hoya carnosa fiore di cera

Hoya carnosa, il Fiore di cera più diffuso

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Un delle fioriture più spettacolari della natura, con infiorescenze dall’aspetto curioso e dalla consistenza cerosa. Parliamo dell’Hoya carnosa, il Fiore di cera più diffuso alle nostre latitudini, originario dell’Australia e del continente asiatico ed appartenente alla famiglia delle Aclepiadacee. Si tratta di una pianta caratterizzata da fusti che si allungano a dismisura, aggrappandosi ai sostegni attraverso le radici.

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Arredare il giardino d’estate con i fiori di cera

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Sono stupendi alla vista e perfettamente in grado di sopportare le alte temperature estive. Parliamo dei fiori di cera, una fioritura estiva perfetta per arredare il vostro giardino. Le diverse specie di questo fiore esistenti in natura consentono infatti di ottenere numerosi e diversi effetti.

Fiore di cera, varietà e cure

Il Fiore di cera (Hoya, secondo la definizione botanica) è una pianta  succulenta perenne appartenente alla famiglia delle Asclepiadacee ed originaria dell’Australia e del continente asiatico, molto diffusa alle nostre latitudini per via della straordinaria bellezza della fioritura. E’ una pianta caratterizzata da foglie ovali ed appuntite, carnose, di colore verde più o meno scuro. I fiori sono cerosi, lucidi, riuniti in ombrelle di colore rosa, bianco o rosso e fanno la propria comparsa nel corso della stagione estiva.

Fiore di cera, coltivazione e cure

L’Hoya carnosa, meglio conosciuta come Fiore di cera o Fiore di porcellana, è una splendida pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Asclepiadacee ed originaria dell’Asia meridionale e del continente australiano. E’ caratterizzata da fusti eretti o striscianti e da foglie carnose, di forma ovale ed appuntita e di colore verde chiaro. I fiori sono a forma di stella, di colore bianco rosato con centro rosso e fanno la propria comparsa nel corso della stagione primaverile o in estate. Sia i fiori che le foglie sono ricoperti da una specie di pellicola cerosa, che conferisce alla pianta un aspetto del tutto particolare.

Fiori di cera, come si coltivano e le specie più belle

fiore di cera

Le Hoya (fiore di cera),  sono abbastanza facili da col­tivare ma desiderano intenso calore, luce chiara e diffusa e un giusto grado di umi­dità. In estate è opportuno annaffiare ab­bondantemente per evitare che il terreno si prosciughi troppo; se questo avvenisse le carnose foglie di queste piante reagirebbe­ro immediatamente perdendo freschezza e accartocciandosi.

Sia in serra che all’aperto, è indispensabile corredare il «fiore di cera» di opportuni supporti, meglio se in legno, su cui la pian­ta può arrampicarsi.

Ogni autunno è bene concimare con ferti­lizzante organico in polvere e da aprile a settembre somministrare una volta ogni 15 giorni un prodotto a base di alghe, oppure un concime minerale completo, diluendoli nell’acqua delle annaffiature. È importante tener presente che i peduncoli che reggono i singoli fiorellini delle om­brelle fiorali, non debbono essere tagliati quando le corolle appassiscono; infatti è pro­prio da questi peduncoli che, l’anno succes­sivo, nasceranno i nuovi fiori.

Fiore di cera

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Fu nel 1809 che il botanico inglese Robert Brown, volendo ricordare il famoso giardi­niere del duca di Northumberland al ca­stello di Sion, un certo Thomas Hoy, pensò di chiamare Hoya un genere di piante pro­venienti dalla Cina e dalle isole del Pacifico, assai apprezzate per i fiori profumatissimi e di delicato colore.

Un’altra particolarità delle corolle delle Hoya è quella di sembrare modellate nella cera, tanto da aver meritato il nome volgare di «fiori di cera». Questa denominazione è riservata soprattutto alla Hoya carnosa, una specie portata in Europa nel 1802 ed attual­mente assai diffusa in tutte le serre della Costa Azzurra e della nostra Riviera.

Nel Borneo e alle Molucche, presso le tribù indigene, è tuttora in atto una gentile suetudine: nel giorno in cui le fanciulle diventano donne ed ottengono il diritto a partecipare a determinate cerimonie e di indossare particolari costumi, vengono in­coronate con ghirlande di rami di Hoya in­trecciati a mazzolini di fiori. Questa «con­sacrazione» celebra l’ingresso delle giovani donne nel gruppo delle «anziane» della tribù.