Piante aromatiche: il finocchio selvatico

finocchio selvatico

Il finocchio selvatico è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Ombrelliferae, che cresce spontanea nelle regioni mediterranee e che in Italia è diffusa nelle zone costiere; questo arbusto, il cui nome botanico è Foeniculum vulgare si sviluppa nei luoghi soleggiati, incolti e secchi anche se è possibile trovarlo nelle zone erbose.

Il finocchio selvatico si presenta con il fusto ramificato alto fino 150 centimetri, i fiori piccoli e gialli raccolti in grandi ombrelle con 5 o 6 raggi, in cima ai quali si formano i frutti, generalmente chiamati semi, che possiedono il caratteristico aroma dolce e piccante allo stesso tempo.

Per coltivare il finocchio selvatico è necessario seminarlo in piena terra e non in vaso, in quanto ha bisogno di molto spazio, in un terreno fertile e senza ristagni idrici; in primavera può essere moltiplicato anche per divisione de cespi. Per quanto riguarda la raccolta, bisogna tagliare le ombrelle quando i frutti sono quasi giunti a maturazione e poi batterle per raccogliere i semi; anche le foglie del finocchio selvatico vengono utilizzate, e per poterlo fare al meglio bisogna coglierle in primavere e usate fresche.

Il finocchio selvatico è molto usato in cucina per aromatizzare i piatti a base di pesce e di carne, gli insaccati, le insalate, nella preparazione di alcuni formaggi e liquori, ed è l’ingrediente di molte ricette regionali. Il finocchio selvatico possiede anche numerose proprietà terapeutiche: è molto stimolante e digestivo e favorisce l’espulsione dei gas intestinali; inoltre è anche un ottimo antisettico, basti pensare che i suoi semi sotto forma di infuso vengono usati per fare gli sciacqui contro l’alito cattivo e per fare impacchi da applicare nelle zone cutanee infiammate. Attenzione, però: abusare delle preparazioni ottenute dai semi del finocchio selvatico può essere pericoloso, in quanto risultano irritanti per uso esterno e lievemente narcotici per uso interno.

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