Piante aromatiche: il finocchio selvatico

finocchio selvatico

Il finocchio selvatico è una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Ombrelliferae, che cresce spontanea nelle regioni mediterranee e che in Italia è diffusa nelle zone costiere; questo arbusto, il cui nome botanico è Foeniculum vulgare si sviluppa nei luoghi soleggiati, incolti e secchi anche se è possibile trovarlo nelle zone erbose.

Il finocchio selvatico si presenta con il fusto ramificato alto fino 150 centimetri, i fiori piccoli e gialli raccolti in grandi ombrelle con 5 o 6 raggi, in cima ai quali si formano i frutti, generalmente chiamati semi, che possiedono il caratteristico aroma dolce e piccante allo stesso tempo.

Per coltivare il finocchio selvatico è necessario seminarlo in piena terra e non in vaso, in quanto ha bisogno di molto spazio, in un terreno fertile e senza ristagni idrici; in primavera può essere moltiplicato anche per divisione de cespi. Per quanto riguarda la raccolta, bisogna tagliare le ombrelle quando i frutti sono quasi giunti a maturazione e poi batterle per raccogliere i semi; anche le foglie del finocchio selvatico vengono utilizzate, e per poterlo fare al meglio bisogna coglierle in primavere e usate fresche.

Ixora coccinea, caratteristiche e coltivazione

Ixora

L’Ixora coccinea è un piccolo arbusto originario dell’India appartenente alla famiglia delle Rubiaceae; questa pianta in natura può arrivare ai 150 centimetri di altezza, ma in vaso riesce a mantenersi entro il metro. L’Ixora possiede fusti sottili e legnosi, foglie ovali e lucidi e piccoli fiori a quattro petali generalmente di colore rosso, anche se esistono varietà in giallo, bianco, rosa e arancione. Per ottenere una vegetazione più omogenea è consigliato potare la pianta in autunno, ovvero quando i rami resteranno spogli.

L’Ixora è una pianta che predilige le posizioni luminose, e l’esposizione ai raggi diretti del sole per alcune ore al giorno, infatti teme il freddo e il gelo, e per questo in inverno va accolta in casa, in una zona luminosa e lontano dalle fonti di calore. Nei mesi caldi ha bisogno di essere annaffiata regolarmente, avendo cura di mantenere il terreno sempre umido ma mai con ristagni d’acqua. Ogni 20 giorni circa e opportuno irrorare del concime per piante da fiore unitamente all’acqua di annaffiatura.

Il marciume radicale

marciume radicale

Il marciume radicale è provocato da un fungo chiamato armillaria mellea, che attacca soprattutto le piante arboree ed è riconoscibile dalla comparsa sotto la corteccia di placche dalla forma a ventaglio di colore bianco crema; anche le piante ornamentali ne possono essere colpite soprattutto se non sono coltivate correttamente.

Se una pianta è stata colpita da marciume radicale, presenta rami deboli, foglie clorotiche e un crescita faticosa. Il marciume radicale può colpire in ogni periodo dell’anno, soprattutto le piante debilitate o che hanno delle lacerazioni sul tronco, e si manifesta in caso di terreni poco drenati oppure in presenza di acqua stagnante.

Il Carrubo

carrubo

Il carrubo è un albero originario del bacino meridionale del Mediterraneo, presente in Italia nelle isole maggiori e sul promontorio dell’Argentario; il suo nome botanico è Ceratonia siliqua. Questa pianta può raggiungere un’altezza di 10 metri, è molto longeva, basti pensare che può arrivare a 500 anni, ed è caratterizzata da un tronco robusto dalla corteccia liscia, dai fiori piccoli e riuniti in grappoli dal colore verde o rossastro, e dai frutti che si chiamano carrube.

La carruba possiede un sapore dolciastro che ricorda quello del cioccolato; questo frutto richiede una lunga masticazione, ma bisogna stare attenti ai semi che, essendo molto duri, possono danneggiare i denti. Le carrube possono essere conservate per diverse settimane all’interno di sacchetti di plastica chiusi sistemati in luoghi freschi e asciutti.

Piante da appartamento: le Codonanthe

Codonanthe

Il genere Codonanthe comprende una decina di piante sempreverdi appartenenti alla famiglia delle Gesneriaceae, originarie dell’America centro-meridionale. Queste piante sono caratterizzate dai fusti sottili e poco ramificati, lunghi circa 40 o 50 centimetri, le foglie sono ovali di colore verde scuro e lievemente carnose; durante tutto l’anno producono dei piccoli fiori dalla forma di una trombetta allungata di colore bianco o crema che vengono seguite da bacche dalla forma di una piccola oliva di colore rosso o arancio quando raggiungono la maturazione.

Le Codonanthe sono perfette come piante da appartamento soprattutto se vengono sistemate nei cesti appesi, perché i fusti ricadono in maniera elegante. Tra le varietà più diffuse ci sono la Codonanthe carnosa e la Codonanthe crassifolia, che presenta i fusti sfumati di colore rosso che diventano legnosi.

