Pioppo nero, l’abero dei viali

pioppo nero

“… è il più sfortunato, senza né pregi, né salute. Non serve per il fuoco, né per la scultura. Viene consolato dalle liane che sono le suore del bosco…”. Con queste parole lo scrittore Mauro Corona descrive il Pioppo nero, albero dalla scarsa importanza a livello industriale, ma largamente utilizzato per ornare giardini e viali.

Il nome botanico, Populus nigra, deriva all’abitudine dei romani di piantarlo nei luoghi pubblici, trasformandolo così in un albero abbastanza popolare. Secondo alcune fonti la stessa Piazza del Popolo a Roma prenderebbe il nome da un boschetto di Pioppi neri piantati nelle vicinanze.

Ma veniamo alle caratteristiche del Populus nigra, pianta dalla vita relativamente breve (100-150 anni), appartenente alla famiglia delle Salicacee ed originaria dell’Europa e dell’Asia occidentale.

Può raggiungere i 35 metri di altezza ed i 2 metri di diametro, dominando l’ambiente circostante con la sua maestosità e bellezza. Il Pioppo nero ha tronco e rami che, crescendo, tendono a curvarsi, conferendo così alla pianta un aspetto tondeggiante molto caratteristico se osservato da una certa distanza. Le foglie sono a forma di cuore o di diamante, verde scuro sulla pagina superiore e verde-giallastro su quella inferiore.

La corteccia è di colore grigio chiaro negli esemplari più giovani, mentre tende a scurirsi col passare degli anni. Come detto, non ha una grossa importanza dal punto di vista industriale, per via della leggerezza del legno, ma trova impiego soprattutto nella fabbricazione di imballaggi o nella produzione di fiammiferi.

Allo stato spontaneo il Pioppo nero cresce con maggiore facilità a ridosso delle rive dei fiumi e, più in generale, nelle zone alluvionali. Come albero coltivato, invece, è molto facile trovarlo ai bordi delle strade, dove offre un ottimo spettacolo per la vista.

Se avete intenzione di utilizzarlo per i vostri viali, ricordate di collocarlo in posizione luminosa e di scegliere un terreno ricco di materia organica e ben drenato, innaffiandolo abbondantemente nei periodi di prolungata siccità.

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