antracnosi come combatterla

Antracnosi, come combatterla

L’antracnosi è una malattia fungina delle piante causata da funghi del genere Collitrico. Per tal motivo la patologia è conosciuta anche sotto il termine di colletotricosi. Questo agente patogeno sfrutta le ferite prodotte dagli agenti atmosferici o dalla caduta delle foglie per entrare nella pianta.

antracnosi

Siepe di lauro

Siepe di lauro che non cresce: come mai?

Una siepe di lauro piantata in primavera, perfetta per una crescita nel periodo estivo ed autunnale, tuttavia non registra alcun miglioramento. Quale potrebbe essere il motivo? E come fare per stimolarne la crescita facendola tornare a splendere?

Siepe di lauro

botryosferia

La botryosferia, come combatterla

La botryosferia è una malattia micotica che colpisce alcune piante, in particolare causa cancri del legno e vari altri sintomi sia sulle specie arboree ed arbustive agrarie sia ornamentali, che forestali. Come si manifesta questa malattia? In particolare nelle piante arboree tale patologia è facilmente individuabile poichè nelle zone colpite si possono notare ampi settori necrotici bruni, striature brune, a disseccamento delle gemme.

botryosferia

concorso internazionale rosa monza corretti vincitori

Malattie delle rose: gli errori ambientali

malattie delle rose

Le rose possono soffrire di alcune malattie non necessariamente causate da parassiti o funghi, ma anche causati da una patologia derivante dall’ambiente che le circonda. Oggi ci occuperemo proprio di individuare quali sono le problematiche ambientali da evitare per avere un roseto di tutto rispetto! Il terreno dove far crescere le rose è il primo passo per una fioritura perfetta: le rose necessitano di un terreno acido, drenato e fertilizzato a dovere.

basilico

Un fungo minaccia il basilico: distrutto un terzo del raccolto

basilico

Le piantine di basilico sono in pericolo a causa di un fungo killer.  A darne l’annuncio è la Confederazione italiana degli agricoltori (Cia) che avvisa che un terzo della produzione ligure è andata persa. Chi è questo fungo? Si tratta della peronospora, viene dall’Africa e secondo gli esperti il suo proliferare è stato aiutato anche dalle condizioni meteo di questa estate.

mal secco

Mal secco, malattia fungina degli agrumi

mal secco

Oggi parleremo di una malattia fungina tipica degli agrumeti e cioè il mal secco, causata da un piccolo fungo che vive nel terreno e che penetra nella pianta attraverso le radici oppure tramite la produzione di spore trasportate dal vento che entrano nella pianta penetrando nelle microlesioni dovute dalle potature o dagli agenti esterni.

funghi fate attenzione raccolta

Funghi: fate attenzione alla raccolta

funghi fate attenzione raccolta

L’autunno, complici le prime piogge ed il tempo più freddo che ne favorisce la crescita, è il periodo migliore per la raccolta dei funghi nei boschi e nei prati incolti. A patto ovviamente che si sia capaci di saperli riconoscere. Sempre più persone si lanciano nella raccolta “fai da te” senza una vera preparazione, con conseguenze davvero gravi per il proprio fisico.

Sclerotinia homeocarpa

Funghi del prato, la Sclerotinia homeocarpa

Sclerotinia homeocarpa

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato delle principali avversità che colpiscono il prato durante la stagione estiva, spiegandovi che il nemico numero uno del manto erboso in questo periodo è un fungo chiamato Sclerotinia homeocarpa; oggi, quindi, scopriremo meglio di cosa si tratta e quali sono i metodi di lotta.

ernia cavolo malattia fungina

L’ernia del cavolo, malattia fungina

ernia cavolo malattia funginaL’ernia del cavolo è una malattia fungina che colpisce le cavolacee portando al deperimento della parte area della piante. Essa provoca dei rigonfiamenti molto simili ai tumori, penetrando nelle radici. Vi sono delle condizioni ben precise che portano al suo sviluppo e riguardano in particolare la bassa acidità del terreno e l’eccessiva umidità: cerchiamo di capire come combatterlo.

Funghi delle piante: il cancro del cipresso

Il cancro del cipresso è una malattia causata da un fungo, il Seiridium cardinale, e colpisce diverse specie di cipresso; la presenza di questa malattia è stata appurata per la prima volta nel 1928 in Nord America e da allora si è diffusa anche in Nuova Zelanda e anche in Europa. In Italia è giunta nel 1951 in Toscana, ma oggi è diffusa in tutto il Paese e provoca ingenti danni.