Zamioculcas zamiifolia

Zamioculcas zamiifolia

La Zamioculcas zamiifolia è una pianta sempreverde succulenta nativa della Tanzania dalla crescita piuttosto lenta ma dalle dimensioni piuttosto imponenti, ideale per chi ha spazio in casa e poco tempo da dedicare alla cura delle piante. La Zamioculcas è costituita da grossi fusti carnosi nei quali crescono foglie cuoiose dall’aspetto lucido, e, se è coltivata bene, durante l’anno produce delle inflorescenze giallo-marrone. La Zamioculcas è la perfetta pianta da appartamento perché è molto resistente e si adatta a qualsiasi coltivazione.

La Zamioculcas ama le posizioni luminose ma lontane dai raggi del sole e d’inverno va ricoverata all’interno in modo da riparla da freddo e posizionarla vicino alla finestra; questa pianta va annaffiata ogni 7 o 10 giorni, facendo attenzione a non provocare ristagni idrici, e da marzo a ottobre le va fornito del concime per piante succulente sciolto nell’acqua di annaffiatura ogni 15 giorni.

Arnica montana contro le contusioni

Arnica Montana

L’arnica montana è un’erba medicinale perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae, alta dai 20 a i 60 centimetri, caratterizzata dai grandi fiori gialli dall’odore aromatico, che sono la parte più usata in fitoterapia. L’arnica montana è nota alle popolazioni europee e ai nativi americani da secoli, anche se è stata descritta per la prima volta nel XVI secolo dal naturalista Tabernae Montanus, che le diede il nome attuale.

L’arnica montana è diffusa nella parte europea che va dalla Penisola iberica alla Scandinavia passando per i Carpazi, mentre è assente in Gran Bretagna e piuttosto rara in Italia; cresce soprattutto nei terreni poveri e dai substrati aridi, comunque sempre nelle zone montane e, infatti, è assente nelle pianure. A causa delle coltivazioni intensive questa pianta sta diventando sempre più rara e infatti appartiene alla flora protetta.

Tecniche di moltiplicazione: l’innesto

innesto

L’innesto è una tecnica di moltiplicazione delle piante che si realizza con la fusione di due parti di esse, ovvero quella basale chiamata portinnesto o soggetto, e quella aerea denominata nesto o oggetto; a volte l’innesto può essere realizzato con l’aiuto di una terza parte definita intermediario. In pratica l’innesto consiste nel saldare sul portinnesto una parte del nesto, cioè una porzione di ramo o una gemma, ottenendo, così, un’unica pianta formata da due parti diverse, la cui fusione avviene grazie al callo che si compone tra le due superfici tagliate.

L’innesto è molto usato in floricoltura, in frutticoltura e nel giardinaggio soprattutto per la moltiplicazione delle piante legnose, sporadicamente per quelle erbacee. Per far riuscire bene l’innesto è necessario creare dei tagli il più possibile coincidenti e nel periodo più propizio ovvero in primavera e alla fine dell’estate.

Tarassaco, ovvero il dente di leone

Tarassaco

Il tarassaco è il classico fiore giallo che si trova nei prati, meglio conosciuto come “dente di leone” e “piscialletto”; il suo nome botanico è Taraxacum officinale, e si caratterizza per i suoi fiori dal colore giallo brillante che appaiono nei prati tra aprile e ottobre, e per la sfera lanuginosa che si forma al termine della fioritura, comunemente chiamata “soffione”, perché di solito i bambini si divertono a soffiarne gli acheni che si disperdono nell’aria, diffondendone i semi.

Il tarassaco è una pianta dalle grandi proprietà medicinali e nutritive, ad esempio le sue foglie sono ricche di vitamine e di sali minerali e possono essere mangiate crude in insalata, e i suoi frutti, ovvero delle piccole bacche, sono ricchi di vitamina C; in fitoterapia, oltre alle foglie vengono utilizzate soprattutto le radici, che sono raccolte in primavera, e che possono essere mangiate crude in insalata o anche cotte; molte ricerche hanno dimostrato che la radice di tarassaco favorisce a prevenzione dei calcoli e stimola le funzioni epatiche.

Vediamo adesso quali sono i principali impieghi del tarassaco in fitoterapia; il decotto di radici è utile per tonificare e calmare le irritazioni della pelle, l’infuso è adatto per chi soffre di stitichezza o di cattivo funzionamento del fegato, e inoltre è un buon diuretico; se il problema è una costante sensazione di stanchezza, l’ideale è una cura a base di steli fioriti da mangiare in insalata una volta staccato il fiore, perché servono a ridare vigore all’organismo.

Camellia Japonica “Charles Cobb”: caratteristiche e cure

Camellia Japonica Charles Cobb

La Camellia japonica della varietà “Charles Cobb” è una bellissima pianta dal fiore doppio con petali che, una volta aperti, si presentano disposti in modo irregolare, di colore rosso intenso con delle piccole antenne gialle tra i petali; le foglie sono lucide, dalla forma ovale e dal margine seghettato. Questa pianta si trova fiorita già a partire da fine anno. 

