Manina, il fungo a forma di corallo

Tra in funghi dalla forma più curiosa offerti da Madre Natura troviamo la Ramaria flava, meglio conosciuta con il nome di Manina o Ditola gialla. Si tratta di un fungo caratterizzato da un fusto tozzo, sodo, solitamente di colore bianco, dal quale partono diverse ramificazioni, che fanno somigliare il fungo ad un corallo. Le stesse ramificazione sono di colore giallo e di consistenza fragile,

La carne della Manina è tenera, specie in giovane età, bianca e tendente all’acquoso. La Ramaria flava viene considerata un fungo ottimo in diverse regioni d’Italia, mentre in altre se ne evita la raccolta per via della larga reperibilità di altri funghi più conosciuti. In realtà il sapore della Manina è oltremodo gradevole specie se si raccolgono esemplari giovani. La consumazione dell’esemplare vecchio, oltre al sapore acidulo, potrebbe provocare disturbi intestinali come diarrea e mal di stomaco. E’ bene ricordare che la parte commestibile del fungo è quella a ridosso del gambo, mentre le estremità delle ramificazioni possono risultare amarognole.

DOVE TROVARE LA MANINA. La Manina si trova facilmente nei boschi di latifoglie e conifere soprattutto nel corso della stagione autunnale. La Manina si trova come esemplare solitario, ma anche in folte e caratteristiche colonie.

COME CUCINARE LA MANINA. La Ramaria flava può essere cucinata come un comune fungo, ovvero con olio, sale, prezzemolo ed aglio, ma solo dopo essere stata bollita in acqua. Per diminuire il rischio di tossicità, infatti, è consigliabile cuocere la Manina ed eliminare l’acqua della prima bollitura, per poi trattare il fungo come una Russula o come un Galletto, ad esempio. Ricordiamo inoltre che la Manina si presta perfettamente alla preparazione di sughi e ragù.

COME CONSERVARE LA MANINA. Come ogni altro fungo commestibile, la Ramaria flava può essere conservata in freezer, previa cottura e seguendo il procedimento sopraindicato.

Per concludere ricordiamo che la certezza della bontà di un fungo può essere assicurata solo dal parere di un esperto. Se non siete cercatori esperti, rivolgetevi ad un micologo della Asl per avere la certezza che il fungo raccolto sia davvero commestibile.

Photo Credits: mycoweb.narod.ru

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