Divieto di plastica sulle spiagge. Dopo la Sicilia, arriva il caso pugliese

Plastica-spiaggia

Non ci siamo e non possiamo essere contenti di come viene “trattato” il divieto di plastica sulle spiagge. Anche la Puglia rinuncia, ed è un colpo al cuore per l’ambiente. Non si tratta di una battaglia ideologica, visto che ormai anche i sassi sanno che ci sono enormi isole di plastica nei nostri oceani.

Il divieto doveva essere quel passo avanti per sensibilizzare l’opinione pubblica e le aziende, e invece si sta rivelando un flop. Un flop perché la giustizia da ragione alle aziende, perché le amministrazioni non hanno coraggio, perché si rinvia sempre la difesa dell’ambiente per favorire l’economia.

La Puglia rinuncia al divieto di plastica

Molte amministrazioni, locali e regionali, avevano emesso delle ordinanze per difendere l’ambiente contro la plastica monouso, almeno sulle spiagge. Portatevi i vostri piatti e bicchieri da casa, non costa nulla, invece di usare un bicchiere per buttarlo subito.

E invece vince l’economia dell’usa e getta, con il Tar siciliano che ha dato ragione ai produttori di stoviglie monouso e alla Federazione Gomma Plastica-Unionplast, che avevano fatto ricorso contro le ordinanze di diversi comuni per vietare la plastica in spiaggia. Subito dopo anche il Tar pugliese ha emanato la stessa stessa sentenza, mandando a “farsi friggere” le buone intenzioni delle amministrazioni locali, per una volta sensibili al tema ambientale.

In Puglia, la Regione aveva emanato un’ordinanza ad aprile, per impedire che in spiaggia arrivasse la plastica monouso classica delle domeniche al mare. No a cannucce, stoviglie e contenitori per alimenti non compostabili.

Ma le aziende hanno fatto ricorso, sfidando il buon senso, e hanno vinto. In tribunale, Spinel Café, Mineracqua, Italgrob, Assobibe e Confida, hanno chiesto la sospensione dell’ordinanza. E hanno vinto. Il Tar ha accolto la richiesta perché le regioni non avrebbero la possibilità legale di emettere tali ordinanze.

La legge per dare questo diritto alle regioni non c’è, e quindi nessuna ordinanza “nell’esercizio della potestà concorrente” può essere emessa anche se per “finalità di tutela ambientale nell’ambito di una materia qualificata come trasversale”.

Questo perché il Governo non ha recepito la direttiva, sia nazionale che europea. A dire la verità, nessun paese in Europa ha ancora attuato la direttiva 2019/903 della UE, per bandire la plastica dal luglio 2021, e quindi l’Italia non è sola stavolta.

Se lo Stato non si muove, nessuna regione potrà invocare la “potestà legislativa in materia”.

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