Miridi dei fruttiferi, insetti parassiti

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Sotto il nome di miridi dei fruttiferi sono conosciute due specie di insetti, la calocoris norvegicus e la calocoris fulvumaculatus, appartenenti all’ordine dei rincoti ed alla famiglia dei miridi. I loro ospiti d’elezione sono pero, melo agrumi ed in generale le dupracee, ma non disdegnano di attaccare anche gli altri alberi da frutto.

I miridi sono insetti molto piccoli, le cui dimensioni vanno dai sei agli otto millimetri di lunghezza. Il loro colore passa dal bruno-nerastro dei fulvi al giallo-verdastro. Il loro aspetto può essere collegato, per somiglianza a quello di piccole cavallette o grilli, sebbene con le dovute differenze. Essi sono infatti di forma ovale e dotate di lunghe zampe ed antenne dall’aspetto filiforme. La loro azione trofica (purtroppo) sugli alberi da frutto è decisamente evidente ed è evidenziata in particolare su frutti e sui germogli della pianta. Sono le neanidi ad essere particolarmente voraci e quindi pericolose per i nostri raccolti.

Sono infatti le punture trofiche a causare il danno, soprattutto sui frutti che se attaccati presto nel corso del loro sviluppo, in pratica smettono di crescere e si deformano nel punto dove sono stati punti. Non solo, al loro interno ovviamente si formano dei gruppi di cellule morte che danno vita alla litiasi. L’effetto delle punture cambia anche a seconda della specie colpita. Sapevate che nelle drupacee, ad esempio, la deformazione del frutto è accompagnata da emissioni di gomma e dalla spaccatura del frutto?

Anche i germogli come vi avevamo anticipato subiscono danni non indifferenti. Arresto dello sviluppo e deformazione sono le conseguenze più dirette che nelle piante più giovani possano arrivare a causare anche la perdita di parte del cimale. I miridi dei fruttiferi svernano come uova nelle piante ospiti, in piante erbacee ed in qualsiasi oggetto di legno accogliente. E sono in grado di compiere due generazioni nel corso dell’anno. La lotta è di tipo chimico con insetticidi specifici quasi sempre esclusivamente sulle neanidi di prima generazione.

Photo Credit | Gwydir.demon

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