Dicembre, come proteggere le piante sui balconi del centro e del sud e le ultime piantagioni

balcone fiorito

Da Firenze in giù, in linea di massima, si può continuare a lavorare attorno a vasi e cassette per completare:

le piantagioni di arbusti, sia a cespuglio sia rampicanti;

la messa a dimora di
alberelli;

la sistemazione di recipienti destinati a for­mare bordura, sia presso la balaustra sia al­la base dei muri, recipienti in cui piantare erbacee perenni da fiore o da fogliame, er­be aromatiche di vario tipo o anche zolle erbose, nel caso si volessero creare cuscini verdi da utilizzare come «base» per far risaltare i cespi delle annuali dai vivaci co­lori: nontiscordardimé, silene, viole ecc;


la semina di erbacee annuali da fiore
, allo scopo di avere piantine già ben formate al­la fine dell’inverno e così poter contare su una fioritura precoce. Tra le specie da semi­nare subito si ricordano: nontiscordardimé, pratoline, silene, viole del pensiero, iberidi, arabidi, aubrezie. Invece, per avere piante in fiore in periodi successivi, si possono se­minare: bocche di leone, petunie, gazanie, piretri, gaillardie, rudbechie, begoniette, godezie, zinnie, astri annuali, colei, cosmee, altee, gipsofile.



Ma vediamo ora le piantagioni decembrine, le ultime dell’an­no, sono consentite, entro la prima metà del mese, a due condizioni:

che il clima non sia eccessivamente rigido;

che vasi e cassette siano stati predisposti in tempo utile, ossia non oltre la metà no­vembre, in modo da lasciare alla terra il tempo di ossigenarsi.

È chiaro che queste piantagioni tardive pos­sono essere eseguite soltanto in giornate di bel tempo e su terriccio asciutto o appena umido. Subito dopo l’interramento è sem­pre opportuno annaffiare leggermente usan­do acqua non troppo fredda, e quindi pre­mere ben bene il suolo attorno al fusto in modo da assestare le radici ed evitare che fra queste e la terra si vengano a formare delle sacche d’aria in cui finirebbe per rac­cogliersi l’acqua delle annaffiature o il resi­duo della pioggia e della neve. Questi poz­zetti di liquido, gelando, chiuderebbero le radici in una specie di morsa, sempre molto dannosa perché apportatrice di marciume. Eseguita la piantagione con tutte le precau­zioni descritte, non rimarrà che procedere al­la copertura protettiva.

Lascia un commento