Psilla del pero, insetto parassita

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La psilla del pero è uno degli insetti più pericolosi riconducibili a questo specifico ospite. Non solo si tratta di uno dei fitofagi più invalidanti questa pianta, ma è anche uno dei più resistenti grazie ad una lotta chimica mal condotta nei suoi confronti negli ultimi anni. Scopriamone insieme le caratteristiche.

In alcune zone, dove la lotta integrata alla psilla del pero non è ancora arrivata, la sua presenza rappresenta un grave problema, a differenza di ciò che accade nella maggior parte dei moderni frutteti dove questo insetto parassita può anche giungere ad essere problematico ma comunque risolvibile senza operazioni troppo complesse grazie allo stop dell’utilizzo di insetticidi ad ampio spettro ed alla ripopolazione dei naturali antagonisti della psilla. Questo insetto è lungo circa 2,5-3 mm ed è di colore ocra, nocciola o bluastro a seconda dello stadio di sviluppo mentre le ali sono trasparenti e posizionate in modo molto simile a quello di un’ape. Le larve sono di colore compreso tra il giallo e l’arancio che scaturiscono nel bruno nerastro man mano che si avvicinano allo stato di ninfe.

E’ questa loro forma giovanile a causare i maggiori danni alle piante di pero colonizzando i germogli, le giovani foglie, i giovani rami e meno di sovente, i frutti. In ogni caso la loro presenza è evidente grazie alla forte produzione di melata. Il danno causato dalla psilla del pero è diretto e indiretto: le punture trofiche attraverso le quali si nutrono causano deformazioni ed arresti vegetativi e necrosi nel primo caso; asfissia e deperimento accompagnato da scottature nel caso della presenza di melata. Ed infine, ma non per importanza, questo insetto è vettore della moria del pero, una grave malattia.

La lotta contro la Psilla è guidata ed integrata ed avviene solo se l’infestazione supera determinati livelli. Si agisce attraverso prodotti biotecnologici chitino-inibitori ed Olio bianco e con l’immissione dei suoi antagonisti naturali.

Photo Credit | Regione Campania

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