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Quali fiori per il Festival di Sanremo?

Dopo i vestiti delle vallette, quella dei fiori che verranno usati è in tutta onestà una delle curiosità più imponenti che riguardano il Festival di Sanremo. Perché tra polemiche e brutto tempo non si sa mai cosa effettivamente ci aspetterà una volta che i riflettori sul palco si accenderanno e la scenografia verrà rivelata.

gerbere

Centrotavola con orchidee e papaveri bianchi per una tavola elegante

Nelle composizioni floreali la scelta del colore è un “termometro” della nostra sensibilità: possiamo scegliere un unico colore o miscelare tonalità differenti, per esprimere eleganza, allegria, romanticismo, e attraverso i fiori e la loro mescolanza rifletteremo stati d’animo, parole non dette e sensazioni di diverso tipo.

Centrotavola e segnaposto: due piccole idee

Oggi presentiamo due idee per decorare la tavola: considerando l’avvicinarsi delle feste natalizie, proponiamo un’ipotesi per un bouquet da utilizzare come centrotavola dalle ridotte dimensioni e una per un piccolo segnaposto. Lo stile delle due composizioni floreali è naturale e romantico, ed è declinato nei toni chiari dei lisianthus, dei ranuncoli e delle rose.

Composizione floreale per l’addio all’estate

“Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.”

E.Montale, Ossi di Seppia

Cosa porteremo con noi di questa estate che sta finendo? Iniziata tardi e passata, come tutte le estati, troppo in fretta, ha lasciato un gusto amaro, come quando viaggiando in macchina alla radio, cambiando stazione, trovi la tua canzone preferita ma non riesci a finire di ascoltarla perchè inesorabile arriva una galleria. Nella prima giornata uggiosa che il cielo ci regala, rispondo con un girasole, che è come avere un pezzettino di sole anche se il sole non c’è. Come guardare la fotografia di qualcuno che è partito.

Bouquet di ortensie, minigerbere, calle e margherite

 

“È tutto ciò che ho da offrire oggi –
Questo, e il mio cuore accanto –
Questo, e il mio cuore, e tutti i campi –
E tutti gli ampi prati –
Accertati di contare – dovessi dimenticare –
Qualcuno la somma potrà dire –
Questo, e il mio cuore, e tutte le Api
Che nel Trifoglio dimorano.”

E.Dickinson

Nei fiori stretti da nastri, nei profumi e nei colori,  è racchiuso l’ultimo omaggio che il futuro marito consegna all’amata prima delle nozze. Quello, e il suo cuore accanto: saranno i fiori più amati, e lei li stringerà tra le mani per tutto il giorno. Il bouquet è il frutto di una serie di tradizioni che si sono sovrapposte e mescolate nel corso dei secoli. In origine, era composto dalle aromatiche, soprattutto il mirto – la vera “pianta dello sposalizio”, il sempreverde che già nell’antica Grecia era simbolo dell’amore, della bellezza e dell’energia vitale –  che venivano scelte per il potere che si riteneva avessero di allontanare gli spiriti maligni che potevano incombere sulla felicità della coppia.

Centrotavola con rose e bacche di iperico

L’iperico, detto anche “cacciadiavoli” o “erba di San Giovanni“, è una pianta che storicamente è sempre stata considerata “magica”. Per quanto riguarda il primo soprannome, Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significasse “al di sopra”, ossia più forte delle apparizioni dell’oltretomba e del mondo infero, perciò venne soprannominato cacciadiavoli. Nel Medioevo invece veniva appeso alle finestre e  sulle porte per impedire ai demoni di entrare liberamente nelle case. Per quanto riguarda, invece, il secondo soprannome, anticamente chi si trovava per la strada nella notte della vigilia di San Giovanni quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, se ne proteggeva infilandoselo sotto la camicia con altre erbe, come aglio, artemisia e ruta. In molti paesi europei coloro che danzavano nella notte di San gGovanni intorno al fuoco si cingevano le tempie con le fronde di questa pianta e poi spenti i fuochi le gettavano sui tetti delle case per preservarle dai fulmini.