In natura esistono piante che non fanno la fotosintesi clorofilliana

Si chiamano piante eterotrofe e sono piante che si nutrono di sostanze prodotte da altri organismi e non effettuano la fotosintesi clorifilliana come tutte le altre loro simili. Per fare questo si sono evoluti diversi meccanismi di interazione tra organismi.

Il principale di questi meccanismi è il parassitismo, che permette alle piante eterotrofe di trarre il loro nutrimento da altri organismi, come il vischio che si trova sugli alberi e dai quali traggono l’azoto che queste piante non possono ricavare dal terreno.

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Un altro meccanismo che permette il nutrimento delle piante che non fanno la fotosintesi è il cosiddetto saprofitismo, cioè quel fenomeno per i quale gli organismi dai quali hanno origine le sostanze nutritive sono morti o in decomposizione. Un esempio per tutti è l’orchidea detta “nido d’uccello”, una pianta erbacea perenne dai fiori poco appariscenti, appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.

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L’habitat tipico di questa pianta sono le zone tra i muschi o le foglie morte nei boschi di faggio e di latifoglie, in ambienti freschi e ombrosi; ma questo tipo di orchidee si possono trovare anche nelle pinete, gineprai, carpineti e querceti o più in generale nella macchia mediterranea

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Un discorso a parte va fatto per le piante carnivore. Queste ultime infatti sono eterotrofe solo parzialmente. Vivendo in ambienti poveri di azoto, ottengono dalla digestione degli insetti dei quali si nutrono tutto quello che è necessario alle proprie esigenze di sopravvivenza.

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