L’origine del nome latino di queste piante non è del tutto certa, tuttavia sembra che esso derivi dal vocabolo latino capsa, ossia cassa, in riferimento alla forma dei frutti, che sono appunto cavi come una scatola.
Invece, il nome comune del peperoncino, come del resto per il peperone, deriva quasi certamente dal greco peperi ossia pepe e fu attribuito a queste piante in relazione al sapore acre e piccante della polpa dei loro frutti.
Anche nel linguaggio floreale il peperoncino è presente con una simbologia che fa riferimento all’ardore che può essere spento solo da una amorosa corresponsione.
Queste graziose piante trovano impiego sia in giardino sia sul balcone come bordura, sulla roccaglia, nel bordo misto o come elemento di colore ai margini dell’orto. In cassetta, sul balcone, costituiscono un elemento di curiosità e, potendo operare una certa rotazione, i vasi si possono utilizzare anche come elemento decorativo per l’appartamento, senza dimenticare che i peperoncini quando sono ancora freschi e turgidi costituiscono un prezioso apporto per le composizioni cosidette «secche», miste di fiori e frutti o di fiori e verdure. È opportuno ricordare che i frutti del peperoncino ornamentale sono piccantissimi e, una volta essiccati, servono in cucina in sostituzione della normale paprica.
È importante tener presente che il peperoncino non sopporta l’umidità stagnante, ma soffre la siccità; quindi per ottenere piante resistenti con fruttificazione abbondante bisogna mantenere il terriccio fresco ma non troppo bagnato.
Per quanto riguarda le altre norme colturali non vi sono difficoltà e si procede come per i peperoni normali.
L’unica eccezione è offerta per la concimazione, operazione importante, dalla quale dipende la colorazione più o meno intensa dei frutti: è opportuno ridurre la quantità di fertilizzante e magari abbreviare la distanza fra una concimazione e l’altra, soprattutto se la coltura avviene in vaso.
Quando i peperoncini sono maturi, cioè quando il loro colore raggiunge la massima intensità, si possono raccogliere gli steli tagliandoli a pochi centimetri dal terreno e utilizzarli come «composizione secca», dopo averli appesi per qualche giorno a testa in giù per farli asciugare. Volendo usare i frutti per insaporire le vivande, basta staccarli, farli essiccare su un vassoio e sbriciolarli. È sufficiente un pizzico di polvere per insaporire il contenuto di una pentola della capacità di circa 3-4 litri.
I peperoncini coltivati a scopo ornamentale sono tutte varietà e «forme» derivate dalle seguenti due specie:
- C. annuum, presenta due varietà: la cerasi-forme con frutti globosi e la conoìdes con frutti oblunghi; il colore dei frutti varia dal rosso, al giallo, all’avorio, al verde, a volte anche con belle sfumature viola.
- C. frutescens, alta 60-70 cm, ha frutti ovali-allungati, rossi, di sapore molto forte.