Philadelphus, il fiore degli angeli

philadelphus_fiore degli angeli

II nome scientifico di queste piante deriva dal greco philadelphon che significa letteral­mente « che sente l’amore fraterno ». La scelta di tale nome non è ben chiara e la unica possibile spiegazione potrebbe risie­dere nell’intenso profumo di queste piante, profumo che potrebbe simboleggiare, ap­punto, la profondità dell’affetto fraterno. I Philadelphus vengono chiamati anche « fio­re del Paradiso », « filadelfo » e « pianta de­gli zufoli » o « siringa ».

Dai rami di questi arbusti si ricavavano un tempo fi­schietti e zufoli dalla particolare sonorità.

II « fiore degli angeli » si presta alla forma­zione di dense e fitte siepi, alla creazione di macchie arbustive oppure serve come esemplare isolato. La molteplicità dell’impie­go viene sottolineata anche dalla possibilità di potare questi arbusti anche in modo dra­stico, mantenendoli in « forma » compatta; in tal modo, si ottengono siepi di eccezio­nale robustezza, praticamente impenetrabili.

Coltivare i fiori degli angeli è molto facile. Infatti questi arbusti sono considerati tra i più rustici tra quanti ne vengono coltivati normalmente in giardino. Importante è te­ner presente che esigono di essere potati subito dopo la fioritura (e abbastanza ener­gicamente) per provocare un’abbondante fio­ritura per l’anno successivo. Le annaffiature non devono essere eccessive, tuttavia è bene ricordare che le piante sot­toposte a troppa siccità emettono fogliame poco rigoglioso, fioriscono stentatamente e le loro corolle appassiscono molto rapida­mente.

In genere, è opportuno annaffiare gli arbusti una volta alla settimana, nella dose di due secchi d’acqua per ogni esemplare. La concimazione può anche essere limitata alla sola somministrazione annuale di conci­me organico in polvere. È però utile comple­tare la nutrizione con concimazioni prima­verili ed estive, a base di fertilizzante mine­rale solubile, da aggiungere ogni mese alla acqua delle annaffiature

Questi arbusti, per la facilità con cui vengo­no coltivati, sono molto diffusi in tutti i giardini. Le specie più conosciute sono le seguenti:

  • P. coronarius, è presente nel nostro Paese allo stato spontaneo; può raggiungere l’al­tezza di 4 m, fiorisce in maggio-giugno in bianco, anche con fiori doppi, profumatissimi; ne esistono moltissimi ibridi e varietà, anche con foglie variegate di bianco o do­rate, con corolle macchiate di porpora o con petali frangiati.
  • P. argyrocalyx, non supera i 3 m, fiorisce in luglio, con corolle grandi, bianche, non mol­to profumate, con il calice ricoperto di pe­luria argentea.
  • P. mlcrophyllus, poco più alto di 1 m, forma cespugli compatti ed eleganti; fiorisce in giugno con corolle bianche, molto profuma­te.
  • P. inodorus, è di sviluppo piuttosto limitato; i fiori sono bianco candido, con petali ro­tondi, privi di profumo; fiorisce in modo meno appariscente di altre specie ma è con­siderata una delle più belle.
  • P. pubescens, è consigliabile per grandi giar­dini poiché la sua altezza può raggiungere anche i 6 m; fiorisce in giugno abbondante­mente, ma le corolle sono poco profumate, di color bianco crema.
  • P. hirsutus, presenta rami pendenti, rico­perti da peluria rossastra; non supera i 2 m; le sue foglie diventano rosse in autunno;

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