Composizione floreale per l’autunno

“Perché amiamo la donna che è nostra moglie? La sua bocca respira l’aria di un mondo che conosco; per questo amo quella bocca. Le sue orecchie odono la musica che io potrei cantare per tutta la notte; per questo amo le sue orecchie. I suoi occhi si rallegrano delle stagioni della terra: e così io amo quegli occhi. La sua lingua conosce la pesca, il ribes, la menta, il limone:io amo sentirla parlare. Perché la sua carne conosce il caldo, il freddo, l’afflizione, io conosco il fuoco, la neve e il dolore.Esperienze condivise, sempre. Milioni di tessuti che formicolano. Escludi due sensi: e la vita si dimezza, immediatamente. Noi amiamo ciò che conosciamo, amiamo ciò che siamo. Una causa comune, la causa comune della bocca, dell’occhio, dell’orecchio, della lingua, della carne, del cuore, dell’anima.”

R. Bradbury, Il popolo dell’autunno

Siamo entrati nell’autunno a grandi passi: giornate ancora terse che si alternano a pioggia e nebbia, siamo a metà strada tra l’estate e l’inverno, ci ricordiamo il passato da poco e assaggiamo quanto verrà. Il profumo della terra umida, della legna che inizia a bruciare nei caminetti, la natura che gradualmente cambia: in autunno ogni foglia diventa un fiore.

Nelle immagini, due composizioni, una in vaso e una in spugna.Nel vaso, posizionato dentro una vecchia lavatrice, sono state abbinate piante tipiche di questa stagione, come le eriche e la Physalis alkekengi, a peperoncini gialli, piccoli ciclamini bianchi e rosa, edera cascante. Come decorazione, ho aggiunto ricci, zucche ornamentali, pigne, radici e fettine di arancio essicate. Nella composizione in spugna, sono state utilizzate ortensie, parthenocissus e bacche di Pyracantha (o agazzino) di un arancione vivace. Quest’ultimo è un arbusto ornamentale molto diffuso, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, rustico, sempreverde, che in autunno produce frutti rossi, gialli o arancioni.Il suo nome deriva dal greco e significa “spina di fuoco” a causa delle numerose spine presenti sui rami.

Si ringraziano Serena e Fabio del Grotto del Giuvan di Salorino (Svizzera)

Per informazioni http://www.grottodelgiuvan.ch/

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