Significato dei fiori: la viola del pensiero

Oggi esploreremo ancora l’ampio mondo del significato dei fiori parlando della viola del pensiero. Uno dei fiori che maggiormente ricorrono nella mente delle persone quando si parla di sentimenti e contemporaneamente di ricordi. La viola del pensiero la chiamano, delicata sia nel profumo che nell’aspetto.  Da sempre esaltata da poeti e scrittori essa esprime riflessività ed ovviamente ricordo.

Si tratta di un fiore semplice ma al contempo affascinante, in grado di attirare l’attenzione proprio per la sua semplicità anche in mezzo a fiori bellissimi e dal complicato gioco di petali. Si tratta di un fiore che vede le sue origini in Etiopia, nell’ America del Sud, E che lo vede autoctono in Nuova Zelanda ed in Australia. Insomma, nell’altro esmisfero. Alcuni pensano che la viola del pensiero sia originaria delle zona arabe, dato che storicamente era diffuso in quelle lande un fiore molto profumato dal nome “Kheyry”.

Con molta probabilità una delle 400 specie di violacee esistenti al mondo. Nel nostro paese sono spontanee nella maggior parte dei boschi e dei monti. Essa veniva spesso utilizzata dagli antichi romani e dagli arabi come aggiunta alle bevande per renderle profumate e più gradevoli. Ai giorni nostri viene ancora utilizzata per particolari creazioni enogastronomiche e per estrarne oli essenziali e fragranze.

Come ogni fiore che si rispetti, anche la viola del pensiero ha le sue pittoresche leggende da raccontare. Ben due, sulla sua nascita.

La prima vuole che Demetra, la dea delle coltivazioni e delle messi, si accorse che la figlia Persefone era stata rapita. Vagò per nove giorni e nove notti, prima di scoprire che la giovane era stata rapita da Ade, il dio degli Inferi. La dea si intristì a tal punto che tutta la terra divenne sterile e grigia. Zeus convinse Ade a lasciare che la moglie vivesse con la madre per sei mesi l’anno, tra la primavera e l’autunno, e che passasse il resto del tempo con lui.

La terra divenne nuovamente feconda,. E la prima volta che Persefone tornò sulla terra, quest’ultima la accolse con dei piccoli fiori delicati, le viole del pensiero.

La seconda, tutta italiana, vuole che la “malastra” (nome del fiore della viola del pensiero) abbia questo nome a raccontare la posizione privilegiata dei petali l’uno sull’altro nella struttura dei fiori.

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