Cancro del kiwi, dalla Commissione Europea via libera per le misurie di emergenza

kiwi

Forse non tutti lo sanno, ma l’Italia è il maggiore produttore mondiale di kiwi: solo nel 2010 sono state raccolte ben 416mila tonnellate di questo frutto. Ora però un pericolo è in agguato e minaccia le coltivazioni: si tratta del cancro del kiwi provocato dal batterio dell’actinidia, scientificamente, Pseudomonas syringae pv. Actinidiae (PSA), che attacca le piante di kiwi ma che non è nocivo per l’uomo. La situazione è così grave che la Commissione Europea è pronta a dare assistenza finanziaria agli Stati membri che decidono di attuare una campagna di eradicazione della malattia.

La decisione arriva dal Comitato europeo per la sicurezza alimentare ed animale, che ha dato il via libera alle proposte della Commissione Europea per introdurre delle misure di emergenza per combattere il batterio dell’actinidia che rischia di distruggere le coltivazioni di kiwi.

Cos’è il cancro del kiwi?

Come dicevamo il cosiddetto cancro del kiwi è prodotto da un batterio che si sviluppa in ambienti umidi e freschi, attraverso vento o pioggia, non ha caso il periodo di maggiore diffusione è l’autunno. Nonostante sia molto dannoso per le piante di kiwi, non è nocivo né per l’uomo né per gli animali.

I batteri del PSA usano le cicatrici e le aperture delle piante come punto di ingresso e una volta dentro colonizzano i tessuti causando l’inibizione del metabolismo dell’ossido nitrico della pianta. L’attacco del batterio può provocare nella pianta macchie sulle foglie, cancri al ramo o al tronco, avvizzimento dei fiori e, nei casi più grave, addirittura la morte della pianta.

La campagna di eradicazione della malattie promossa dalla Commissione europea entrerà in vigore già da novembre e prevede l’introduzione di misure rigorose per evitare la diffusione della malattie e di limitare le importazioni di piante e di polline nei Paesi dove non è presente il batterio. Nessun problema, invece, per l’esportazione, in quanto queste misure non riguarderanno il commercio dei kiwi dato che il batterio non si trasmette attraverso i frutti.

 

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