Erbe medicinali, l’equiseto

L’equiseto (Equisetum arvense), noto anche con il nome comune di coda di cavallo o coda cavallina, è un genere di piante che cresce spontaneo nel sottobosco, vicino a corsi d’acqua e piccoli ruscelli. E’ caratterizzato da un fusto eretto e segmentato di colore verde o marrone dal quale si dipartono lateralmente i filamenti di colore verde ai quali la pianta deve la propria denominazione popolare.

All’equiseto vengono riconosciute proprietà medicamentose come rimineralizzante, disintossicante, diuretico e coagulante. In particolare, questa pianta medicinale deve la propria azione rimineralizzante all’elevato contenuto di silicio, minerale che, insieme a calcio e magnesio, contribuisce all’accrescimento osseo; sempre al silicio deve la propria efficcacia disintossicante, mentre stimola la diuresi in virtù del proprio contenuto di sali di potassio, flavonoidi e saponine (equisetonina).

Piante bulbose: la Ixiolirion tataricum

L’Ixiolirion tataricum è una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Amaryllidacee ed originaria dell’Asia centrale, sebbene la sua distribuzione si sia diffusa anche in alcune zone dell’Africa (Egitto) ed in Israele. E’ costituita da steli che possono raggiungere i 60 centimetri di altezza, e da foglie molto simili ai fili d’erba, lunghe, sottili e di colore verde chiaro. I fiori sono a forma di stella, viola o azzurri e si adattano perfettamente anche all’utilizzo come fiori recisi, vista la lunga durata.

E’ una pianta che si adatta sia al clima desertico che a quello estremamente freddo, considerando che i bulbi mal sopportano l’eccessiva umidità, preferendo piuttosto l’apparente disseccamento causato dal caldo o dal gelo. Alle nostre latidudini la sua coltivazione non è molto diffusa, ma non è escluso che in alcune zone d’Italia possa trovare le giuste condizioni di vita, ripagando l’amante del giardinaggio con una spettacolare esplosione di colore nella stagione primaverile.

Gerani, cure di settembre

Nonostante i gerani vengano normalmente coltivati come piante annuali è possibile garantire loro una sopravvivenza pluriennale, a patto però di somministrare loro le giuste cure in questo periodo dell’anno e durante l’inverno. Le piante infatti, dopo l’accrescimento registrato la scorsa primavera e l’abbondante fioritura estiva, si trovano adesso in uno stato di notevole prostrazione cui è assolutamente necessario porre rimedio, vediamo come:

Rinnovare la chioma

Per prima cosa occorre rinnovare la pianta eliminando gli scapi fiorali sfioriti (i fusti che portano le infiorescenze) che ancora permangono sulla piante, le foglie ormai secche e quelle ingiallite.

Integrare il terriccio

E’ facile inoltre che i vasi risultino carenti di terriccio e che le radici e il colletto del geranio risultino più o meno scoperti; correte subito ai ripari rimuovendo il primo strato di terriccio e sostituitelo con del terriccio nuovo che verserete fino a coprire le radici e il colletto.

Fioriture autunnali: la Fitolacca

Al genere Phytolacca appartengono diverse piante erbacee perenni appartenenti alla famiglia delle Phytolaccaceae, originarie dell’Africa, dell’America e dell’Asia. Le piante del genere Phytolacca, o Fitolacca, sono caratterizzate da fusti eretti ed arcuati dal color porpora, che formano dei cespugli ramificati sui quali spuntano, dall’estate fino all’autunno, dei fiorellini bianchi a stelle riuniti in pannocchie. Quando si avvicina la fine della fioritura, sulle pannocchie compaiono delle piccole bacche che, una volta matura diventano violacee o nere.

