Erbe spontanee? Sono buone da mangiare, contro la crisi

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Quando si possiede un giardino, specialmente nelle zone vicino alla città, si pensa quasi sempre a renderlo il più ordinato possibile senza fare caso alle erbe che lo compongono. Alcune di esse sono buone da mangiare. Perché non approfittarne dato il periodo di crisi?

Chi abita in campagna è ormai avvezzo a questo tipo di controllo. Saper distinguere tra erbe buone da mangiare e le piante infestanti inutili, non solo consente di archiviare un risparmio notevole a livello pratico dal punto di vista dell’alimentazione, ma dà modo di favorire la creazione di un ecosistema equilibrato e autosufficiente, in un certo senso.

Se non sapete da dove partire, un corso come quello tenuto da Officina Botanica il prossimo 24 marzo 2013 può essere un buon punto di partenza, soprattutto se non si può contare sull’esperienza di una nonna sapiente o di un vicino contadino. Ad ogni modo, quello che è necessario fare è imparare a distinguere le erbe officinali, seppure infestanti, dalle erbacce vere e proprie.

Un esempio? Pensate al topinambur: quasi sempre, quando spontaneo nel terreno viene eliminato come erbaccia. Eppure è uno dei tuberi che più si comprano da aggiungere in insalate o minestre. E l’ortica, tenuta sempre a distanza? Una volta cotta è perfetta per la preparazione di qualsiasi piatto: come contorno, come accompagnamento di risotti, ed addirittura nelle insalate.

Come sempre, tutto dipende dal punto di vista con il quale si affrontano le cose. Prima di passare con il tagliaerba per il vostro prato, infilatevi un paio di guanti e fate attenzione a ciò che il vostro terreno ha da offrire: spesso borragine e cicoria si nascondono all’interno di grandi ciuffi d’erba, rimanendo coperti. E lo stesso fanno i crespigni ed i cardi: tutte piante spontanee, “erbacce” perfette e buonissime da consumare. Con un po’ di impegno e di conoscenza, possiamo ottenere tanto dal nostro giardino, anche quando sembra non offrirci niente.

Photo Credit | Castello Quistini

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