Strelitzia, bella e facile da coltivare

Il genere Strelitzia (famiglia Musaceae) comprende diverse specie di piante erbacee perenni originarie dell’Africa meridionale; tra di esse la più diffusa e coltivata è senza dubbio la Strelitzia reginae, nota anche come uccello del paradiso e caratterizzata da infiorescenze giallo-arancio e foglie ellittiche lunghe fino a 50 cm.

La strelitzia r. ha portamento imponente, cespuglioso e può essere coltivata all’aperto solo in zone a clima mite, dal momento che mal sopporta temperature inferiori a 5 °C. Ama tuttavia stare all’aperto e gradisce posizioni molto luminose (anche in pieno sole) per questo motivo, se coltivata in casa deve essere collocata in luoghi luminosi ed areati.

La fioritura si verifica dall’autunno alla primavera inoltrata e non prima dei cinque anni di vita della pianta; durante questo periodo occorre rinvasare la strelitzia ogni anno a inizio primavera, dopo non è più necessario.

La potatura consiste semplicemente nell’eliminare fiori e foglie man mano che si seccano.

Dall’inizio dell’autunno e fino a primavera inoltrata bisogna concimare aggiungendo concime liquido all’acqua delle innaffiature: nel periodo precedente alla prima fioritura con del concime contenente azoto e potassio in ugual misura, successivamente con del concime la cui percentuale di potassio dovrà essere doppia rispetto a quella di azoto.

La moltiplicazione può avvenire per divisione dell’apparato radicale (operazione più fattibile per gli esemplari coltivati in vaso): si interviene in giugno estraendo la pianta dal contenitore e tagliando, con un coltello affilato, pulito e disinfettato, in due parti le radici. Le nuove piante vanno subito trasferite in contenitori singoli e trattate come adulte una volta che abbiano attecchito.

Le foglie della strelitzia vanno pulite con un panno umido e morbido, mentre è sconsigliato utilizzare un lucidante fogliare; di tanto in tanto è opportuno nebulizzarle stando ben attenti a non bagnare i fiori.

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