Nonostante queste bacche siano molto simili agli acini dell’uva, ricordate che tutte le parti della pianta sono velenose; la tossicità della Fitolacca è conosciuta da molto tempo, tuttavia, alcune parti di essa, vengono utilizzate in omeopatia, ovviamente con le dovute precauzioni. Alla Fitolacca vengono attribuiti effetti purganti e depurativi, inoltre, le bacche e le radici possiedono proprietà immunostimolanti e antinfiammatorie. Più comunemente la Fitolacca viene usata per fare i gargarismi contro tonsillite angina.

Prima della scheda con le caratteristiche colturali, eccovi una curiosità sulle origini del nome di questa pianta: Phytolacca deriva dal greco “phyton” che vuol dire “pianta” e dalla radice araba “lakk” che significa “lacca”, con riferimento al succo viola che emettono le bacche se vengono spremute.

Bulbose da piantare in autunno: la Romulea bulbocodium

La Romulea bulbocodium è una pianta bulbosa appartenente alla famiglia delle Iridacee ed originaria dell’Europa (in particolare della zona mediterranea). E’ caratterizzata da fusti molti corti, che raramente superano i 10 centimetri e da fiori particolarmente decorativi, costituiti da sei petali di colore viola e bianco.

La divisione dei bulbi si pratica proprio in questo periodo dell’anno (in autunno), per ammirare poi la splendida fioritura nella stagione primaverile. La Romulea bulbocodium è una pianta che si adatta alla decorazione di bordure, aiuole o giardini rocciosi, sebbene regali il meglio di sé come pianta tappezzante, avendo una notevole capacità di allargarsi. La coltivazione è abbastanza semplice, purché si rispettino le esigenze della pianta in fatto di luce e temperatura. Di seguito trovate la scheda relativa alla coltivazione.

Piante da giardino: l’Uva orisna

L’Uva orisna (Arctostaphylos uva-ursi) è una pianta originaria dell’America del nord e dell’Europa ed appartenente alla famiglia delle Ericacee, molto apprezzata alle nostre latitudini sia per l’adattabilità al clima freddo che per il meraviglioso spettacolo che offre in ogni stagione dell’anno. Si tratta di una pianta caratterizzata da fusti molto corti (raramente supera i 20 centimetri) di colore rossastro, che portano foglie a forma di spatola, lucide, di colore verde brillante in primavera-estate o rosse nella stagione invernale.

I fiori sono di colore bianco-rosato, riuniti in racemi, e fanno la propria comparsa nel periodo primaverile, prima di lasciare il posto a delle bacche rosse di forma tondeggiante, che coloreranno la pianta nel corso dell’estate. L’Uva orisna è molto decorativa e la si può trovare facilmente allo stato spontaneo. Questo non significa che non possa essere coltivata in ambito domestico, specie nella formazione di giardini rocciosi.

Piante da appartamento: l’Aglaonema pictum

Al genere Aglaonema appartengono una sessantina di piante da appartamento, particolarmente apprezzate per la bellezza del fogliame. Della loro resistenza abbiamo già trattato in un capitolo precedente, mentre in questa sede vogliamo occuparci di una varietà molto decorativa, l’Aglaonema pictum, appartenente alla famiglia delle Aracee ed originaria del sud-est asiatico.

I fusti possono raggiungere il metro e mezzo di altezza, ma ne esistono anche delle varietà nane, che difficilmente superano i cinquanta centrimetri. Le foglie sono lunghe e lanceolate, di colore verde brillante, con striature gialle, bianche o verde chiaro. In appartamento non sempre l’Aglaonema pictum riesce a fiorire, ma in particolari condizioni ambientali, mostra delle spate biancastre simili alle calle. La coltivazione è abbastanza semplice e non richiede interventi particolari, come dimostra la scheda che segue.

