Composizione floreale per l’autunno

“Perché amiamo la donna che è nostra moglie? La sua bocca respira l’aria di un mondo che conosco; per questo amo quella bocca. Le sue orecchie odono la musica che io potrei cantare per tutta la notte; per questo amo le sue orecchie. I suoi occhi si rallegrano delle stagioni della terra: e così io amo quegli occhi. La sua lingua conosce la pesca, il ribes, la menta, il limone:io amo sentirla parlare. Perché la sua carne conosce il caldo, il freddo, l’afflizione, io conosco il fuoco, la neve e il dolore.Esperienze condivise, sempre. Milioni di tessuti che formicolano. Escludi due sensi: e la vita si dimezza, immediatamente. Noi amiamo ciò che conosciamo, amiamo ciò che siamo. Una causa comune, la causa comune della bocca, dell’occhio, dell’orecchio, della lingua, della carne, del cuore, dell’anima.”

R. Bradbury, Il popolo dell’autunno

Composizione floreale per l’addio all’estate

“Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.”

E.Montale, Ossi di Seppia

Cosa porteremo con noi di questa estate che sta finendo? Iniziata tardi e passata, come tutte le estati, troppo in fretta, ha lasciato un gusto amaro, come quando viaggiando in macchina alla radio, cambiando stazione, trovi la tua canzone preferita ma non riesci a finire di ascoltarla perchè inesorabile arriva una galleria. Nella prima giornata uggiosa che il cielo ci regala, rispondo con un girasole, che è come avere un pezzettino di sole anche se il sole non c’è. Come guardare la fotografia di qualcuno che è partito.

Composizione con rami di mitzumata, ortensie blu e rose

“Ma due o tre volte, quella notte, ci fu anche il vero silenzio, il solenne silenzio degli antichi boschi, non comparabile con nessun altro al mondo e che pochissimi uomini hanno udito.”

Il segreto del bosco vecchio” Dino Buzzati

I rami di Mitsumata sono un elemento compositivo elegante e versatile. L’arbusto da cui sono ricavati si chiama Edgeworthia Mitsumata o Paper bush: decorativo anche posizionato in un giardino, anche se qui da noi è ancora poco diffuso, è originario della Cina e del Giappone ed è stato utilizzato sin dal 17 ° secolo per la produzione di alcune delle più alte qualità di carta “Washi.”

Centrotavola: tre piccole idee

 

“Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d’altre terre”

Italo Calvino, da Marcovaldo.

La gerbera, il cui nome deriva da dal cognome del naturalista tedesco Traugott Gerber, amico del più conosciuto Carlo Linneo, appartiene alla famiglia delle Astaraceae; ne esistono circa 70 specie, tra le quali la più conosciuta é Gerbera jamesonii, detta anche Margherita del Transval (questo perchè il fiore è molto simile a una margherita, e perchè il Transvaal è la regione dell’Africa meridionale da cui questa pianta proviene). Fu portata in Italia per la prima all’inizio del ‘900, ed oggi è certamente molto diffusa. Viene usata infatti sia come pianta ornamentale che recisa nelle composizioni e negli allestimenti floreali. Infatti ne esistono di molti colori diversi, il che permette di utilizzarla per creare composizioni di diverso tipo.

Coni portapetali per matrimonio all’aperto

“You can get anything in this world if you genuinely don’t want it.”  G. Orwell

“Keep the aspidistra flying” : facciamo sventolare l’aspidistra, come una bandiera. Certo, il significato che Orwell attribuiva a queste parole quando nel 1936 quando scriveva l’omonimo romanzo non avevano un’accezione positiva, ma piuttosto sarcastica. L’aspidistra ha la straordinaria capacità di resistere al caldo e al freddo, alla polvere, al buio (quante volte l’abbiamo vista nascosta negli androni bui dei palazzi?): non necessita di particolari cure, ed era la pianta più diffusa nelle abitazioni della piccola borghesia inglese. Anche Gordon, il protagonista della storia, ne ha una, ma la maltratta in quanto simbolo del mondo che detesta, fatto di convenienza, apparenze, conformismo, aspirazioni meschine al benessere materiale come fine ultimo della vita.