Quando decidete di acquistare una Camellia Japonica “Charles Cobb” sceglietene una ad inizio fioritura per essere certi della corrispondenza fra cartellino e varietà indicata; questa pianta richiede un’ombreggiatura parziale nelle ore centrali, specie nelle regioni calde; durante la stagione estiva va innaffiata anche tutti giorni, usando acqua morbida. Il terreno deve essere soffice e leggero, ricco di sostanza organica e ben drenato, ovvero che trattiene l’umidità.

Piante invernali: la Bergenia

bergenia

L’inverno è la stagione ideale per la Bergenia, che d’estate viene considerata quasi un’erbaccia, mentre nella stagione fredda vede sbocciare dei mazzetti di fiorellini campanulati dal colore che va dal bianco al porpora, che durano per diverse settimane. La Bergenia è una pianta sempreverde originaria dell’Asia centro-meridionale, appartenente alla famiglia delle Saxifragaceae e caratterizzata da una forte resistenza: si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno, anche a quelli rocciosi e calcarei, e non necessita di grandi cure, se non la rimozione dello scapo al termine della fioritura.

Le Bergenie non hanno particolari esigenze per quanto riguarda l’esposizione, anche se preferiscono i luoghi ombreggiati per non rischiare che il sole bruci le foglie. La Bergenia ha bisogno di grandi quantità d’acqua durante il periodo che va da marzo a ottobre, mentre l’annaffiatura può esser sospesa nel periodo invernale; in ogni caso controllate che il terreno non sia troppo asciutto.

I parassiti delle piante: l’Iphantria

iphantria

L’Iphantria è un lepidottero originario del nord America, introdotto in Europa negli anni 40 e in Italia attorno al 1975, che si è diffuso velocemente dalla Val Padana a tutta l’Italia attraverso i mezzi di trasporto. L’azione di questo parassita è piuttosto grave perché è in grado di causare ingenti danni alle latifoglie.

L’Iphantria è una farfalla bianca dall’apertura alare di 25 o 30 millimetri, che depone uova di colore verde pallido; quando sono neonate le larve consumano le superfici fogliari, e poi, una volta cresciute mangiano l’intera foglia della quale restano solo le nervature. L’Iphantria è in grado di attaccare circa 200 specie di piante, anche se predilige le latifoglie arbustive e quelle arboree, e anche gli alberi da frutto.

Bardana per avere una pelle perfetta a Capodanno

bardana fiore

Se volete avere una pelle perfetta per Capodanno iniziate a prepararla utilizzando le proprietà della bardana, un’erba molto depurativa. La bardana è una pianta erbacea diffusa in tutta Italia dal nome botanico di Arctium lappa, le cui proprietà curative sono note fin dall’antichità. Le parti della bardana più usate in fitoterapia sono i rizomi e le radici perché sono molto diuretici e stimolano le funzioni del fegato, depurando tutto l’organismo, e contribuendo ad abbassare i livelli del colesterolo e della glicemia.

Inoltre, la bardana svolge una leggera azione antibiotica che aiuta combattere le infezioni e a contrastare l’insorgenza di eczemi, acne e altri problemi di pelle. Le foglie di bardana devono essere usate fresche e sono indicate per affrontare problemi di pelle come l’acne, i foruncoli, l’herpes, le ustioni e le dermatosi seborroiche.

La bardana può essere assunta sotto forma di tintura madre, ma se la pelle presenta acne e brufoli è meglio abbinare anche trattamenti esterni come creme che contengano estratti di bardana o impacchi preparati con decotti ottenuti facendo bollire per circa 10 minuti 10 grammi di radici in una tazza d’acqua, raffreddati e tenuti sulla pelle per circa mezz’ora. I decotti possono essere anche bevuti: va bene una tazza due o tre volte al giorno.

I frutti delle feste: i datteri

palma da dattero

Rimanendo in tema di festività natalizie non possiamo trascurare una pianta in cui frutti sono molto apprezzati durante le feste, vale a dire la palma da dattero. Il nome botanico della palma è Phoenix dactylifera ed è originaria del Nordafrica, ma è molto coltivata anche in Arabia e in tutto il Golfo Persico; in Italia viene allevata come pianta ornamentale.

La palma da dattero è conosciuta fin dall’antichità: ad esempio per gli Egizi era simbolo di fertilità, i Cartaginesi la raffiguravano nelle monete e i greci e i latini nelle celebrazioni.

Questa palma è molto grande, possiede il tronco slanciato che può arrivare a 30 metri di altezza, con le foglie riunite a formare una corona apicale e i fiori piccoli e bianchi spesso ricurvi per il peso dei frutti. I frutti della palma da dattero sono i datteri, delle bacche oblunghe di colore arancione scuro lunghe circa 5 centimetri; i datteri sono frutti molto energetici e dolci che contengono poca acqua e molte fibre, e che sono ricchi di zuccheri, potassio, calcio, fosforo e vitamina A.