Pilea, pianta dei fuochi d’artificio.

pilea

Il nome di queste piante deriva da un voca­bolo latino, pileo, che stava a indicare lo speciale berretto di feltro che i Romani por­tavano nei giorni di festa. Ebbene, una delle parti interne del fiore della pilea ha una struttura identica a quella del copricapo che usava a Roma una ventina di secoli fa. Per completare la presentazione della pilea, ricorderemo che lo strano modo con cui vie­ne disseminato il polline dei suoi fiori (fe­nomeno evidente soprattutto nella Pilea mu­scosa) ha meritato a questa specie il generi­co nome volgare di «pianta artiglieria» o «pianta dei fuochi d’artificio». Il lancio del polline avviene per solito di prima mattina quando comincia a spirare il vento, la cui brezza provoca la schiusura dei boccioli e lo scatto del filamento che trattiene le antere che contengono il polline. I boccioli si apro­no a intervalli regolari e quindi anche il polline viene lanciato con ritmo ben preci­so, proprio come una scarica d’artiglieria.

Come pianta da appartamento, ma anche per decorare cortili interni, verande o le aiuole del patio, purché in posizione riparata dal sole, in ambiente piuttosto fresco d’estate e decisamente tiepido d’inverno. La pilea, infatti, non sopporta temperature inferiori ai 12-15 °C.

Soltanto la specie P. muscosa può essere coltivata anche in piena terra, in giardino e può sopportare anche temperature inferiori, ma non di molto, ai 10 °C.

La pilea si coltiva come le altre piante da ap­partamento: in posizione luminosa, in am­biente non troppo caldo e privo di correnti d’aria. Il terriccio deve essere sempre fre­sco, ma non troppo inzuppato, perché que­sta pianta assorbe facilmente l’acqua (se dal vaso l’acqua non potesse defluire facilmente, gli steli, che sono abbastanza succulenti, su­birebbero un processo di marciume, depe­rendo rapidamente e lasciando cadere tutte le foglie).

Poca acqua dunque, ma abbastanza di fre­quente, senza lasciar mancare alla pianta qualche irrorazione, da praticare con un va­porizzatore ogni settimana. La pilea ha anche bisogno di concimazioni ogni quindici giorni, a base di estratto di al­ghe. Per favorire l’assorbimento della solu­zione nutritiva, si consiglia di muovere di frequente il terriccio di superficie, usando un piccolo rastrello per non ledere le radici. Quando le piante tendono ad allungarsi ec­cessivamente, è bene cimarle per provocare la nascita di germogli presso la base e quin­di far assumere ai cespi un bel portamento compatto ed elegante. Le cure indicate per la pilea conservata in casa sono praticamen­te identiche a quelle da praticare agli esem­plari che si coltivano all’aperto.

Lascia un commento