Bouquet di ortensie, minigerbere, calle e margherite

 

“È tutto ciò che ho da offrire oggi –
Questo, e il mio cuore accanto –
Questo, e il mio cuore, e tutti i campi –
E tutti gli ampi prati –
Accertati di contare – dovessi dimenticare –
Qualcuno la somma potrà dire –
Questo, e il mio cuore, e tutte le Api
Che nel Trifoglio dimorano.”

E.Dickinson

Nei fiori stretti da nastri, nei profumi e nei colori,  è racchiuso l’ultimo omaggio che il futuro marito consegna all’amata prima delle nozze. Quello, e il suo cuore accanto: saranno i fiori più amati, e lei li stringerà tra le mani per tutto il giorno. Il bouquet è il frutto di una serie di tradizioni che si sono sovrapposte e mescolate nel corso dei secoli. In origine, era composto dalle aromatiche, soprattutto il mirto – la vera “pianta dello sposalizio”, il sempreverde che già nell’antica Grecia era simbolo dell’amore, della bellezza e dell’energia vitale –  che venivano scelte per il potere che si riteneva avessero di allontanare gli spiriti maligni che potevano incombere sulla felicità della coppia.

Centrotavola con rose e bacche di iperico

L’iperico, detto anche “cacciadiavoli” o “erba di San Giovanni“, è una pianta che storicamente è sempre stata considerata “magica”. Per quanto riguarda il primo soprannome, Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significasse “al di sopra”, ossia più forte delle apparizioni dell’oltretomba e del mondo infero, perciò venne soprannominato cacciadiavoli. Nel Medioevo invece veniva appeso alle finestre e  sulle porte per impedire ai demoni di entrare liberamente nelle case. Per quanto riguarda, invece, il secondo soprannome, anticamente chi si trovava per la strada nella notte della vigilia di San Giovanni quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, se ne proteggeva infilandoselo sotto la camicia con altre erbe, come aglio, artemisia e ruta. In molti paesi europei coloro che danzavano nella notte di San gGovanni intorno al fuoco si cingevano le tempie con le fronde di questa pianta e poi spenti i fuochi le gettavano sui tetti delle case per preservarle dai fulmini.

Composizione floreale di bambù e fiori rosa

 

Sali il primo gradino: i grandi ventagli verdi dell’Hydrangea macrophilla si schiudono in una varietà di sfumature verdi che sembrano dipinte ad acquerello sulla carta; il garofano rosa carnoso e vellutato apre i suoi petali reclamando spazio; le violette fanno capolino, cercano in basso, punteggiando di colore intenso. Secondo gradino: l’achillea apre i suoi ombrellini chiari, in contrasto con il porpora intenso dell’echinacea. Ultimo gradino: un balconcino fiorito, pelargoni odorosi di vari colori si abbinano ad altri garofani e a rametti di abelia grandiflora.

La composizione è sorretta da una struttura metallica, all’interno della quale è posizionata la spugna imbevuta d’acqua e ricoperta nella parte inferiore di cellophane per evitare gocciolamenti. Tutto intorno, all’esterno, sono posizionate canne di bambù tagliate a diverse altezze e legate insieme da un filo metallico.

Matrimonio con rose bianche, lavanda, limoni e spighe di grano

Questo giugno non ci regala tregue: pioggia e sole si alternano rapidi, e questa mattina il cielo è trapuntato di nuvole grigie traboccanti d’acqua. Portiamo un po’ di colore con i fiori, allora. Quello di cui parliamo oggi è un piccolo allestimento per un matrimonio, nei toni del bianco, del verde e del giallo.  La sala comunale è allestita con una passatoia bianca coperta di petali bianchi e rosa, le sedie degli sposi sono decorate con nastri di tulle bianco, con un fiocco centrale all’interno del quale è posizionato un mazzolino di gypsophila e crisantemi verdi a bottoncino. Il camino di pietra è contornato da un leggero festone nei toni del verde e del bianco.