Dove coltivare gli anemoni giapponesi

Dopo avervi illustrato le caratteristiche colturali e le varietà, specie e ibridi degli anemoni giapponesi, vediamo come possono essere utilizzati in giardino. Innanzi tutto, per avere un bell’effetto anche quando ormai le altre piante non sono più fiorite, si può provare ad accostare diverse varietà di anemoni giapponesi oppure un folto gruppo della stessa varietà

Nelle bordure

Gli anemoni giapponesi possono essere usati in ogni tipo di bordura come elemento di fondo oppure di secondo piano, per dare un tocco di colore all’insieme, soprattutto se le specie già presenti sono solo verdi e non presentano più fiori

Come abbinamento

Gli anemoni giapponesi si prestano bene in abbinamento con le hosta che in autunno non hanno più fiori, oppure con le Compositae autunnali, o ancora davanti alle ortensie, o al piede delle rose. Altri abbinamenti efficaci sono fra le peonie arbustive oppure come contrasto alla phytolacca dai grappoli viola.

Piante grasse: l’Echidnopsis

L’Echidnopsis è una pianta grassa appartenente alla famiglia delle Asclepiadacee ed originaria dell’Africa, sebbene la sua diffusione si sia ormai allargata a tutte le zone a clima temperato del Globo. Comprende una ventina di specie ed è caratterizzata da fusti esagonali lunghi fino a mezzo metro, eretti o striscianti, che possono assumere colorazioni diverse a seconda della specie (verde chiaro o grigiastro). I fiori sono costituiti da cinque petali e fanno la propria comparsa nel periodo estivo, rallegrando l’ambiente con colori diversi a seconda della varietà (giallo, bianco. rosso o arancio).

Con il trascorrere degli anni, i fusti striscianti tendono a radicare nel terreno,  formando dei cespugli disordinati che possono raggiungere dimensioni considerevoli in larghezza. L’Echidnopsis generalmente si coltiva all’interno delle mura domestiche, vista la scarsa resistenza al freddo, ma nella bella stagione può anche essere spostata in giardino, proteggendola però dal sole diretto.

Anemoni giapponesi: ibridi, specie e varietà

Qualche tempo fa vi avevamo presentato gli anemoni giapponesi, delle piante erbacee perenni dalla fioritura autunnale, perfetti quindi per rallegrare il vostro giardino in questo periodo. Dato che gli anemoni giapponesi possono essere riprodotti anche in questo periodo, oltre che in primavera, vi presentiamo una piccola rassegna delle varietà e degli ibridi più noti e apprezzati. Prima dell’elenco, una curiosità: nonostante vengano chiamati “giapponesi”, questi anemoni sono originari della Cina, e solo erroneamente vengono attribuiti al Giappone.

Specie e ibridi

Anemone hupehensis. È una pianta erbacea di altezza compresa tra gli 80 e i 120 centimetri che in estate sviluppa dei fusti molto ramificati sui quali sbocciano dei fiori di colore bianco con sfumature rosa o color malva; i petali sono molto arrotondanti e costituiscono la peculiarità di questo tipo di anemone giapponese.

Anemone japonica. Il suo nome corretto sarebbe Anemone Hupehensis varietà japonica, e secondo le fonti, si sarebbe formata per mutazione naturale; si distingue dalla specie tipo per la forma dei tepali e per il colore, che è rosa intenso con sfumature violacee.

Fiori da piantare in autunno: l’Armeria marittima

Del genere Armeria abbiamo già trattato in qualche capitolo precedente, descrivendone l’etimologia, gli usi e le specie più interessanti. In questa sede, invece, vi presenteremo una delle varietà più diffuse ed apprezzate, l’Armeria marittima, appartenente alla famiglia delle Plumbaginacee ed originaria dell’Europa. E’ una pianta caratterizzata da foglie lineari e sottili, che formano cuscini molto decorativi di colore verde brillante.

Nella stagione primaverile, tra le foglie si formano dei lunghi steli, che portano fiori bianchi o rosa riuniti in ombrelle. L’Armeria marittima è particolarmente indicata per la decorazione di bordure ed aiuole e si adatta alla coltivazione anche in zone con inverni rigidi. Nel caso si vogliano formare dei nuovi cuscini in giardino, è proprio l’autunno il momento migliore per dividere i cespi, interrando direttamente a dimora la nuova piantina, affinché abbia modo di fiorire nella primavera successiva.