Piante invernali: la Maonia

Mahonia aquifolium

Siete alla ricerca di una pianta capace di ricreare lo spirito natalizio per tutto l’anno nel vostro giardino? E allora la soluzione ideale potrebbe essere rappresentata dalla Maonia, una pianta che ricorda per certi versi l’agrifoglio e che vi sorprenderà con la sua magica fioritura gialla.

Il nome botanico è Mahonia aquifolium, proviene dall’America settentrionale ed appartiene alla famiglia delle Berberidacee. In natura è possibile trovarla allo stato spontaneo in bellissimi esemplari, ma la relativa semplicità di coltivazione la rende particolarmente adatta ad ornare giardini domestici.

Bastano davvero poche attenzioni per godere della sua bellezza, fatta di foglie lucide dal colore verde scuro, con spine corte come quelle dell’agrifoglio, e di fiori gialli profumati, riuniti in pannocchie, che in primavera lasciano il posto alle caratteristiche bacche scure.

Elleboro, ovvero la Rosa di Natale

Rosa di natale

L’elleboro è un fiore invernale appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee, comunemente chiamato Rosa di Natale; esistono diverse specie di elleboro a seconda delle caratteristiche dei fiori e le delle foglie. La varietà più conosciuta è l’Helleborus niger, un’erbacea perenne dai fiori con cinque petali bianco-rosati; le foglie sono grandi, resistenti e di colore verde scuro.

Il nome di questa pianta deriva dal greco Helleborus, una parola che fa riferimento alla sostanza altamente velenosa che possiede; le parti più tossiche sono le radici e il rizoma, quindi è meglio lavarsi le mani dopo averla toccata. L’elleboro è una pianta da sempre al centro di leggende, soprattutto per il suo uso nella farmacologia popolare, anche se in tempi recenti non viene più usata  per le sue caratteristiche tossiche.

Piante invernali: Sarcococca

sarcococca

Se non sapete quale pianta scegliere per arredare al meglio il vostro giardino nel periodo invernale, vi consiglio di fare una visita al vivaio di fiducia, per chiedere che vi venga mostrata una Sarcococca. Sono certa che questa pianta catalizzerà la vostra attenzione, al punto che non potrete fare a meno di portarla a casa per dedicarle le giuste cure.

Come facciamo solitamente con le piante che passano per PolliceGreen, partiamo dalla carta d’identità della Sarcococca, ricordando che appartiene alla famiglia delle Buxacee e che è originaria delle foreste dell’Asia sudorientale.

E’ una pianta che si trova per lo più allo stato spontaneo, pur resistendo perfettamente alla coltivazione domestica, purché siano rispettate delle precise regole legate alla collocazione (in piena ombra o comunque al riparo dai raggi diretti del sole), all’innaffiatura (regolare, evitando  che il terreno si secchi completamente) ed alla concimazione (a fine inverno, utilizzando preferibilmente fertilizzante organico).

Ciliegio d’inverno, per un’amicizia duratura!

ciliegio d'inverno

Nel Sudamerica attribuiscono al ciliegio di inverno, appartenente al genere solarium, ec­cezionali qualità terapeutiche, soprattutto di carattere sedativo, e questo spiega ampia­mente la ragione che ha determinato la scel­ta del nome scientifico di queste piante. In­fatti, Solanum deriva dalla parola sudameri­cana solanem ossia consolazione, a indicare i notevoli vantaggi che si possono ottenere affidandosi ai medicamenti ricavati dalle boc­che di queste graziose piante. Nel linguag­gio floreale, il ciliegio d’inverno rappresenta l’«amicizia duratura», forse a causa della notevole durata dei suoi frutti, che persisto­no sui rami per mesi, dall’autunno sino alla fine inverno.

II ciliegio d’inverno, si utilizza soprattutto come pianta da appartamento, ma nelle re­gioni a clima mite può essere impiegato an­che nella decorazione di cortili e verande e, al limite, anche in piena terra, purché in posiziona riparata e non troppo esposta al sole.

Nelle zone a clima rigido, dopo aver passa­to la cattiva stagione in casa, il ciliegio d’in­verno può essere posto senza alcun timore all’aperto sempre in luogo tiepido e in mez­z’ombra.

Piante d’inverno, la Pernettya

pernettya

La Pernettya (nome comune Pernezia) è una pianta perenne arbustiva della Famiglia delle Ericaceae; si presenta con un delizioso piccolo cespuglio compatto che, seppure a fioritura estiva (Giugno), è ideale per rallegrare il giardino in pieno inverno grazie alle sue bacche bianche o rosse che fanno la propria comparsa verso la fine dell’autunno. Le piante acquistate in vaso possono essere poste anche in piena terra purchè questa operazione venga fatta prima del sopraggiungere dell’inverno o al termine di questo nel mese di Marzo.

