Il Cavolo ornamentale colora l’inverno

cavolo ornamentale

Mancano ormai poche ore al tradizionale cenone di Natale ed al momento dello scambio dei regali tanto atteso dai bambini  (e non solo…). E allora che ne dite di presentarvi al cospetto della padrona di casa con in mano un bel Cavolo ornamentale?

Detto in questo modo potrebbe sembrare uno scherzo, ma gli appassionati di giardinaggio sanno perfettamente che esiste una varietà di Cavolo molto decorativa, che in questo periodo dell’anno fa bella mostra di sé nei vivai e nei negozi di fiori.

Stiamo parlando di una pianta appartenente alla famiglia delle Cruciferae, ottenuta da un’ibridazione della Brassica Oleracea (il cavolo comune). Diversamente dalla pianta-madre, non produce la “testa” ed è caratterizzata da foglie di diverse colorazioni (giallo, rosa, arancio, porpora) che si arricciano sui bordi

Fiori di Natale, ciclamini rustici e semirustici

ciclamini specie

Come vi abbiamo già accennato, è possibile dividere i ciclamini in due grandi gruppi: rustici e semirustici; i primi sono più adatti alla coltivazione in ambienti esterni quali giardini e terrazze, mentre i secondi si prestano molto bene alla coltivazione in appartamento purchè lontani da fonti di calore e con il giusto grado di umidità ambientale.

Vediamo adesso alcune specie di ciclamini appartenenti all’uno e all’altro gruppo:

Ciclamini semirustici

Cyclamen libanoticum

Il ciclamino libanoticum è una specie semirustica che può raggiungere un’altezza massima di 15 cm; presenta foglie variegate e produce fiori rosa che, a differenza degli altri ciclamini, fanno la propria comparsa un po’ tardivamente, da febbraio a marzo.

Cyclamen cilicium

Originario dell’Asia minore, il ciclamino cilicium può raggiungere un’altezza massima di soli 10 cm. Presenta foglie variegate e produce i propri fiori rosa pallido sin dal mese di ottobre.

L’Abete del Caucaso

abete del caucaso

Si fa presto a dire “albero di Natale”, ma avete mai indagato su quale sia il nome preciso del vostro amico delle feste? Eh già, perché in casa potreste ritrovarvi un esemplare di Abete rosso o un magnifico Abete bianco, già ampiamente illustrati sulle pagine di PolliceGreen, ma potreste anche essere di fronte ad un Abete del Caucaso, altrimenti detto Abete di Nordmann. Come riconoscerlo?

Il particolare che meglio lo identifica è la forma piramidale o conica con portamento rustico ed altezza che può raggiungere i 30 metri. Le foglie sono rappresentate da aghi di colore verde scuro, che ricoprono completamente i rami, protendendosi in avanti. Le pigne invece sono di colore rossastro, lunghe dai 10 ai 18 centimetri e presenti in prossimità della cima.

E’ largamente utilizzato nella medicina tradizionale ed alternativa per via delle proprietà espettoranti e balsamiche, date dalla resina, dalle gemme e dai rami.

Fiori di natale, i ciclamini

Durante le festività siamo talmente tanto presi dall’acquisto di agrifoglio, vischio, pungitopo e stelle di natale che quasi dimentichiamo il ciclamino. Si, il ciclamino; infatti anche questo delizioso, versatile fiorellino può a buon diritto dirsi natalizio poichè da il meglio di sè proprio nel mese di dicembre quando è possibile acquistarlo già fiorito presso vivai e garden center.

ciclamino natale

Il genere ciclamino (Cyclamen) appartiene alla famiglia delle Primulaceae e conta circa venti specie di erbacee perenni, tutte originarie dei paesi mediterranei; i ciclamini sono molto diffusi come piante ornamentali da appartamento e da giardino, presentano foglie di colore verde scuro con venature argentee e fiori leggermente elevati con petali rivolti verso l’alto in tutte le tonalità del rosa e del rosso che fanno bella mostra di sè durante i mesi invernali.

In linea di massima è possibile distinguere due tipologie di ciclamini: rustici (più adatti ad essere coltivati in giardini e terrazze) e semirustici (ideali per la coltivazione in appartamento).

Papiro, carta degli Egizi

papiro

II nome di questa antica, interessante e cu­riosa pianta, deriva da quello dell’isola di Cipro ed è curioso rilevare che, un tempo, Cyperus era la denominazione greca di una specie aromatica, non meglio identificata, con cui gli Sciti preparavano unguenti ed aromi che usavano durante l’imbalsamazio­ne dei loro re e del gran sacerdote.

È del tutto ignota la ragione per cui Linneo, il grande naturalista svedese considerato il padre della sistematica moderna, abbia scel­to proprio questo nome per indicare la pian­ta di cui ci stiamo occupando.

