Piante tappezzanti: l’Helxine

helxine

La Helxine (altrimenti detta Soleirolia soleirolii) è una pianta appartenente alla famiglia delle Urticacee ed originaria dell’area mediterranea, particolarmente diffusa in Sardegna ed in Corsica. Si tratta di una pianta tappezzante caratterizzata da fusti sottili e foglie di piccole dimensioni, tondeggianti e dal colore verde chiaro. Anche i fiori sono di colore verde, anche se scarsamente decorativi, e fanno la propria comparsa nel periodo estivo.

Coltivare la Helxine è operazione piuttosto semplice ed in breve tempo si possono ottenere dei larghi tappeti, ideali per coprire zone morte del giardino, aiuole e bordure. Volendo, la si può coltivare anche in vaso, all’interno delle pareti domestiche, ove tenderà a crescere come una pianta ricadente, non trovando lo spazio necessario alla crescita in larghezza. Ricordiamo in particolare la varietà aurea, caratterizzata da foglie di colore bianco o giallo, e la varietà argentea, caratterizzata da foglie tendenti al grigio.

Browallia, ovvero il Fior di zaffiro

browallia

La Browallia (comunemente chiamata Fior di zeffiro) è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Scrophulariacee ed originaria dell’America meridionale, particolarmente apprezzata per la caratteristica ed abbondante fioritura. Presenta sottili fusti brunastri e foglie ovali ed appuntite dal colore verde brillante, con venature molto evidenti. I fiori sono a forma di stella, colorati di blu o di viola, sebbene alcune specie siano caratterizzate dal colore bianco o arancio.

Generalmente la Browallia viene coltivata in vaso, in modo da poterla ricoverare con facilità tra le pareti domestiche nella stagione fredda, non sopportando temperature inferiori ai 5°C. Non è rara però la sua coltivazione in piena terra, nella decorazione di bordure ed aiuole, dove mostrerà la sua bellezza per una sola stagione, prima di disseccare al primo freddo. Le varietà più diffuse sono la Browallia speciosa, la Browallia viscosa e la Browallia grandiflora.

Palme, fiori e frutti

fiori di palma

I fiori di palma

I fiori delle palme sono di solito piccoli e poco vistosi ma assumono un certo risalto grazie al fatto di presentarsi riuniti in infiorescenza; il loro colore varia dal grigio al bianco crema, ma non mancano i fiori di palma nelle tonalità del lilla, rosa, malva e arancione mentre, quanto al loro aroma, essi possono sia emettere un gradevole profumo che sprigionare un fastidioso olezzo. La loro permanenza sulla pianta è piuttosto breve, durano un giorno ma anche meno, e la loro comparsa si verifica solo su palme mature, fermo restando che l’epoca della fioritura varia molto tra una specie e l’altra.

I fiori di palma crescono tra le guaine fogliari o al di sotto di esse e possono restare semi nascosti nella chioma o sporgersi e farsi evidenti, come nelle specie Washingtonia filifera e Brahea armata. L’infiorescenza nel suo insieme viene chiamata spadice mentre il suo fusto principale viene chiamato peduncolo e può essere spesso e legnoso o sottile e delicato.

Surfinie e petunie: come farle durare di più

surfini e petunie

In questo periodo, i vivai propongono vasetti di petunie e di surfinie da collocare in contenitori più adatti ad essere collocati sui davanzali o bei balconi: queste annuali, infatti, insieme ai gerani, sono le piante che più frequentemente adornano le fioriere. La caratteristica principale di surfinie e petunie è che garantiscono un’abbondante fioritura, ma, essendo delle piante annuali, per quanto vi possiate impegnare, con l’arrivo dell’inverno esse termineranno il loro ciclo vitale. Quello che potere fare, però, è prolungare la loro fioritura. Vediamo come fare.

La prima operazione da compiere è la messa a dimora; procuratevi del terreno soffice e di buona qualità; sbriciolatelo nei contenitori definitivi e mescolatelo con del fertilizzante in granuli a cessione programmata.

Svasate la pianta, cercando di aprire il pannicolo di radici che si sarà formato per consentire ad esse di esplorare il nuovo vaso; sistemate la pianta nel contenitore facendo attenzione a non rovinare le radici; nel ricoprirla considerate che il livello del terriccio si abbasserà via via che annaffierete e che, comunque, dovrà essere reintegrato una volta al mese.

