Tignola della vite, insetto parassita

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La tignola della vite è un insetto che può essere in grado di apportare danni di una certa entità alle colture d’uva. Se si è dei contadini specializzati nella produzione di vino, questo piccolo animaletto è senza dubbio uno dei pericoli più temuti.

La tignola della vite è un lepidottero appartenente alla famiglia dei Cochilidi e pur dando vita a sole due generazioni l’anno, con la sua presenza è in grado di infestare in modo molto netto grandi aeree settentrionali del nostro paese. L’insetto adulto, non pericoloso a livello trofico, è una farfalla di medie dimensioni, con una apertura alare di circa 1-1,5 cm. Il suo colore è giallastro con una striscia trasversale sulla parte mediana delle ali tra il bruno ed il nerastro, tranne sulla parte posteriore delle ali,dove il colore tende ad essere di un grigio-giallastro molto più uniforme.

I problemi iniziano a presentarsi con le larve di prima età: il loro colore inizialmente tenente al molto chiaro, si trasforma man mano in verdastro, violaceo e in bruno rossastro. La loro lunghezza è di solito pari ad 1-1,2 cm. Il ciclo biologico della tignola della vite parte con lo svernamento come crisalide sotto la scorza della pianta o in piccoli anfratti. Gli adulti iniziano a sfarfallare in primavera e depongono le prime uova intorno alla fine di aprile-inizio maggio. Le larve di prima generazione si insediano di solito sul grappolo fiorale, mentre quelle di seconda generazione, più vicine al momento della vendemmia, si instaurano sugli acini di fase di crescita ed invaiatura e possono persistere fino al mese di ottobre sulla pianta prima di sfarfallare.

Di solito la lotta contro la tignola della vite viene eseguita dopo un preciso campionamento delle viti colpite e si agisce su diverse soglie di intervento,anche se nelle zone a rischio, con le larve di seconda generazione si tende al contrario ad agire immediatamente. Sono principale due i metodi di attacco prediletti: l’uso di trappole sessuali per evitare che i maschi fecondino, e l’utilizzo di virus o batteri pericolosi per l’insetto ma non per la pianta o l’uomo.

Photo Credit | Cromos-agro.Hr

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