Il significato simbolico di questa pianta è «tutte le cose che non saprei mai dirti a voce».

Alchechengi: la pianta dalle bacche rosse

alchechengi

L’alchechengi, il cui nome botanico è Physalis alkekengi, è una pianta erbacea perenne, coltivata come annuale, considerata una pianta molto ornamentale: non a caso i suoi fiori si possono conservare in inverno all’interno di vasi senza acqua per decorare gli ambienti della casa. Il fusto dell’alchechengi è piuttosto flessibile e può raggiungere una lunghezza di 70 centimetri, le foglie sono appuntite e coperte da un lieve peluria.

L’alchechengi è una pianta molto apprezzata anche per i suoi frutti commestibili, vale a dire delle bacche rosse, della grandezza di una ciliegia, a forma di lanterna racchiuse in un calice dal colore rosso-arancio. I frutti dall’alchechengi si raccolgono quando sono ben maturi, vale a dire nel mese di agosto; possiedono un sapore acidulo ma gradevole, e sono ricchi di carotenoidi e vitamina C, oltre a proprietà rinfrescanti e diuretiche, e si trovano in questo periodo usati come ingredienti di marmellate o come decorazioni di pasticceria.

Dicentra spectabilis, ovvero il Cuor di Maria

cuor di maria

Di fiori dalla forma stravagante ne abbiamo descritti parecchi sulle pagine di PolliceGreen, ma quello che andiamo a presentare oggi li batte tutti in quanto a particolarità e stranezza. Parliamo della Dicentra spectabilis, appartenente alla famiglia delle Papaveracee ed originaria di Cina, Giappone ed America Settentrionale.

Si tratta di una pianta erbacea rustica, sia eretta che rampicante, con foglie sottili di colore verde chiaro e fiori molto caratteristici a forma di cuore. Ed è proprio per la particolare conformazione delle infiorescenze che la Dicentra spectabilis viene detta anche Cuor di Maria ed usata per arredare gli altari della Madonna nel mese di maggio, quando esplode nella sua meravigliosa fioritura rosa o bianca (nella varietà Alba).

Fresia, il segreto del migliore profumo francese

fresia

La fresia è sicuramente una delle piante più apprezzate per la bellezza dei fiori e il loro soave profumo, ancor più preziose per la possibilità di far schiudere queste delicate corolle in pieno inverno, grazie a un sem­plice sistema di forzatura attuabile solo in serra.

Ma passiamo al nome scientìfico della fre­sia, nome che ricorda il naturalista tedesco F.H. Theodor Freese vissuto nell’ ‘800 e che si dedicò in modo specifico allo studio del­la flora spontanea del continente africano. Nei paesi di origine le corolle della fresia vengono impiegate per intrecciare collane e ghirlande che vengono indossate durante le cerimonie rituali.

Alla fresia vengono anche attribuiti poteri magici e particolari influssi sull’animo fem­minile, per cui non è raro che gli stregoni ordinino pozioni o unguenti in cui il pro­fumo delle fresie assume un ruolo predomi­nante.

A proposito di profumo, è opportuno ricor­dare che dai fiori di cui stiamo parlando, si estrae una preziosa essenza che entra come base nella formula delle più note e costose essenze francesi.

Fiori di cera, come si coltivano e le specie più belle

fiore di cera

Le Hoya (fiore di cera),  sono abbastanza facili da col­tivare ma desiderano intenso calore, luce chiara e diffusa e un giusto grado di umi­dità. In estate è opportuno annaffiare ab­bondantemente per evitare che il terreno si prosciughi troppo; se questo avvenisse le carnose foglie di queste piante reagirebbe­ro immediatamente perdendo freschezza e accartocciandosi.

Sia in serra che all’aperto, è indispensabile corredare il «fiore di cera» di opportuni supporti, meglio se in legno, su cui la pian­ta può arrampicarsi.

Ogni autunno è bene concimare con ferti­lizzante organico in polvere e da aprile a settembre somministrare una volta ogni 15 giorni un prodotto a base di alghe, oppure un concime minerale completo, diluendoli nell’acqua delle annaffiature. È importante tener presente che i peduncoli che reggono i singoli fiorellini delle om­brelle fiorali, non debbono essere tagliati quando le corolle appassiscono; infatti è pro­prio da questi peduncoli che, l’anno succes­sivo, nasceranno i nuovi fiori.

Piante invernali: il Limone Lunario

limone lunario

Un agrume molto diffuso nelle regioni dell’Italia centrale e vicino ai grandi laghi è il limone, che viene coltivato sia come albero da frutto che come pianta ornamentale; se si desidera una fioritura invernale, la varietà più indicata è il Limone Lunario.

