Significato dei fiori, la mirra

La mirra è uno dei simboli per eccellenza del periodo natalizio. La tradizione cristiana sostiene infatti che sia stata una dei regali che i Re Magi portarono a Betlemme per festeggiare la nascita di Gesù. Vogliamo conoscere un tantino meglio la pianta ed il suo significato nel linguaggio dei fiori? Scommettiamo che la risposta è positiva.

mirra

Quando pensiamo alla mirra di Natale in realtà intendiamo ovviamente la classica gomma/resina che si ottiene dall’omonimo albero o arbusto appartenente al genere commiphora ed appartenente alla famiglia delle burseraceee.Le specie di mirra diffuse nel mondo sono circa 50 e concentrate nelle zone del mar Rosso, in India, in Madagascar ed in Senegal. Essa può crescere fino a 5 metri di altezza ed è caratterizzata da rami delicati e incrociati e da una corteccia morbida. Poche foglie e dei fiorellini bianchi o colorati completano il tutto. La mirra di utilizzo “religioso” si ottiene tagliando la corteggia che in quel momento trasuda un liquido giallo chiaro. Man mano asciugandosi cambia colore e si aggruma. E’ da questo prodotto che si ottiene ciò ce noi conosciamo dopo un’adeguata lavorazione. La mirra, non è difficile da immaginare, nel linguaggio dei fiori, ovviamente assume il linguaggio di sacro, benedetto. E’ ciò che essa stessa, o meglio un suo sottoprodotto rappresenta ed ha rappresentato fin da quando ha assunto “celebrità” grazie al racconto dei vangeli.

Il suo nome ha origine latina. Gli studiosi sono incerti su “murra” o “myrrha”, quest’ultimo potrebbe aver avuto una radice nella lingua dell’antica Grecia: in entrambi i casi il significato semantico punta sul significato “amaro”. Nell’antichità questo albero era particolarmente conosciuto e per molti secoli utilizzato dai cinesi e dagli egiziani (per quest’ultimi era anche la sostanza simbolo del culti del sole, N.d.R.) come medicinale. Nell’antico Egitto era anche uno degli ingredienti più importanti necessari per la mummificazione. I soldati greci utilizzavano l’olio di mirra per fermare il sanguinamento delle ferite. Da tutti era comunque associato al sacro ed al proprio culto grazie al profumo emanato dalla sua bruciatura nei templi.

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