Afide lanigero del pioppo, insetto parassita

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L’afide lanigero del pioppo è un parassita che predilige un solo ospite ma che quando colpisce risulta essere uno degli afidi capaci di più danni in assoluto sulla pianta colpita. E’ un insetto che interessa particolarmente chi in giardino possiede esemplari di questo tipo o abita vicino ad una boscaglia.

L’afide lanigero del pioppo è un rincote appartenente alla famiglia dei Floeomizidi. E’ al pari di tutti gli altri insetti della sua tipologia molto piccolo in dimensioni. Il suo colore è grigio più o meno intenso a seconda della fase di sviluppo nella quale si trova ed il suo danno è causato dall’attività trofica che mette in atto per nutrirsi. Questi afidi prediligono il fusto e le grosse branche del pioppo per raggrupparsi in colonie ed infestare la pianta. Fate molta attenzione in tal senso anche ai vostri alberi bonsai che non posseggono la stessa resistenza dei loro fratelli “maggiori”.

Le colonie di afidi lanigeri del pioppo sono ricoperte da una secrezione cerosa biancastra, di aspetto lanoso, che è il sintomo primario delle infestazioni in atto sugli esemplari. Il danno causato da questi parassiti non è solo quello di tipo trofico sopra citato che colpisce la corteccia. Essa infatti reagisce all’inoculazione saliva contenente sostanze tossiche. Essa porta ad una leggera deformazione della corteccia con necrosi caratterizzate in seguito da lesioni cancerose sia alla scorza che in parte si stacca, sia ai tessuti sottocorticali. Il deperimento della pianta dopo l’attacco è lento ma costante e non solo: diventa maggiormente sensibile alla comparsa di cancri e carie. Il suo ciclo vitale porta questo afide ad essere attivo in pratica tutto l’anno tranne che nel periodo invernale.

La lotta contro l’afide lanigero del pioppo è di tipo chimico. Quella diretta si esegue in primavera ne mese di maggio e si agisce previo campionamento a seconda che si conduca all’esterno o in un contesto protetto come quello di un vivaio. Cosa si deve utilizzare? Degli oli bianchi attivati con fosforganici.

Photo Credit | CRA

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