Cicalina della flavescenza dorata, insetto parassita

Settembre ed autunno sono tempo di vite e vendemmia. E non si può parlare di questa pianta da frutto non nominando la cicalina della flavescenza dorata o Scaphoideus titanus, un rincote della famiglia delle cicadellidi che ama infestarla.

Come immaginerete la vite è l’ospite prediletto dalla cicalina dalla flavescenza dorata. Per quanto sia pericolosa nel nostro paese il problema è sentito solo in parte da coloro che coltivano l’uva da tavola e da vino perché di solito questo insetto è endemico al nord mentre quasi del tutto assente nel resto d’Italia. Rispetto alle altre specie di ciacaline questa varietà è più grande essendo lunga circa 6 mm ed è dotata di una colorazione più scura rispetto alle stesse. Gli esemplari adulti sono di colore brunastro, dalla texture non uniforme e possiedono delle chiazze di colore bianco sporco sulle ali, sul torace e sulla parte più bassa dell’addome con delle striature tra il bruno ed il rossiccio. Le forme più giovani di questa cicalina sono più piccole e di colore più chiaro.
Il danno sulla vite è causato da tutti gli stadi di questo insetto, i quali sono in grado di succhiare la linfa dalle nervature fogliari e dai germogli giovani. Di solito l’effetto sulla pianta non è eccessivo a parte alcune necrosi marginali. Il vero problema è che questa cicalina è quella che più facilmente funziona da collegamento tra la pianta ed il fitoplasma della flavescenza dorata, malattia molto grave che può colpire la vite.
Il ciclo vitale della cicalina dalla flavescenza dorata è annuale. Compie una sola generazione l’anno che sverna come uovo. Questi si schiudono in modo scalare a partire dalla primavera dando via a centinaia di adulti che d’estate si accoppiano dando origine alle suddette uova. La lotta contro questo parassita della vite è di tipo chimico e viene eseguita a giugno contro le prime forme giovanili. Quando necessario viene ripetuta ogni 15 giorni.

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