Le piante e i fiori di Natale

albero di natale

Tra le piante di Natale l’abete è sicuramente quella più conosciuta nelle due specie usate per allestire l’albero, ovvero l’abete rosso e l’abete bianco. L’abete è da sempre considerato l’albero legato alla nascita delle divinità, e con il tempo è stato adattato dal Cristianesimo; anche gli addobbi dell’abete sono stati reinterpretati in chiave religiosa: i lumini, infatti, simboleggiano la Luce che Gesù regala al mondo, i regali, i frutti e i dolci appesi o posti ai suoi piedi sono il simbolo dell’amore che ci offre.

Tra le altre piante legate al Natale, di cui per altro abbiamo già parlato, sono il vischio, considerato da sempre un amuleto contro le sventure e un portafortuna per le coppie che si baciano sotto ad esso, l’agrifoglio, l’edera e il pungitopo, che oltre ad abbellire la casa, sono piante legati ai riti pagani e alle credenze popolari per difendersi da stregonerie e malefici. Anche il ginepro, fin dall’antichità, era legato alle tradizioni natalizie, tanto che i suoi rami venivano addirittura sparsi sul pavimento per assicurarsi buoni auspici.

La tradizione del ceppo di Natale

ceppo di Natale

Una delle tradizioni natalizie più antiche legate alle piante è quella del ceppo di Natale, un’usanza che rispondeva alla necessità di riscaldarsi ed illuminare la casa. Nella notte di Natale veniva acceso nel caminetto un grosso ceppo di ulivo o di quercia che doveva riscaldare ed ravvivare la casa fino a Capodanno e, a volte, addirittura fino alla Befana.

Il ceppo aveva anche un significato simbolico, ovvero il legno che ardeva era il simbolo del passato, e nel nuovo bruciare si cercavano di cogliere dei presagi su come sarebbe stato il nuovo anno; le ceneri venivano poi raccolte e sparse nei campi per assicurarsi dei buoni raccolti, ma non solo: ai resti del ceppo venivano attribuiti dei poteri taumaturgici, e venivano usati per curare gli animali e aiutarli nel parto, per ricoverare il raccolto e per guarire il mal di denti.

Le leggende natalizie legate all’agrifoglio

leggende agrifoglio

Ieri vi abbiamo parlato delle leggende natalizie legate al ginepro, oggi è il turno di quelle collegate ad una delle piante simbolo del Natale, ovvero l’agrifoglio, di cui vi abbiamo già indicato le caratteristiche botaniche.

L’agrifoglio è considerato una pianta magica fin da prima dell’arrivo del Natale cristiano, perché si dice che portasse fortuna e proteggesse dai demoni; con il passare del tempo i cristiani iniziarono ad usare questa pianta come decorazione per il periodo di Natale, in quanto la forma delle sue foglie ricordava la corona di spine i Gesù e le bacche rosse il suo sangue; inoltre i boccoli bianchi simboleggiano la purezza della Madonna.

Le leggende natalizie sul ginepro

ginepro leggende natale

Abbiamo già parlato del ginepro e delle sue caratteristiche botaniche; oggi, con il Natale tra soli quattro giorni, vi racconteremo le leggende riferite a questa pianta. Secondo la tradizione, il ginepro avrebbe protetto la Sacra Famiglia nascondendola tra i suoi rami mentre scappava dai soldati di re Erode, e che, per questo, Maria l’avrebbe benedetto e concesso l’onore di fornire il legno per la croce.

Nell’antichità, inoltre, si riteneva che le bacche di ginepro avessero il potere di salvare gli uomini dai morsi di serpente, e quindi, essendo il serpente simbolo del demonio, al ginepro venne attribuito il potere di tenere lontano il peccato e il male dall’uomo.

Gli acari delle piante

acari delle piante

Gli acari delle piante sono dei parassiti fitofagi che si insediano nella pagina superiore delle foglie di molte piante ornamentali ed orticole; sono insetti dalle dimensioni molto piccole tanto che non è possibile osservarli ad occhio nudo, ma che al microscopio appaiono dal corpo tondeggiante di colore arancione, giallo, rosso o verde; di solito le femmine sono più grandi dei maschi. Gli acari delle piante possiedono quattro paia di zampe, particolare che li fa ascrivere alla categoria degli aracnidi.

La presenza degli acari si nota dall’effetto che hanno sulle foglie delle piante che infettano, nelle quali appaiono galle, ingrossamenti e sottili ragnatele. Gli acari pungono la superficie delle foglie in quanto si nutrono delle cellule che compongono la lamina fogliare, ma a volte invadono anche i germogli giovani. L’assalto degli acari si manifesta attraverso una perdita di vitalità della pianta, che si traduce con lo scolorimento delle foglie che, poi, tendono a cadere; gli acari si diffondono molto velocemente: nel corso di una stagione possono produrre fino a dieci generazioni.

