Cultivar

Il termine cultivar fu introdotto ufficialmente al XIII Congresso di Orticoltura che si tenne a Londra nel 1952; pare derivi dalla contrazione dell’inglese cultivated variety (varietà coltivata) e indica, in agronomia, appunto una varietà coltivata che si distingue dalle varietà della stessa specie già presenti in natura (alle quali ci si riferisce semplicemente con il termine varietà) perchè ottenuta attraverso tecniche di miglioramento genetico.

La cultivar possiede quindi specifici caratteri (fisiologici, morfologici ecc.) appositamente ricercati di solito per fini economici (frutti più grandi, esemplari più resistenti a parassiti e malattie…). Tali caratteri sono trasmissibili con la propagazione sia per seme che per parti di pianta, a differenza di quanto accade negli ibridi commerciali da cui le cultivar vanno distinte.

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