Tecniche di propagazione: la margotta

margotta

La margotta è una tecnica di propagazione delle piante, usata in alternativa alla talea, che si basa sul far radicare un ramo ancora attaccato alla pianta madre. Una volta scelto il ramo da far radicare, va incisa la corteccia con un coltello, e asportato un anello all’incirca dell’altezza del diametro del ramo; una volta tolta la corteccia, va cosparso sulla parte rimasta un ormone radicante, e poi va circondato con il terriccio o con la torba.

A questo punto, il resto dell’anello senza corteccia con il terriccio va avvolto in un sacchetto di plastica scuro in modo da conservare l’umidità necessaria per far avvenire la formazione delle radici, anche se ogni tanto bisognerà comunque bagnare il terriccio con una siringa. Quando il sacchetto sarà pieno di radici, bisognerà separare il ramo della pianta madre e metterlo a dimora n un vaso. Il periodo migliore per propagare le piante con la tecnica della margotta è maggio-giugno, perché le temperature sono più alte e stabili.

Lantana, la pianta sempreverde del Sud America

Lantana

La Lantana è una pianta appartenente alla famiglia delle Verbenacee, originaria dell’America centro meridionale, che comprende circa 150 specie di piante arbustive perenni. I fiori sono tubulosi con la caratteristica di cambiare colore: sbocciano e poi cambiano tonalità con il passare dei giorni; queste piante fioriscono dalla primavera all’autunno.

La Lantana può essere coltivata all’aperto, a condizione di essere protetta in modo appropriato nelle zone particolarmente fredde, perché è molto sensibili al gelo; è possibile coltivarla anche in vaso, da tenere riparato in inverno e da trasferire all’aperto da maggio fino ad inizio autunno. Le Lantane necessitano di luce e di un terreno drenato e fertile, da annaffiare molto durante l’estate e da inumidire appena durante l’inverno. La moltiplicazione della Lantana può essere fatta sia per semina sia per talea, e va messe a dimora in questo periodo esponendola al pieno sole e annaffiandola abbondantemente.

Melo decorativo, come prendersene cura

melo decorativo

Il Malus communis, ovvero il melo appartiene alla famiglia delle rosacee; questa pianta non è solo un albero da frutto, perché ci sono delle specie ornamentali molto decorative, che garantiscono bellissime fioriture in primavera oltre ai caratteristici frutti.

Il melo decorativo va piantato in pieno sole, su un terreno non calcareo, fresco e fertile, ed è importante non fargli mai mancare l’acqua, soprattutto durante la maturazione dei frutti. La concimazione va effettuata d’autunno con concime organico, mentre in primavera con concime minerale composto. Il periodo migliore per la messa a dimora del melo va da metà ottobre fino a fine novembre; l’ideale è piantarlo in buche di circa 80 centimetri di larghezza e di profondità, con l’aggiunta, nel fondo, di terriccio miscelato; dopo averlo messo a dimora, è necessario annaffiarlo molto.

Iris, caratteristiche e cure

iris

L’iris è il fiore chiamato comunemente giaggiolo, che deve il suo nome a Iride, la messaggera degli dei; la forma popolare giaggiolo è dovuto alla sua forma, che ricorda il ghiacciolo. Le iris possiedono una forma molto semplice, tre petali verso l’alto e tre verso il basso, e per questo sono state spesso riprodotte nei manoscritti per impreziosirli o come simbolo di una città, come nel caso del giglio di Firenze, che in realtà è una iris, ma viene chiamata erroneamente giglio perché i due fiori appartengono allo stesso gruppo botanico.

Sotto il nome di iris sono comprese 200 specie di piante della famiglia delle Iridacee; in floricoltura i giaggioli vengono comunemente divisi in due gruppi: iris bulbosi e iris rizomatosi. Il giaggiolo più conosciuto è l’iris germanica, ovvero il cosiddetto “giglio di Firenze”, con i fiori di colore bianco con delle striature viola.

Piuttosto comune è anche l’iris di S. Antonio, tutto viola e dai fiori molto profumati. Esistono anche delle varietà di iris di colore blu, giallo, rosa e rosso scuro, e il loro significato nel linguaggio dei fiori è buona novella.

Euphorbia milii, caratteristiche e cure

Euphobia milii

L’Euphorbia milii appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, ed è una piccola e graziosa pianta grassa da vaso dalla fiorente vegetazione. Le foglie sono verde chiaro, persistenti e oblunghe, e si trovano in fondo agli steli dotati di spine; i fiori sono piccoli e bianchi, ma possono essere decorati dalle brattee a forma di corolla di colore rosso, rosa o gialle.

L’Euphorbia milii teme i forti sbalzi di temperatura e i repentini cambi di esposizione che possono provocare la perdita delle foglie; la condizione termica ideale per questa pianta è sopra ai 10°C e la posizione ottimale è in piena luce ma non al sole diretto.

Choisya ternata, l’arancio messicano

Choisya ternata

La Choisya ternata è una pianta sempreverde che appartiene alla famiglia delle Rutaceae e che con il tempo, diventa un cespuglio alto più o meno due metri. La Choisya ternata è una bellissima pianta decorativa, ancora poco conosciuta, dalle foglie di colore brillante e molto profumate.

Il nome comune della Choisya ternata è arancio messicano, una denominazione che indica sia la provenienza, sia la somiglianza dei suoi fiori con quella delle arance; questi fiori possiedono un colore bianco, sono molto profumati e sbocciano a maggio e in autunno. L’ambiente ideale dell’arancio messicano è il mare al riparo dai venti: questa pianta, infatti, ama il clima mite e detesta il freddo e il gelo.