La rotazione dei bulbi

rotazione dei bulbi

Uno dei lavori da fare in giardino o nel terrazzo in questo periodo è mettere a dimora i bulbi a fioritura estiva o autunnale, come i gladioli oppure le Dahlie. I bulbi devono essere interrati a gruppo in modo da ottenere, una volta fioriti, delle macchie di colore nei vasi o nelle aiuole. Il terreno nel quale piantare i bulbi non dovrebbe averne ospitati altri, e una settimana prima di impiantarli andrebbe smosso.

Vediamo come procedere alla messa a dimora dei bulbi: scavate una buca larga e profonda circa una volta e mezzo il diametro di ogni bulbo, mettendo da parte il terreno che togliete; pur stando nella stessa buca, i bulbi non devono stare appiccicati, mentre la parte più bassa deve essere sistemata verso il basso.

La poltiglia bordolese, cos’è, come si usa

poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese è uno dei più antichi anticrittogramici esistenti dal momento che viene impiegata in agricoltura e nel giardinaggio da oltre 100 anni; deve l’appellativo di bordolese al fatto di essere stata utilizzata per la prima volta proprio nella città francese di Bordeaux ed è caratterizzata da un basso grado di tossicità. Si tratta di una miscela di solfato di rame (a ph acido) e calce (sostanza alcalina) disciolti in acqua che reagendo tra loro danno vita a composti acidi, neutri o basici a seconda delle proporzioni tra le due sostanze: le miscele acide svolgono un’azione tempestiva ma possono danneggiare la vegetazione sulla quale si utilizzano, quelle alcaline agiscono con maggiore lentezza, ma la loro efficacia è più persistente anche grazie alla maggiore adesività dovuta agli abbondanti quantitativi di calce.

La poltiglia bordolese

La poltiglia bordolese agisce su una moltitudine di funghi delle piante (peronospora, antracnosi, blak rot, corineo, monilia, fusicocco, ruggine, ticchiolatura, cilindrosporiosi, septoriosi, escoriosi, vaiolatura, alternaria, cercospora) e può essere usata su diversi tipi di colture: vite, pomacee, drupacee, olivo, agrumi, nocciolo, fragola, piccoli frutti, barbabietola da zucchero, riso, tabacco, oleaginose, ortaggi a foglia, frutto e bulbo, floricole, piante ornamentali e forestali. Le dosi d’impiego della poltiglia bordolese non possono essere indicate a priori ma dipendono dalla stagione, dal clima, dalla rigogliosità della pianta e dall’aggressività del fungo che si vuole contrastare.

Lapageria rosea, il fiore del Cile

lapageria rosea

La Lapageria rosea è una pianta appartenente alla famiglia delle Philesiacee ed originaria del Cile (non per niente viene chiamata anche il fiore del Cile), sebbene la sua diffusione sia ormai a livello planetario. Presenta fusti sottili, che si allungano per un paio di metri, portando foglie ovali ed appuntite dal colore verde scuro.

Nella tarda primavera mostra il meglio della sua bellezza con fiori campanulati e pendenti, rosa, rossi, bianchi o screziati, isolati o riuniti in racemi. Nella stagione autunnale, invece, compariranno delle bacche commestibili, sferiche e scarsamente interessanti dal punto di vista ornamentale. Generalmente la Lapageria rosea viene coltivata come pianta da appartamento, ma laddove la temperatura lo consenta è possibile anche tentare l’allevamento in piena terra, magari collocandola nei pressi di un muro che possa ripararla dei venti invernali.

Oleandro, i consigli per curarlo al meglio

oleandro

Per crescere sano e rigoglioso, l’oleandro ha bisogno di alcune semplici attenzioni, vediamo insieme. Innanzi tutto è fondamentale sapere come e quando annaffiarlo; questa pianta ha bisogno di pochissima acqua, e in ogni caso sopporta meglio la siccità che l’eccesso.

Se viene coltivato in terra, le radici sono in grado di reperire l’acqua in base alle loro necessità se invece viene coltivato in vaso bisogna stare attenti sia ai ristagni sia a non far seccare le radici. Un buon modo per annaffiare la pianta senza sbagliare è quello di procedere dal basso, versando l’acqua nel sottovaso affinché venga assorbita tramite i fori di drenaggio.