Approfondiamo la tendenza climatica di fine 2025

Il mese di novembre ha confermato una tendenza climatica già osservata in ottobre, caratterizzata da una sostanziale continuità sia sotto il profilo termico che pluviometrico. Secondo i dati rilevati dalla rete dell’Aeronautica Militare ed ENAV, la temperatura media nazionale ha fatto registrare uno scarto di -0.2°C rispetto al trentennio 1991-2020.

tendenza climatica
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Cosa sappiamo sulla tendenza climatica di fine 2025

Questo valore, pur indicando un mese leggermente più freddo della norma, nasconde una marcata dicotomia climatica interna. La prima metà del mese è stata dominata da correnti miti e regimi anticiclonici. Tuttavia, a partire dal 18 novembre, si è verificato un radicale cambio della circolazione atmosferica: l’ingresso di masse d’aria polare ha portato un anticipo d’inverno, culminato il giorno 21 con le prime nevicate a quote pianeggianti tra Piemonte e Lombardia.

A livello regionale, il Nord-Ovest è stato l’unico settore a chiudere con un segno positivo (+0.1°C), mentre le anomalie negative più marcate si sono registrate in Sardegna (-0.5°C) e, in misura minore, nel resto del Paese. Con la chiusura di novembre, l’autunno meteorologico termina quasi in media (+0.1°C), bilanciando un settembre molto caldo con un bimestre finale più rigido.

Nonostante questo rallentamento, il 2025 si conferma un anno caldissimo: lo scarto da gennaio è di +0.9°C, posizionandosi al quarto posto tra gli anni più caldi di sempre. Un dato che sicuramente risulta essere preoccupante, con il riscaldamento globale che sembra essere davvero inarrestabile. Dal punto di vista delle precipitazioni, novembre ha visto il transito di 11 perturbazioni, che hanno generato un accumulo nazionale prossimo alla norma (-4%).

La distribuzione, tuttavia, è stata irregolare. Infatti c’è stato un netto aumento al Sud, con un +21% dettato da fasi di maltempo intenso. Al Centro-Nord invece è stato notato un deficit, con cali tra il 13% e il 15%. La stabilità, senza quindi variazioni rispetto allo scorso anno, è avvenuta al Nord-Est e in Sardegna, dove i valori sono rimasti nella media. Il mese è stato segnato da almeno cinque episodi di forte maltempo. Particolarmente critica è stata la fase tra il 15 e il 17 novembre, che ha colpito duramente la Liguria, l’alta Toscana e il Friuli Venezia Giulia, causando tornado nel genovese e un’alluvione nel goriziano.

Degna di nota anche la tempesta “Adel” (denominata dal Servizio Meteorologico greco) che il giorno 27 ha sferzato il medio Adriatico con venti intensi e piogge abbondanti. Nonostante un autunno leggermente siccitoso (-6%), il bilancio pluviometrico dall’inizio dell’anno resta ampiamente positivo (+16%). Questo dato si traduce in un surplus idrico di circa 30 miliardi di metri cubi d’acqua, accumulati prevalentemente nelle regioni settentrionali, che da sole detengono circa 24 miliardi di metri cubi dell’eccedenza totale.

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