chi possiede molte piante in vaso non ci avrà messo molto a rendersi conto che innaffiare con la bottiglia, il bicchiere o la brocca non sempre è comodo; questo soprattutto quando la chioma della pianta è molto fitta, nel qual caso è più facile bagnare le foglie che il substrato, per non parlare poi del rischio di bagnare per terra, che va assolutamente evitato se teniamo le piante in appartamento.

Per questi motivi il metodo migliore per innaffiare le piante è senza dubbio usare un innaffiatoio dal becco lungo. Al momento dell’acquisto però dovremo valutare quali sono le nostre esigenze per essere certi di comprare quello che fa al caso nostro: la capienza dell’innaffiatoio dovrà quindi essere adeguata alla quantità di piante che possediamo, alle loro necessità idriche ma anche alla nostra forza. Per le piante da appartamento come ficus o filodendri, ad esempio, dovremo scegliere un modello che possa contenere almento due litri di acqua e per le piante di piccole dimensioni il becco dell’innaffiatoio dovrà essere piuttosto lungo e sottile.

Quando è il momento di sostituire le piante in giardino?

quando sostituire piante

Nonostante io sia una persona che si affeziona alle proprie piante (ho un geranio vecchio quindici anni al quale ho persino dato un nome) e faccia sempre di tutto per assicurare loro una lunga vita, anche a quelle che è tradizione gettare dopo la fioritura, come le primulette, in questi giorni ho dovuto arrendermi, per la prima volta, davanti all’evidenza che prima o poi arriva il momento di sostituire le piante più vecchie e lasciare spazio a esemplari più giovani e belli abbandonando ogni tentativo di salvataggio.

Infatti ormai da molti mesi mi occupo, senza alcun risultatto, della cura delle mie begonie che appaiono sin dallo scorso inverno come rachitiche: una fioritura scarsissima, foglioline microscopiche e bruciacchiate, portamento sin troppo compatto. Ogni mio tentativo, potatura, concimazione, sostituzione del terriccio prima, rinvaso poi, si è rivelato del tutto inutile al punto che qualche giorno fa mentre le annaffiavo pensavo con grandissimo rammarico che non valgono più neppure l’acqua che consumo per tenerle in vita.

L’orologio di Flora

orologio di flora

Avete mai sentito parlare dell’orologio di Flora? Forse oggi a molti di noi sembrerà un’ovvietà, ma fu il grande naturalista del XVII secolo Carlo Linneo a ufficializzare (difficile crede che nessun altro prima se ne fosse accorto) la scoperta che i fiori delle diverse specie di piante non sbocciano tutti alla stessa ora del giorno.

Questa osservazione, avvenuta durante i suoi studi, che condussero alla monumentale classificazione di tutte le specie animali e vegetali secondo la nomenclatura binomiale, lo portò ad identificare 24 piante i cui fiori sbocciano nelle 24 ore del giorno e a mettere a punto uno sorta di orologio in cui il tempo è scandito da queste specie vegetali: l’orologio di Flora appunto, nel cui “quadrante” ad ogni ora del giorno e della notte corrisponde una specie vegetale i cui fiori si schiudono proprio a quell’ora.

Alberi e arbusti: ecco la differenza

alberi e arbusti

La distinzione tra alberi e arbusti non è sempre facile da fare e tra le due categorie c’è spesso un po’ di confusione; la cosa certa è che sono fondamentali per l’allestimento di un giardino, sia quando sono usati come bordura, per lo sfondo o addirittura coltivati in vaso.

In via di principio, almeno per fare una prima descrizione, si può dire che gli alberi possiedono un unico tronco, mentre gli arbusti si ramificano alla base; inoltre, gli alberi sono più grandi degli arbusti. Come per ogni tipo di pianta, anche nella scelta di alberi e arbusti bisogna tenere conto della loro zona di appartenenza climatica, in modo da non fargli incontrare difficoltà di adattamento.

Molti alberi e arbusti non amano essere coltivati in vaso, in quanto tendono ad espandersi molto, tuttavia ci sono alcune specie che riescono a vivere anche in un contenitore purché sia di grandi dimensioni, e a patto che il rapporto tra parte radicale e parte aerea, cioè la chioma, sia bilanciato e  controllato da frequenti potature.

Le piante più strane del mondo

Amorphophallus

Nei nostri giardini siamo abituati a vedere le piante comuni, come margherite, tulipani e gerani, e magari consideriamo strane, piante un po’ inusuali come quelle acquatiche o quelle carnivore; in realtà in natura esistono piante e fiori veramente particolari e strane, dalle forme bizzarre e dai colori più improbabili; vediamo insieme quali sono le otto piante più strane del mondo.

La Rafflesia arnoldii è la pianta che sviluppa il fiore più grande del mondo, che può raggiungere anche i tre metri e mezzo di larghezza; è di colore rosso con delle macchie bianche, emana un cattivo odore e nel centro ha un foro che può contenere dai 6 ai 7 litri di acqua; un’altra particolarità della Rafflesia è che non possiede né stelo, né foglie, né radici in quanto è una pianta parassita.

Hydnora africana è caratterizzata da un fiore color carne dalla forma molto particolare e di cattivo odore che si attacca alle radici delle piante arbustive dei deserti aridi del Sud Africa.

