Primo fiore nello spazio? L’arabetta comune

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Nell’ipotetica necessità dell’uomo di vivere nello spazio, la prima cosa che deve essere verificata non è solo la nostra capacità riproduttiva, ma anche quella delle piante, per noi vitali per più di una motivazione. A tal proposito sapevate che Nasa ed Esa hanno provato a far fiorire fuori dalla terra un esemplare di arabetta comune?

Uno dei fiori più diffusi nel globo e da tempo immemorabile utilizzati per sperimentazioni vegetali di ogni genere, a partire dalla genetica per finire con la botanica: è questa la motivazione che ha spinto l’Agenzia Spaziale Europea e quella statunitense a scegliere l’Arabidopsis thaliana per tentare l’impresa di far riprodurre e fiorire una pianta nello spazio. Di esemplari vegetali ne sono stati portati diversi in questi anni ma non si era ancora mai tentato di far riprodurre il fiore “cavia” in simili condizioni.

L’esperimento, i cui risultati sono consultabili sul sito della Nasa man mano che lo stesso procede, rischiava di subire una scarsa procedura d’arresto se in questi giorni la capsula Dragon, inviata vero la ISS, la stazione spaziale internazionale, non fosse riuscita ad agganciarla. Nonostante tutto puntasse contro di lei (tre dei quattro motori di manovra hanno subito pesanti malfunzionamenti N.d.R.) tutto si è risolto nel migliore dei modi, rendendo possibile il rifornimento di Growth-1.  “Crescita 1”: davvero un bel nome per una simile missione che può essere riassunta, in tutta semplicità, come un esperimento di giardinaggio condotto in condizioni di microgravità.

Quella che vi abbiamo presentato nel post è la piantina ormai cresciuta, dalla quale ci si aspetta la fioritura, ma nel corso dei mesi, sebbene l’intera faccenda sia passata sotto silenzio, sono stati diversi gli stadi seguiti con attenzione dalla Nasa. Quella della sopravvivenza di specie animali e vegetali nel cosmo è una porzione di conoscenza che sebbene non vi siano ancora i presupposti per una nostra permanenza esclusiva nello spazio è bene iniziare a studiare. E l’arabetta comune può aiutarci in questo.

Photo Credit |ESA

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