La specie maggiormente diffusa e coltivata è la Pernettya macrocarpa che può raggiungere altezze comprese fra uno e due metri; molto diffuse anche le varietà nane che non vanno oltre i trenta cm. La pernezia cresce come un cespuglio molto fitto dotato di rami eretti e foglie ovali o lanceolate appuntite all’estremità, lucide e di colore verde intenso. I fiori sono piccoli e campanulati, di colore bianco; per quanto siano molto belli questi non rappresentano però l’elemento decorativo di maggior rilievo di questa pianta, che è dato  piuttosto dalle bacche che si mantengono per tutto l’inverno.

Calceolaria, dove utilizzarla, malattie e parassiti e le specie più belle

calceolaria

È tale la grazia di questa pianta da renderla adatta ad essere impiegata ovunque, in giar­dino come sul balcone, ma purtroppo a que­sta possibilità si contrappongono le limita­zioni imposte dalle avversità climatiche che, in molte regioni, consentono di utilizzare le calceolarie soltanto come specie da apparta­mento. Altrove, invece, è possibile piantare le calceolarie anche in piena terra o in cas­sette all’aperto, per formare bordure o per arricchire il rock-garden.

Le calceolarie possono essere attaccate con una certa facilità da cocciniglie e pidocchi, e il loro fogliame può essere deturpato dal «mal bianco». Al primo accenno della pre­senza di parassiti, è necessario intervenire subito con olio anticoccidico contro le coc­ciniglie e insetticida al piretro  contro i pidocchi o afidi. Per la lotta contro il «mal bianco» (una patina bianca o fari­nosa) si consigliano irrorazioni di acqua e zolfo ramato (4 g ogni litro d’acqua) da ri­petere ogni settimana sino alla completa scomparsa dell’infezione.

Fra le calceolarie arbustive,  le più note per il loro valore decorativo sono queste:

Nocciolo invernale, caratteristiche e coltivazione

nocciolo invernale

Il nocciolo invernale, il cui nome botanico è Corylopsis pauciflora è un arbusto originario dei paesi orientali, e in particolare di Cina e Corea; è un piccolo albero alto circa due metri, che alla fine dell’inverno produce dei fiori gialli, riuniti in rami pendenti. La corteccia del nocciolo invernale è marrone, ma diventa rossa nei rami appena cresciuti; le foglie sono simili a quelle del nocciolo tradizionale, e cioè tonde e con venature profonde, di colore verde.

Il nocciolo invernale ama essere esposto in pieno sole, anche se sopporta l’ombra parziale; l’importante è che sia al riparo dal vento e al gelo. Non ha particolari esigenze per quanto riguarda il terreno, a patto che sia ben drenato, ricco di humus e con Ph leggermente acido.

Fiori da piantare a Dicembre, Hydrangea Quercifolia

Hydrangea Quercifolia

Dicembre è il mese ideale per piantare l’Hydrangea quercifolia ovvero l’ortensia a foglie di quercia. Si tratta di un grande arbusto rustico caducifoglio appartenente al genere Hydrangea (sotto il quale vanno tutte le piante indicate con il nome di ortensia) che può raggiungere i tre metri di altezza; deve il proprio nome alle ampie foglie lobate di colore verde scuro che in autunno si tingono di rosso. Fiorisce da Maggio a Giugno a seconda della varietà e dell’esposizione e, rispetto alla Hydrangea macrophylla, ha minori esigenze colturali: si adatta anche alle posizioni soleggiate e in qualunque tipo di terreno, ha necessità idriche meno importanti e non bisogna potarla quanto piuttosto limitarsi ad eliminare i fiori appassiti.

Sotto il nome di Hydrangea quercifolia sono comprese diverse varietà distinguibili in base a dimensioni ed epoca di fioritura. Tutte producono fiori raccolti in pannocchie. Vediamole:

Hydrangea Alice

Può raggiungere i tre metri di altezza; da fine Giugno ad Agosto produce fiori rosa o cremisi.

Hydrangea Quercifolia

Può raggiungere uno-due metri di altezza; da Luglio a Settembre produce fiori bianchi.

Calceolaria

calceolaria

II caso di queste piante è abbastanza singo­lare, in quanto il loro nome scientifico vanta due probabili derivazioni: dal latino cal-ceolus, ossia pantofola, a indicare la curiosa forma delle corolle che sono fatte a foggia di una borsettina più che di una pantofola vera e propria, e anche dal nome del bota­nico italiano Calzolaris, un frate vissuto nel XVI secolo.

In Europa le calceolarie si coltivano dal 1774, almeno per quanto riguarda alcune specie, mentre altre vennero introdotte nel nostro continente assai più tardi.

Data la varietà delle specie che costituisco­no il genere Calceolaria (erbacee, annuali o perenni, o arbusti) le cure subiscono note­voli varianti secondo il «gruppo» cui la coltura stessa si riferisce.

