Farmaci e dispositivi medici dannosi per l’ambiente

I farmaci e i dispositivi medici, oltre alla salute umana, influenzano anche l’ambiente, spesso con effetti negativi che si manifestano in ogni fase del loro ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento. Il settore sanitario รจ responsabile di circa il 5% delle emissioni globali di gas serra, una percentuale elevata dovuta al consumo energetico per la produzione e lo smaltimento.

dispositivi medici
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Anche farmaci e dispositivi medici possono danneggiare l’ambiente

La fabbricazione di inalatori e anestetici richiede propellenti con un alto potenziale di riscaldamento globale, come i Freon o gli Idrofluorocarburi (Hfc). Tuttavia, la maggior parte del problema ambientale si verifica alla fine del ciclo di vita dei farmaci. Gli imballaggi, spesso in PVC o alluminio, richiedono uno smaltimento attento, e i dispositivi monouso si trasformano frequentemente in rifiuti speciali. Un rischio significativo รจ rappresentato dalle acque reflue.

Se lo smaltimento non รจ eseguito correttamente, le conseguenze si ripercuotono sull’ambiente e, di conseguenza, sulla salute umana. Uno studio del 2022 pubblicato su PNAS ha rivelato che su 1.052 siti di campionamento in 258 fiumi di 104 Paesi, il 25% dei siti monitorati presentava concentrazioni di 61 principi attivi superiori ai limiti di sicurezza. Le aree con maggiore contaminazione sono quelle caratterizzate da una produzione farmaceutica intensiva e da una gestione delle acque reflue meno accurata.

Le acque reflue vengono contaminate anche da farmaci espulsi dal nostro organismo e da residui di prodotti topici (creme, lozioni) che non vengono assorbiti dalla pelle e finiscono negli scarichi. Questi farmaci, spesso progettati per essere biologicamente attivi anche a basse concentrazioni, possono accumularsi nel biota (l’insieme degli organismi viventi in un ecosistema), innescando un circolo vizioso.

Le sostanze rilasciate possono accumularsi negli invertebrati acquatici, che vengono ingeriti dai pesci, i quali a loro volta possono essere consumati dagli esseri umani. L’ingestione indiretta di farmaci puรฒ causare effetti indesiderati difficili da identificare, come l’esposizione non voluta agli antibiotici, che puรฒ portare allo sviluppo di batteri resistenti.

Per affrontare questi problemi, le istituzioni stanno agendo. Il Pharmaceutical Committee della Commissione Europea ha raccomandato, in un rapporto di giugno, di rafforzare la valutazione del rischio ambientale durante l’autorizzazione all’immissione in commercio dei farmaci. Dal 2006, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) richiede una valutazione del rischio ambientale per ogni farmaco immesso sul mercato, analizzando la persistenza (resistenza alla degradazione), il bioaccumulo e la tossicitร , in particolare per l’ambiente acquatico.

Questo rappresenta un notevole progresso, considerando che prima del 2006 solo 36 dei 1763 principi attivi registrati all’EMA disponevano di dati sufficienti per tale valutazione. Inoltre, dal 2008, la Commissione Europea ha istituito una “watch list” di sostanze da monitorare, che include diversi farmaci e viene periodicamente aggiornata.

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