L’arabetta contro l’inquinamento dei terreni

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Esiste una fioritura, spontanea in numerose zone d’Italia, che potrebbe risolvere il problema dell’inquinamento dei terreni. Una pianta quasi invisibile, spesso poco considerata perché tra l’altro infestante. Ma che potrebbe davvero rappresentare uno scudo efficace contro le sostanze nocive che si appropriano della nostra terra. Parliamo dell’arabetta.

Lo avreste mai immaginato? Eppure questo fiore semplicissimo nella sua composizione e nel suo aspetto è in grado di modificare sostanzialmente ed in meglio la composizione chimica dei terreni. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell’Università  francese di Lille e dell’Università di Verona. Lo hanno scoperto nel corso di alcuni studi svolti su una particolare specie di arabetta, l’Arabidopsis Halleri.

Questa variante in particolare avrebbe dimostrato in laboratorio una spettacolare efficacia nell’immagazzinare metalli pesanti. Una sua peculiarità indovinata grazie alla capacità di crescere molto vicina ad insediamenti minerari (è conosciuta in nord Italia come il “fiore delle miniere, N.d.R.). Gli scienziati non hanno fatto altro che verificare se effettivamente potesse essere adatta alla “phytoremediation”, la tecnica di risanamento dei terreni dai metalli pesanti che utilizza le piante non adatte all’alimentazione e consente di combattere l’inquinamento con metodi naturali, con un impatto ambientale pressoché nullo e a costi moderati.

L’arabetta è in grado di assorbire con molta facilità cadmio e zinco, risanando automaticamente il terreno. Gli scienziati sono ora al lavoro per modificare geneticamente la pianta e consentirle un assorbimento più ampio da parte della pianta stessa. La tecnica della phytoremediation per combattere l’inquinamento sta dando risultati ottimali anche in altri paesi. Un esempio? Negli Stati Uniti si lavora sul pioppo per l’assorbimento del selenio e del mercurio. Mentre in Danimarca la senape indiana è usata per assorbire il paracetamolo. Il must è forse quello raggiunto dalla Repubblica Ceca, dove le alghe servono per rimuovere le sostanze farmaceutiche dalle acque.

L’arabetta oltre che basilare per la genetica e la medicina (parliamo del primo genoma mai completato, N.d.R) è funzionale anche contro l’inquinamento: cosa si può volere di più da una pianta?

Photo Credit | Wikimedia

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