Quali sono i paesi meno amici dell’ambiente nell’Unione Europea?

I costi ambientali si contrappongono a quelle condotte virtuose in grado di produrre effetti positivi per l’ambiente, e misurano l’impatto delle attività umane e produttive e le conseguenze che vanno a ripercuotersi sulle soluzioni che dovrebbero determinare uno sviluppo sostenibile ambientale. L’unione Europea ha fissato l’obiettivo dell’abbassamento delle emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030, mettendo al primo posto delle priorità la modernizzazione del sistema produttivo in ottica ambientale , in modo da limitarne gli effetti sull’ambiente, migliorando quindi la vita dei cittadini dell’unione.

Questo impegno non potrà limitarsi al settore dell’industria e commerciale, ma dovrà partire dalla sensibilizzazione della opinione pubblica con un cambio di mentalità e una crescita culturale che andrà a coinvolgere anche le istituzioni scolastiche e universitarie. Molti paesi si stanno già impegnando a fondo per il raggiungimento di questo obiettivo, altre meno. Per capire se una nazione stia operando nella maniera giusta, sono stati effettuati degli studi basati sul raggiungimento di determinati parametri.

Ecco i paesi che dovrebbero fare qualcosa di più per ridurre i costi ambientali

Unione Europea
Unione Europea
Cipro

La piccola isola del Mediterraneo dovrebbe innanzitutto trovare dei metodi più efficienti per gestire le enormi quantità di rifiuti che vengono prodotti, che ammontano a 640 kg per abitante. Una cifra altissima se rapportata alla popolazione totale del paese. Il budget riservato dal governo cipriota sulle tematiche ambientali e le energie rinnovabili risulta essere insufficiente, e solo in Croazia si sta facendo peggio. Sono tantissimi gli aspetti da migliorare e per questi motivi Cipro è attualmente la nazione meno amica dell’ambiente in ambito comunitario.

Irlanda

Gli investimenti degli ultimi anni e le percentuali sulla raccolta differenziata sono da interpretare come segnali positivi sull’impegno del governo e dei cittadini irlandesi sui temi ecologici e ambientali, ma quello che manca è una virata decisa verso le energie rinnovabili, con una presenza ancora massiccia di combustibili fossili. Le tante foreste e la bassa densità abitativa (a parte la città di Dublino) incidono positivamente sulla qualità generale dell’aria, ma l’Irlanda potrebbe fare decisamente di più per ridurre i costi ambientali. 

Malta 

Altra isola, altri problemi legati alla sostenibilità. In questo caso il problema parte dalla ridotta quantità di spazi verdi presenti sull’isola, solo 8 m2 scarsi pro capite, e un comparto agricolo che stenta a decollare, a fronte di una cementificazione delle coste sempre più imponente. Inoltre, anche i parametri legati alla differenziazione dei rifiuti sono pessimi. Malta di fatto produce più rifiuti di paesi grandi e densamente abitati come la Francia.

Quali sono invece i 3 paesi più virtuosi? 
Svezia

Il paese scandinavo è all’avanguardia sulle tematiche ambientali e dovrebbe essere preso come esempio da molti altri paesi europei. Il 68% dell’energia prodotto in Svezia è di tipo rinnovabile, a fronte di una media europea che stenta ad arrivare al 26%. Inoltre, il 99% dei rifiuti viene riciclato in maniera sostenibile ( la media europea si attesta attorno al 61%), a testimonianza di un sistema efficiente e di una cultura green ormai consolidata.

Austria

Famosa per i suoi paesaggi mozzafiato, l’Austria sta facendo un lavoro molto efficace per rendere l’ambiente più sano e vivibile. La produzione di energia rinnovabile ha raggiunto il 33.5% e l’impegno del governo affinché questi numeri salgano ancora è costante e fattivo. Le emissioni di gas serra sono però ancora tra i più alti a livello comunitario.

Lettonia

Il paese baltico ricicla in maniera sostenibile soltanto il 25% dei suoi rifiuti e spesso il governo è costretto a trovare alternative per lo smaltimento. Ma l’ambito in cui la Lettonia eccelle è quello relativo alla produzione di energia pulita e alla presenza di aree verdi, con ampi spazi dominati da foreste e aziende agricole. 

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