Henna: origine e uso di una pianta antica

Siamo tutti a conoscenza della tinta luminosa chiamata comunemente hennè, un preparato che si ricava dalla pianta Henna da cui trae il suo nome. In questo articolo ci occuperemo proprio della sua origine e del suo utilizzo come fonte di sostanza benefica, curativa e protettiva da parte di popoli che fin da tempi assai remoti cominciarono a diffonderne le proprietà e gli impieghi.

Il nome botanico di questa pianta è Lawsonia inermis, e deriva dal nome del medico botanico inglese John Lawson che la descrisse in un libro pubblicato a Londra nel diciottesimo secolo; inermis invece si riferisce al fatto che spesso la pianta è priva di spine.

Questa pianta è originaria dell’Africa nord-orientale e ancora oggi fra i maggiori produttori troviamo paesi come la Tunisia, l’Egitto, il Sudan e l’Arabia Saudita. In effetti, il nome Henna, quello con cui è maggiormente conosciuta, è arabo e rimanda all’impiego di questa pianta da parte di culture arabe-islamiche, che la utilizzano ancora oggi non solo per decorare il corpo (in caso di cerimonie, matrimoni o particolari rituali) ma anche come rimedio contro vari problemi legati alla pelle (infiammazioni, ematomi, foruncoli o herpes) grazie alle sue proprietà astringenti e antisettiche. Per questo risulta un buon tonico per la pelle di tutto il corpo, compresa la cute, dove riduce la produzione di forfora.

Nei paesi occidentali, invece, l’uso dell’hennè è comunemente associato quasi esclusivamente alla tintura dei capelli. Dall’essiccamento delle foglie della pianta ridotte in polvere, mescolate ad acqua tiepida, si ottiene una mistura pastosa di colore verdognolo che si applica direttamente sui capelli e che rilascia una tinta che varia dal color ruggine al mogano. Oggi viene venduta in qualsiasi erboristeria come tintura naturale.

Una curiosità: nei paesi islamici medio-orientali le decorazioni floreali sulle mani e sui piedi delle donne, distinguono quelle giovani da quelle pronte al matrimonio. L’henna simboleggia infatti la maturità piena e la fecondità legate ad una completa femminilità, raggiunta in seguito all’arrivo delle mestruazioni e alla crescita morale e intellettuale. Sono solo le donne adulte o sposate a riportare sul loro corpo tali decorazioni ed è durante il matrimonio che la sposa mostra agli invitati le sue mani ricoperte di henna sottoforma di motivi floreali, per indicare a tutti il passaggio rituale che sta per compiere.

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