Esistono molte piante definite “velenose” perchè se toccate o mangiate possono essere molto dannose per la salute. In realtà però le piante, anche le più velenose, possono avere delle caratteristiche che le rendono piante medicinali o curative. Quello che quindi rende tossica una pianta per chi la tocca o la consuma, può in realtà essere un fattore molto positivo nel caso in cui si voglia utilizzare la pianta tossica per fini medici o curativi.
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Ad esempio, diversi funghi sono tossici, ma da altri sono stati ricavati la penicillina e antibiotici vari; dalla digitale pupurea si estrae la digitalina e dall’efedra si estrae l’efedrina che sono importanti cardiotonici. E si tratta in tutti e due i casi di piante velenose. Ovviamente, per poter apprezzare i principi attivi e i benefici di queste piante senza danni alla persona, gli estratti dalle piante velenose devono essere acquisiti e assunti nelle giuste dosi e modalità.
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Un altro esempio è la belladonna, pianta tossica famosa fin dall’antichità per i sui effetti miorilassanti. Attenzione ad assumere un decotto o a mangiarne le foglie: gli effetti potrebbero essere letali, eppure è possibile assumere la belladonna in preparati galenici o omeopatici per controllare lo stress.
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Per molto tempo la belladonna è stata utilizzata come farmaco anestetico chirurgico ed è stato grazie alla belladonna che si è potuta sintetizzare in laboratorio l’atropina, l’alcaloide usato in oculistica per dilatare la pupilla.