La branca delle piante galleggianti non è una delle più chiacchierate quando si parla di botanica comunemente: solo chi ha laghetti artificiali o acquari ha un vero interesse. Superiamo questo gap, informandoci sulla loro tipologia e sui benefici che li riguardano.
Wolffia e Victoria Cruziana, due tipologie opposte
Le tipologie di piante galleggianti sono numerose, divisibili per grandezza e capacità floreale, ma ce ne sono due davvero importanti e gradevoli che meritano di essere viste più nello specifico perché l’esatto opposto una dell’altra. Abbiamo la Wolffia, i cui fiorellini (ed in generale la pianta stessa, N.d.R.) sono grandi quanto un granello di polenta, e la Victoria cruziana il cui diametro spesso supera i 3 metri.
Di altrettanto pregio sono: la Stratiotes aloides o ananas acquatica, il giacinto d’acqua, l’Aeschynomene fluitans o felce galleggiante e la Trapa natans o castagna d’acqua.
Benefici della piante galleggianti nell’acqua
Le piante galleggianti apportano dei benefici nell’acqua che non è possibile ignorare:
- Assorbono i nitriti, e quindi purificano l’acqua. E’ per questo che vengono usate all’interno degli acquari e spesso anche per la fitodepurazione delle acque.
- Assorbono CO2 per svilupparsi. Non solo dall’acqua ma dall’atmosfera, aiutando a combattere quindi l’inquinamento
- Proteggono i pesci eliminando l’ammoniaca prodotta dagli escrementi ed i metalli pesanti presenti.
- Apportano ossigeno.
Più in generale la presenza di questo tipo di esemplare favorisce la creazione di un ecosistema equilibrato dove la vita acquatica riesce non solo a sopravvivere ma prosperare. E questo è valido sia per i grandi acquitrini che per le vasche fai da te.
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