Le calceolarie arbustive, che possono vivere all’aperto anche in inverno soltanto nel Sud e nel Centro della Penisola, hanno bisogno di frequenti annaffiature nella stagione esti­va (ogni due giorni nella misura di almeno tre litri d’acqua per arbusto) e di generose concimazioni autunnali con fertilizzante or­ganico in polvere.

Malva, il rimedio per tutti i mali

malva

A vederla dominare prati e sterrati incolti, non si direbbe che sia così ricercata. E invece la Malva è una pianta non solo gradevole per la vista, ma anche particolarmente utile a livello officinale, tanto da essere una delle più usate sia nella medicina tradizionale che in quella alternativa.

Ma andiamo per ordine e cominciamo col dire che appartiene alla famiglia delle Malvacee, molto diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo.

In natura si trova per lo più allo stato spontaneo, ma vista la grande utilità e la bellezza estetica, non è poi così raro che venga utilizzata anche per la decorazione di aiuole e bordure, sia per le verdi foglie caratteristiche nella forma, che per il rosa venato con striature violacee dei suoi fiori.

Beloperone, pianta delle lacrime d’amore

Beloperone

II nome scientifico del beioperone, simpati­ca e purtroppo abbastanza rara specie da appartamento, deriva da due parole greche: belos, freccia e peronne, unire, a indicare una caratteristica della struttura interna del­la infiorescenza, nelle cui corolle le antere (dove è contenuto il polline) sono unite da uno speciale tessuto a forma appunto di freccia.

Volgarmente il beioperone viene chiamato «pianta gambero», e in realtà le sue pendule infiorescenze, sia per il colore che per la forma fanno pensare proprio a un crostaceo.

In qualche nazione, al beioperone, si da anche un altro nome: «pianta delle lacrime d’amore».

Le specie di cui ci stiamo occupando posso­no essere utilizzate soprattutto come piante da appartamento e, soltanto nelle zone a cli­ma molto mite, è possibile pensare a qualche altro impiego, sul balcone o in giardino, col­tivando il beioperone in piena terra o in va­so.

Novembre, è tempo di mettere a dimora il Caprifoglio

caprifoglio

Tra le tante operazioni da compiere in giardino, prima di abbandonarci al calduccio della nostra casa, c’è quella di mettere a dimora alcune piante che avremo preventivamente fatto crescere in vaso. Una di queste è il Caprifoglio, pianta dalla rara bellezza, il cui nome botanico è Lonicera.

Il nome volgare deriva dal latino caprifolium (foglia di capra) ed è dovuto alla particolarità della pianta in questione, che sembra arrampicarsi su muri e recinzioni un po’ come fanno le capre sulla montagna.

Si tratta di una pianta che cresce per lo più allo stato spontaneo, ma che sopporta molto bene anche la coltivazione domestica, peraltro piuttosto semplice. Il Caprifoglio, infatti, si adatta perfettamente sia all’esposizione in pieno sole che a quella semi-ombreggiata, mostrando grande resistenza al freddo dell’inverno ed alla calura estiva. Solo alcune specie (la Lonicera etrusca e la Lonicera sempervirens) risultano essere delicate, preferendo trattamenti particolari.

Aro, curiosità ed utilizzo

aro

II nome scientifico di queste simpatiche pian­te deriva da una singolarissima proprietà de­gli Arum, ossia quella di emettere calore durante la fioritura. Infatti, Arum deriva dal greco aron che significa «caldo», «calore».

Le bacche dell’aro, invece, vengono chia­mate con una definizione abbastanza sini­stra, quella di: «bacche della vipera», op­pure «cibo della vipera» e anche «bac­che veleno». La ragione di questi attributi è ignota e non trova alcun riscontro scientifi­co, tuttavia è bastata per gratificare i frutti dell’aro di una nomea poco rassicurante, tanto che in molte località si provvide a di­struggere sistematicamente queste specie ri­tenute quanto mai malefiche e per questo utilizzate in gran copia dalle fattucchiere per la preparazione di filtri mortali.

Gaultheria, il giardino si tinge di rosso

gaultheria

Abbandoniamo per un giorno le piante che fioriscono in autunno o quelle che è bene interrare in questo periodo dell’anno ed occupiamoci della Gaultheria, una splendida pianta a fioritura primaverile, che regala uno spettacolo di rara bellezza.

Penserete che il nostro lavoro di articolisti sia un po’ confuso, vista la mescolanza di argomenti su piante che sembrano non avere a che fare con la stagione autunnale, ma leggendo queste poche righe, vi renderere conto che anche la Gaultheria ha il diritto di essere nominata tra le piante della stagione in corso, per via del particolare aspetto rossiccio che assume da settembre in poi.

Appartiene alla famiglia delle Ericacee ed è originaria di Asia, America ed Oceania, sebbene oramai sia diffusa in tutte le zone a clima temperato, dove cresce e prolifica in bordure ed aiuole o come tappezzante nei giardini rocciosi.