Accorgersi se un cipresso ha contratto questa malattia è abbastanza semplice: innanzi tutto la pianta ingiallisce, poi i rametti si arrossano fino a disseccarsi; questo fenomeno si manifesta gradualmente in tutta la pianta e può avvenire dall’esterno all’interno e dall’alto verso il basso.

Sui rami colpiti, soprattutto alla base, si nota la fuoriuscita della resina e il legno appare di colore più bruno rispetto a quello delle parti non colpite dal fungo. Con l’aggravarsi dell’infezione, la presenza del cancro del cipresso si nota anche a livello della corteccia, nella quale si presentano spaccature e cavità.

Funghi delle piante: il Corineo

Il corineo è una malattia fungina che colpisce molte piante della famiglia delle Drupacee, come il pesco, il mandorlo, l’albicocco e il ciliegio, ma anche diversi tipi di piante ornamentali.

Gli esemplari colpiti dal corineo presentano foglie con piccole macchie rosse o violaceo, di circa mezzo centimetro di diametro e con un alone chiaro che le circonda. Con il passare del tempo, l’intera aerea della macchia si stacca e provoca dei fori in tutta la superficie fogliare, segno evidente della devitalizzazione della foglia.

La poltiglia bordolese, cos’è, come si usa

poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese è uno dei più antichi anticrittogramici esistenti dal momento che viene impiegata in agricoltura e nel giardinaggio da oltre 100 anni; deve l’appellativo di bordolese al fatto di essere stata utilizzata per la prima volta proprio nella città francese di Bordeaux ed è caratterizzata da un basso grado di tossicità. Si tratta di una miscela di solfato di rame (a ph acido) e calce (sostanza alcalina) disciolti in acqua che reagendo tra loro danno vita a composti acidi, neutri o basici a seconda delle proporzioni tra le due sostanze: le miscele acide svolgono un’azione tempestiva ma possono danneggiare la vegetazione sulla quale si utilizzano, quelle alcaline agiscono con maggiore lentezza, ma la loro efficacia è più persistente anche grazie alla maggiore adesività dovuta agli abbondanti quantitativi di calce.

La poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese agisce su una moltitudine di funghi delle piante (peronospora, antracnosi, blak rot, corineo, monilia, fusicocco, ruggine, ticchiolatura, cilindrosporiosi, septoriosi, escoriosi, vaiolatura, alternaria, cercospora) e può essere usata su diversi tipi di colture: vite, pomacee, drupacee, olivo, agrumi, nocciolo, fragola, piccoli frutti, barbabietola da zucchero, riso, tabacco, oleaginose, ortaggi a foglia, frutto e bulbo, floricole, piante ornamentali e forestali. Le dosi d’impiego della poltiglia bordolese non possono essere indicate a priori ma dipendono dalla stagione, dal clima, dalla rigogliosità della pianta e dall’aggressività del fungo che si vuole contrastare.

Difendere le piante dalle piogge primaverili

piante e piogge primaverili

In questi giorni in cui il tempo non accenna a smettere di piovere, le piante hanno bisogno di qualche attenzione extra. Di sicuro la pioggia è benefica per le piante, ma quando inizia ad essere troppo può provocare anche dei danni.

I problemi principali sono per le piante che stanno in contenitori esposti alla pioggia nei balconi, che rischiano l’asfissia radicale; infatti, la carenza di ossigeno alle radici è provocata dall’acqua che, se troppo abbondante, satura lo spazio disponibile; questo inconveniente è particolarmente dannoso per le piante che non amano l’acqua o che hanno bisogno di un substrato poco drenato.

La soluzione migliore in questo caso sarebbe quella di togliere la pianta dall’esposizione alla pioggia, ma se ciò non è possibile, togliete almeno i sottovasi, che rimangono sempre pieni d’acqua, e sopraelevate i vasi rialzandoli leggermente. Fate attenzione anche ai fori di drenaggio che non devono essere otturati; se ciò è successo, ed è possibile accorgersene al tatto, spingete con un punteruolo la pallina di argilla o di terriccio che fa da tappo, in modo da far scorrere l’acqua più facilmente. Dopo i giorni di pioggia, le piante non dovranno essere più annaffiate almeno fino a quando il terreno non si sarà asciugato del tutto.