Erica, il fiore della Brughiera

erica

L’erica è una delle piante coltivate nei giardini, anche in vaso, che più caratterizzano il paesaggio della brughiera; resistente, caparbia, duttile e indubbiamente bella, l’erica è in grado di resistere per molti anni compiendo progressi quasi impercettibili fino a quando, dotatasi di un esteso apparato radicale, inizia a crescere e fiorire oltre ogni attesa.

Con il nome erica si indica un genere ricco di oltre 500 specie sempreverdi, arbustive e suffruticose, diffuse su una vasta area, con caratteristiche morfologiche e agronomiche piuttosto distanti. Le eriche sono piante multiformi e versatili, con specie adatte ai terreni calcarei e varietà adatte ai terreni acidi, con periodi di fioritura diversi che possono coprire quasi tutto l’anno.

L’erica più diffusa è l’Erica darleyensis, un ibrido creatosi in modo spontaneo in un vivaio inglese alla fine del 1800, che ha ottenuto un rapido successo per la crescita vigorosa, l’elevata adattabilità, la lunga fioritura, ed il portamento compatto che la rende idonea a formare macchie alle quali serve una manutenzione veramente minima. I fiori dell’Erica darleyensis, sono campanulat, e durano molti mesi: da novembre fino a maggio. Sono riuniti in rami lunghi dagli 8 ai 15 centimetri, e possono essere bianchi, rosa, porpora o bicolori; le foglie sono molto piccole e possono avere diverse tonalità di colore.

La manutenzione invernale degli impianti di irrigazione

impianti di irrigazione

In questo periodo dell’anno è necessario sottoporre l’impianto di irrigazione automatico ad alcune operazioni di manutenzione che hanno l’obiettivo di mantenere in buono stato l’impianto fino alla prossima primavera.

Nelle zone particolarmente fredde, in cui ci sono periodi di temperature inferiori allo zero, l’impianto di irrigazione automatico sia interrato che esterno deve essere svuotato dall’acqua rimasta all’interno, perché l’acqua, gelando, aumenta di volume e potrebbe rompere le tubazioni e le apparecchiature. Le tubazioni possono essere svuotate attraverso due operazioni: apertura della valvola di drenaggio posta nella parte più bassa della linea, oppure utilizzando l’aria compressa.

La propagazione delle piante grasse

piante grasse

La propagazione delle piante grasse è piuttosto facile; la moltiplicazione vegetativa è la tecnica più rapida per ottenere nuove piante ed è l’unico sistema per poter riprodurre gli ibridi. La semina è un metodo più lento, ma permette di ottenere molti esemplari e di creare nuovi incroci in modo estremamente economico.

La tecnica più comune di moltiplicazione vegetativa è la talea, che consente di ottenere nuovi esemplari con le stesse caratteristiche della piante madre. Molte piante grasse emettono rami laterali che si possono staccare facilmente con una semplice trazione, oppure si può prelevare una talea di fusto, tagliando la parte apicale con un coltello sterilizzato e molto affilato. La talea va lasciata su un ripiano a riposare per circa una settimana affinché si cicatrizzi la superficie di taglio.

Alcune piante grasse si possono moltiplicare facilmente per talea di foglia; staccate delicatamente una foglia da una rosetta o da un fusto, e lasciatela riposare qualche giorno affinché si formi il callo, quindi piantatela inserendo la base in sabbia quasi asciutta. Dopo una settimana inizierà a formarsi una nuova piccola rosetta, e la foglia da cui eravate partiti avvizzirà; a questo punto potete iniziare a bagnare, ma con moderazione.

La ginestra, coltivazione e cure

Ginestra

Al genere Genista appartengono 75 specie di piante arbustive ed arboree rustiche, di facile coltivazione. Originaria dell’Europa, Asia Minore e Africa settentrionale, la Ginestra appartiene alla famiglia delle Papilionaceae. Queste piante sono particolarmente indicate per essere messe a dimora in giardino in questo periodo dell’anno, in piena terra, come esemplari isolati, per rivestire piccole scarpate o per decorare il giardino roccioso.

Prediligono posizioni soleggiate e, in questo caso, i fiori che sbocciano durante l’estate assumono colorazioni più accese; una volta poste a dimora, le piante devono essere abbondantemente annaffiate; durante l’inverno annaffiate solo in mancanza di piogge.

Il significato dei fiori

fiori

I fiori hanno un proprio linguaggio e questo fatto si è tramandato nel corso dei secoli. Quando acquistiamo o regaliamo un fiore dobbiamo prestare particolare attenzione al tipo e al colore. Questo perchè ci sono fiori specifici ed adatti ad ogni occasione.

Subito dopo il salto, per non incappare in qualche errore vedremo insieme il significato di alcuni tra i principali fiori.

Arriva l’autunno: è ora di riportare in casa le piante da appartamento

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A breve le temperature cominceranno ad abbassarsi e quindi bisogna riportare in casa tutte quelle piante d’appartamento trasferite all’esterno nel corso dei mesi caldi.

La prima azione da compiere è quella di pulire in profondità il fondo del vaso e di acquistare dei sottovasi.
Le piante poi dovranno essere sistemate lontano da fonti di calore e possibilmente in un luogo in cui i raggi solari non colpiscano direttamente le foglie. Attenzione particolare alle piante grasse che necessitano di luoghi molto freschi e luminosi .

In genere viene sconsigliato di posizionare le piante all’ingresso della casa o dell’appartamento, luogo che come ben sappiamo spesso è buio, soggetto anche a forti correnti d’aria e piuttosto freddo. Ideale invece l’ambiente caldo (ma non troppo) della cucina. Inoltre non dimentichiamo che quasi tutte le piante d’appartamento sono di origine tropicale: hanno quindi bisogno di umidità. Umidità che ad esempio può essere ottenuta vaporizzando tutti i giorni le foglie delle piante.