Le piante grasse rare: quali sono

Quali sono le piante grasse rare? E soprattutto perchè alcune piante grasse sono definite rare? La classifica delle piante grasse rare non prende in considerazione solo il genere botanico ma può riguardare, per esempio, anche le dimensioni. Per esempio una pianta grassa si può definire rara se è difficile da coltivare o se sta scomparendo per colpa dell’azione dell’uomo o di una sua scarsa capacità riproduttiva.

Piante grasse rare, quali sono le più note

Le piante grasse rare più note sono l’escobaria minima, l’ariocarpus, l’euphorbia ambovombensis, la mammillaria pectinifera o l’astrophytum asterias. Altre piante grasse sono considerate rare perchè in natura si trovano in luoghi difficilmente accessibili all’uomo. E’ il caso di piante come il Discocactus, che prolifera tra le fessure delle rocce ed è praticamente impossibile da raccogliere. Alcuni casi di rarità sono semplicemente causati dalle anomalie delle specie: un esempio sono le crestate, oppure l’aztekium hintonii e l’ariocarpus, piante che hanno una crescita molto lenta e che sono molto delicate e tendono a morire all’improvviso.

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Come coltivare le piante grasse rare

Ovviamente, per le piante grasse rare è necessario avere cura e manutenzione costanti. Le innaffiature devono essere diversificate a seconda della stagione, quando il terreno in superficie appare asciutto. Anche le piante grasse soffrono un eccesso di acqua e la comparsa di ristagni idrici che rischiano di farle morire prematuramente. Per garantire alle piante la giusta umidità, si può nebulizzare dell’acqua sul fusto e sulle foglie ma le piante più giovani devono essere bagnate solo a terra e mai bagnare le foglie delle specie cerose, che rischiano di perdere il loro naturale strato protettivo.

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Piante grasse rare: La coltivazione in vaso o in cassetta

Per quanto riguarda la coltivazione in vaso, è consigliabile usare vasi di dimensioni tali da consentire uno sviluppo delle radici libero, ma non troppo grandi perché un eccesso di terra (e quindi di acqua) potrebbe rivelarsi dannoso. I vasi migliori sono quelli in terracotta, che garantiscono un’ottima traspirazione e quindi la giusta ossigenazione del terreno.

Photo Credit| Thinkstock

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