Erbe aromatiche: il rabarbaro

rabarbaro

Il rabarbaro, il cui nome scientifico è Rheum officinale, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Polygonaceae, che cresce spontaneamente in Europa e in Asia. Le piante appartenenti al genere Rheum, che sono circa 60, sono caratterizzate da un rizoma carnoso e da cespi che possono raggiungere altezze anche di tre metri.

Il rabarbaro è una pianta molto antica, pare addirittura che venisse coltivata in Asia già 2700 anni avanti Cristo; il suo nome attuale lo dobbiamo ai Greci che al sostantivo “ra” che indicava questa erbacea, aggiunsero l’aggettivo “barbaron”, ossia coltivato in terre barbare. Il rizoma di questa pianta possiede un caratteristico sapore amaro dalle ha proprietà aromatiche e medicinali, ovvero è in grado di stimolare l’appetito e le funzioni digestive.

Fisicamente, il rabarbaro possiede grossi gambi rossastri che vengono usati in cucina per confezionare marmellate, foglie grandi di colore verde con sfumature rosse, e fiori giallastri, verdi o rossi che spuntano in estate. Il terreno ideale per questa aromatica è quello leggero e sciolto; predilige le esposizioni sol beggiate o a mezz’ombra. Per quanto riguarda le annaffiature, esse devono essere regolari, e gli va fornito del concime organico; inoltre, ogni cinque anni le piante di rabarbaro vanno divise per essere più produttive.

Il metodo migliore per riprodurre il rabarbaro è la divisione dei cespi,  che può essere fatta in primavera o in autunno; sempre in primavera può essere seminato. Il momento migliore per la raccolta è la fine dell’estate. Per quanto riguarda la conservazione, le radici vanno fatte essiccare dopo averle spezzettate, gli steli possono essere cotti per produrre marmellate oppure canditi.

Oltre ad essere benefico per la digestione, l’infuso di rabarbaro fa bene anche il fegato e a combattere l’inappetenza, magari assumendone due cucchiai prima dei pasti. Il rabarbaro è molto usato anche nel settore liquoristico per la produzione di amari digestivi e come ingrediente per gli apertivi.

Lascia un commento