Piante medicinali, il Maqui

Maqui (Aristotelia chilensis) è una pianta medicinale, nota anche con il nome di Clon, appartenente alla famiglia delle Eleocarpaceae che conta circa dieci generi e quattrocento specie diffuse in Asia, Australia e Sud America. E’ un arbusto sempreverde che si erge fino a 4-5 metri di altezza e viene coltivato sia a scopi ornamentali che medicinali. Più precisamente l’albero è originario della flora spontanea cilena ma è stato adattato alla coltivazione in climi freddi temperati; la pianta infatti è stata introdotta in Inghilterra nel ‘700 e nel’900 negli Stati Uniti, dove viene indicata con il nome di Chilean wineberry. Cresce bene in terreni umidi, ricchi di humus, leggermente alcalini, sia al sole che in penombra, adattandosi senza alcun problema anche a temperature inferiori a 0 °C. Un albero solo è in grado di produrre dieci chili di frutti nell’arco di sette anni.

In particolare, è il succo delle bacche, che fanno al propria comparsa fra dicembre e gennaio, ad avere proprietà terapeutiche come antidiarroico, mentre l’infuso delle foglie viene utilizzato per curare il mal di gola oltre che come analgesico e febbrifugo. Il frutto, dal sapore dolciastro, è ricco di antocianine (cianidine e delfinidine), sostanze antiossidanti responsabili della loro colorazione purpurea e, con tutta probabilità, di molte delle proprietà medicinali che gli vengono attribuite.

Nei paesi di origine viene impiegato per la preparazione di succhi di frutta, gelati e marmellate oltre che di una bibita alcolica chiamata teku. Sul mercato sembra siano disponibili già da tempo integratori a base di maqui, le cui proprietà sembrano essere paragonabili a quelle delle ben più note bacche di acai berry. Anche per il loro utilizzo valgono le esortazioni alla prudenza (il fatto che siano estratti di sostanze naturali non significa che non abbiano controindicazioni) e il consiglio di sentire il parere del proprio medico prima di assumerli.

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