Il limone è originario dell’India e dell’Indocina, ed è arrivato nelle regione mediterranee grazie agli arabi; fra le tante varietà di limone, in inverno quella più bella è il limone lunario, il cui nome botanico è Citrus limonlunario”, che si caratterizza per la sua decoratività. Il lunario ha la capacità di fiorire e fruttificare in tutti i mesi dell’anno, cioè tutte le lune, e proprio da questa sua caratteristica viene il suo nome. Il lunario riesce a fiorire splendidamente anche d’inverno, creando una bella macchia di colore all’interno del giardino, grazie al bianco dei fiori e al giallo dei frutti.

Pachysandra, la tappezzante per un inverno dorato

pachysandra

Se avete l’esigenza di ricoprire al meglio un angolo “morto” del vostro giardino o se magari volete proteggere un albero particolarmente delicato da un incontro ravvicinato e accidentale con il tosaerba, potete puntare sulla coltivazione della Pachysandra, splendida tappezzante che vi regalerà non poche soddisfazioni.

Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Buxacee, che trova la sua origine in Asia e nell’America del Nord. Cresce e prolifica in breve tempo, moltiplicandosi con grande facilità ed offrendo uno spettacolo fatto di foglie ovali ed appuntite, riunite in rosette, che nella stagione invernale assumono una colorazione dorata.

Ed è proprio il fogliame a costituire la particolarità della Pachysandra, visto che la fioritura bianca e poco vistosa, è piuttosto insignificante. Come coltivarla dunque per avere un effetto straordinario nel nostro giardino?

Fiore di cera

Hoya_carnosa

Fu nel 1809 che il botanico inglese Robert Brown, volendo ricordare il famoso giardi­niere del duca di Northumberland al ca­stello di Sion, un certo Thomas Hoy, pensò di chiamare Hoya un genere di piante pro­venienti dalla Cina e dalle isole del Pacifico, assai apprezzate per i fiori profumatissimi e di delicato colore.

Un’altra particolarità delle corolle delle Hoya è quella di sembrare modellate nella cera, tanto da aver meritato il nome volgare di «fiori di cera». Questa denominazione è riservata soprattutto alla Hoya carnosa, una specie portata in Europa nel 1802 ed attual­mente assai diffusa in tutte le serre della Costa Azzurra e della nostra Riviera.

Nel Borneo e alle Molucche, presso le tribù indigene, è tuttora in atto una gentile suetudine: nel giorno in cui le fanciulle diventano donne ed ottengono il diritto a partecipare a determinate cerimonie e di indossare particolari costumi, vengono in­coronate con ghirlande di rami di Hoya in­trecciati a mazzolini di fiori. Questa «con­sacrazione» celebra l’ingresso delle giovani donne nel gruppo delle «anziane» della tribù.

Pioppo nero, l’abero dei viali

pioppo nero

“… è il più sfortunato, senza né pregi, né salute. Non serve per il fuoco, né per la scultura. Viene consolato dalle liane che sono le suore del bosco…”. Con queste parole lo scrittore Mauro Corona descrive il Pioppo nero, albero dalla scarsa importanza a livello industriale, ma largamente utilizzato per ornare giardini e viali.

Il nome botanico, Populus nigra, deriva all’abitudine dei romani di piantarlo nei luoghi pubblici, trasformandolo così in un albero abbastanza popolare. Secondo alcune fonti la stessa Piazza del Popolo a Roma prenderebbe il nome da un boschetto di Pioppi neri piantati nelle vicinanze.

Ma veniamo alle caratteristiche del Populus nigra, pianta dalla vita relativamente breve (100-150 anni), appartenente alla famiglia delle Salicacee ed originaria dell’Europa e dell’Asia occidentale.

Edgevorzia, per i documenti importanti e per le colonie costose

Edgevorzia

Il nome scientifico di questo interessante ge­nere botanico, ricorda lo studioso inglese M. P. Edgeworth, e la scelta di tale denomina­zione si deve allo svizzero Meissner, un na­turalista che compì molti viaggi alla ricerca di nuove piante. Fu appunto durante una spedizione in Cina che Meissner scoprì l’ edgevorzia e la portò in Europa.

Dalle fibre del legno di questi esotici arbu­sti in Oriente si ricava una speciale carta, che si lavora a mano e che anticamente ve­niva usata per la fabbricazione di cartamo­neta e attualmente impiegata solo per im­portanti documenti ufficiali.

Oggi l’edgevorzia si sfrutta soprattutto per la raccolta dei fiori, dal delicatissimo profu­mo, da cui si estrae un’essenza molto ap­prezzata e che entra come «base» nella composizione delle colonie più costose.