Matrimonio rosa in campagna

Guardo in alto e il cielo è grigio, in questo sabato mattina di giugno. L’estate si fa attendere, siamo sospesi e pieni di aspettative. Guardo in alto e il cielo è grigio: non è uggioso e triste, però. E’ un grigio argenteo, una cascata di perle che ci sovrasta. Intorno a me strette di mano, abbracci pieni di calore, occhi lucidi, persone traboccanti di emozione. Dopo aver sistemato le composizioni dentro la chiesa, aver infiocchettato di tulle bianco e leggero le panche, aver posizionato piccoli mazzi di rose e peonie come punteggiature di colore, la frenesia dell’allestimento lascia il posto alla dolcezza dell’attesa, del guardarsi intorno.

I bambini corrono in giro, rubando i piccoli coni colmi di riso e petali di raso posizionati nella cesta di vimini all’ingresso della chiesa, e i primi chicchi vengono sparsi lungo la navata centrale. E poi eccola, arriva con il suo velo bordato di un pizzo dal sapore antico, un sorriso straordinariamente commovente, in una mano la mano del padre, che stringe d’affetto, e nell’altra il bouquet di rose. I toni vellutati del rosa delle aqua e delle sweet avalanche unite alle bianche white lidya in un gioco cromatico delicato e armonioso.

Composizione floreale artistica e vivace

In occasione dell’inaugurazione della una mostra collettiva “Fuori centro massimo” presso lo spazio gestito dall’associazione culturale Spazio Vergani Uno di Varese ho realizzato questa composizione floreale, colorata e caratterizzata da un aspetto poco rigoroso e un po’ scomposto, che ben si addice, secondo il clichè, a un ambiente creativo e artistico.

Centrotavola primaverile allegro e colorato

 

“Una rosa, soltanto una rosa”.

Così inizia La Bella e La Bestia, che narra la storia della giovane Belinda, che, grazie alla rosa chiesta in dono al padre in partenza per un viaggio, incontra il mostro del quale poi si innamorerà, scoprendone l’animo gentile e trasfigurandolo con il suo sentimento puro e disinteressato. La bellezza è cosa fugace, e niente meglio dei fiori ce lo insegna. Così in questa composizione le rose si uniscono alla forsizia, che nel linguaggio dei fiori ha il significato di “bellezza fuggevole”, a causa della sua fioritura appariscente ma rapida. La fine dell’inverno è segnata da questi fiori dal giallo intenso, promessa di un caldo sole che arriverà presto.

Centrotavola di rose gialle, margherite delle Canarie e camomilla

Con il passare del tempo, lavorando su delle composizioni floreali per diverse occasioni, mi accorgo sempre di più che i tentativi di accostare materiali e tipologie di fiori apparentemente in contrasto tra di loro crea invece degli effetti molto particolari e interessanti. In questa composizione in particolare, un centrotavola sicuramente poco ordinario e originale che potrebbe ricordare la forma di una medusa, ho scelto di abbinare i fiori di Argyranthemum frutescens a delle rose gialle, aggiungendo dei piccoli fiorellini di camomilla romana.

Bouquet da sposa, una composizione originale di rose e fiori di campo

Quando ho iniziato a maneggiare i fiori ero molto timorosa: mi sembravano così fragili che la paura di rovinarli o peggio di romperli mi portava a trattarli con una delicatezza eccessiva, che me li faceva rimanere estranei. Poi, un giorno, preparando delle rose per una composizione, ho capito quanto la mia percezione fosse limitata e parziale. Di fronte alle tante spine pungenti, al tenace gambo legnoso, è stato chiaro quanta forza si possa celare dietro un’apparenza fragile e delicata.