La citronella

citronella

Citronella (Cymbopogon nardus)

Fioritura: marzo-ottobre

Impianto: autunno

Tipo di pianta: erbacea perenne sempreverde

Altezza max: 70-100 cm

Come abbiamo visto appena qualche giorno fa, la citronella viene annoverata, insieme al geranio pelargonium e alla lavanda, fra le piante che allontanano le zanzare. Per ottenere questo effetto però dovrete piantarne un bel po’ di esemplari molto vicini tra loro e proprio nei pressi della parte più frequentata del giardino o del terrazzo.

La citronella è una pianta erbacea originaria dell’Asia meridionale. Ha portamento cespuglioso e presenta foglie nastriformi ricadenti di colore verde brillante, portate da fusti sottili ed eretti. Sia le foglie che i fusti emanano un aroma intenso ma gradevole che diviene molto più forte se vengono stropicciati.

Le piante che allontanano le zanzare

piante anti zanzare

Con l’estate alle porte (almeno si spera, dato il venticello gelido che sento entrare dalla finestra aperta), comincia per tutti noi l’eterna lotta contro le zanzare. In questi ultimi anni poi si è assistito al diffondersi di un particolare tipo di zanzara, la cosiddetta zanzara tigre caratterizzata da una singolare aggressività e, soprattutto, dalla sgradevolissima propensione a starsene in giro a tutte le ore del giorno e della notte rimanendo per di più in circolazione fino a settembre inoltrato, con il risultato che le contromisure messe in atto da chi possiede un giardino, una terrazza o un balcone (ma non solo!) si sono molto inasprite rispetto al passato.

C’è chi, però, non se la sente di ricorrere a rimedi cruenti come l’impiego massiccio di insetticidi anti-zanzare o alla collocazione di quelle terribili lampade friggitrici di insetti che finiscono invariabilmente per mietere vittime fra le innocenti falene, e va alla ricerca di rimedi “naturali” per poter prendere un po’ di fresco in santa pace almeno alla sera.

Come prolungare la freschezza dei fiori recisi

fiori recisi

Ricevere in dono un bel mazzo di fiori fa sempre piacere, peccato, però, che dopo qualche giorno perda inevitabilmente la sua bellezza; i tentativi per prolungare la freschezza dei fiori recisi sono da sempre stati numerosi, ma spesso poco fruttuosi: del resto, recidere un fiore significa dividerlo dall’organismo che lo nutre.

Esistono alcuni piccoli accorgimenti per ritardare il deperimento dei fiori recisi, di certo non si possono ottenere miracoli ma un piccolo miglioramento nella salute e nell’aspetto dei fiori sì, quindi vediamo quali sono.

Giardinaggio e ortomania: è boom in Italia e nel mondo

orto sul terrazzo

Le stime della Coldiretti parlano chiaro: quattro italiani su dieci con l’arrivo della primavera hanno iniziati a dedicarsi al giardinaggio, sia negli orti che nei terrazzi. Il fenomeno della coltivazione fai da te è in netto aumento: ben il 37% degli italiani dedica il proprio tempo libero alla cura dell’orto e al giardinaggio.

Secondo i dati della Coldiretti, il giardinaggio è un hobby che coinvolge in egual numero sia uomini che donne e che piace anche ai giovani: basti pensare che più di uno su quattro degli intervistati ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, anche se l’interesse massimo viene dimostrato dagli over 65.

Il vero nuovo trend è che il giardinaggio o la coltivazione dell’orto non è più praticato solo da chi dispone di un ampio spazio in campagna, ma anche da chi possiede un semplicemente un terrazzo; infatti nei vivai sono disponibili moltissime piante adatte alla creazione di un orto e perfette per essere coltivate in vaso, come certe specie di peperoncini piccanti o legumi di piccole dimensioni. Sempre secondo la Coldiretti le piante più coltivate sono le insalate perché sono molto semplici da curare, i semi costano poco e garantiscono un primo raccolto dopo solo 40 giorni, seguono i pomodori e le cipolle.

Mirtillo rosso

mirtillo rosso

Questo delizioso frutto tipico del sottobosco, annoverato più volte tra i frutti della passione, in quanto rosso, è molto utilizzato in cucina, per preparare composte, marmellate, per accompagnare panne cotte o per guarnire dolci di ogni specie e per accompagnare carni; ma, le sue molteplici virtù benefiche, lo vedono ben inserito anche in medicina, dove è utilizzato per la cura delle infezioni delle vie urinarie, nella prevenziene dell’osteoporosi, e, visto l’alto contenuto di antiossidanti che lo caratterizza, nella prevenzione delle patologie cardiovascolari e dei tumori, e addirittura come aiuto nel ritardare il processo di invecchiamento.

Il mirtillo rosso americano, o “cranberry”, appartiene alla famiglia delle Ericaceae e proviene dai boschi del Nord America orientale.

Da qualche tempo le piantine sono disponibili anche in Italia: si tratta di piccoli arbusti sempreverdi coprisuolo che raggiungono l’altezza di 20 cm e il diametro di 1 metro.

Data la loro origine, resistono benissimo al freddo e al gelo e crescono in terreno acido, umido e soffice.