Regali di Natale floreali: la Kalanchoe

kalanchoe

Tra i regali floreali più belli da offrire a Natale c’è la Kalanchoe, una pianta erbacea perenne e sempreverde originaria delle zone tropicali dell’Asia. La Kalanchoe viene venduta in fiore durante tutto l’anno perché di solito viene coltivata in serre riscaldate; è una pianta che raramente supera i 40 o i 50 centimetri d’altezza e per questo si presta facilmente ad essere coltivata in vaso.

Al genere della Kalanchoe appartengono più di 200 specie di sempreverdi con foglie succulente dalla forma per lo più ovale e a margine dentato di colore verde. I fiori hanno, in maggioranza, una forma stellare e sono di colore rosso, rosa, giallo, arancio, e spuntano nel periodo invernale e primaverile e durano per molte settimane. Tra le varietà più belle di Kalanchoe ci sono: “Bali” e “Vesuvius” dai fiori rossi, “Fortyniner” dai fiori gialli, “Mistral” dai fiori lilla e “Tarantella” dai fiori arancioni; sono disponibili anche varietà in miniatura che diventano alte circa 15 centimetri e hanno fiori rosso vivo.

Realizzare una ghirlanda natalizia con le bacche

ghirlanda con le bacche

Ghirlanda natalizia

Se ancora non avete attaccato niente di natalizio alla porta oppure siete stanchi del solito Babbo Natale adesivo, perché non realizzate una bella ghirlanda di bacche da appendere? La corona circolare è da sempre uno degli addobbi natalizi più apprezzati che affonda le sue radici nel mondo antico dove era già utilizzata nei riti propiziatori dei culti pagani, perchè la sua forma richiama la perfezione e il riprendere della vita che si propone in modo perpetuo. Se non siete pratici dell’arte di intrecciare in rametti, niente paura: si può facilmente realizzare una ghirlanda dalla forma a ventaglio che, decorata nel modo giusto, sarà sicuramente un ornamento perfetto.

Preparare una ghirlanda natalizia da soli non è difficile, anche perché si possono utilizzare materiali che si hanno a disposizione nel giardino o che si possono trovare nel bosco o dal fiorista.

Clivia, un perfetto regalo floreale per Natale

Clivia

Se con il Natale alle porte vorreste fare un regalo floreale ma non sapete quale pianta regalare, una buona idea potrebbe essere quella di donare la Clivia, una bella pianta dalla splendida fioritura invernale. La Clivia appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae, delle piante che provengono dall’Africa, la cui specie più nota come pianta ornamentale è la Clivia Miniata, un’erbacea perenne alta 40 o 50 centimetri che riesce a crescere molto bene in appartamento. Il nome “Clivia” deriva dalla duchessa di Northumberland, lady Charlotte Florentine Clive, alla quale fu dedicata nel 1828 quando questa pianta fu classificata per la prima volta.

La Clivia possiede lunghe foglie rigate di colore verde scuro, e produce mazzetti di grandi fiori dai petali color arancio con il centro giallo. La Clivia è un ottimo regalo anche per chi non è esperto di piante e fiori perché non necessita di cure particolari e riesce a vivere anche in zone poco luminose, e la coltivazione di questa pianta deve avvenire in vaso.

L’esposizione ideale di questa pianta in appartamento è in una zona luminosa ma lontana dai raggi diretti del sole; la Clivia ha bisogno di annaffiature regolari ma non eccessivamente abbondanti e comunque non troppo ravvicinate durante il periodo invernale; per avere una buona fioritura e foglie di colore verde brillante è opportuno aggiungere all’acqua del concime per piante da fiore da nebulizzare ogni 15 giorni. La temperatura ideale della Clivia è di circa 22 o 24 gradi, e soprattutto nel periodo invernale non deve scendere sotto ai 10 gradi.

Litchi, il frutto che viene dall’Oriente

Litchi

Il litchi è un albero da frutto molto diffuso in Estremo Oriente, ed è presente sul mercato italiano in molte varietà, anche se se quella cinese è senza dubbio la migliore. In natura, gli alberi di litchi possono raggiungere i 15 o 20 metri d’altezza, grazie ad una chioma di forma tondeggiante molto densa; possiedono foglie pinnate e lucide di colore verde scuro. In primavera spuntano i fiori ai quali seguono i frutti che maturano alla fine dell’autunno.

I frutti del litchi sono simili a grosse noci dal guscio ruvido e rosato, e al loro interno contengono la polpa di colore bianco, molto succosa e zuccherina, e un seme marrone non commestibile. Il momento migliore per gustare il litchi è quando questo raggiunge il culmine della maturazione, ovvero quando il frutto presenta una aspetto fresco e un profumo intenso.

Il frutto del litchi può essere conservato anche per un paio di settimane a temperatura ambiente; per gustare al meglio il suo spore deve essere mangiato al naturale, ossia incidendo il guscio a metà, eliminando il nocciolo e mangiando la polpa, ma può essere usato anche come ingrediente di cocktails e di insalate di frutta.

Alchechengi: la pianta dalle bacche rosse

alchechengi

L’alchechengi, il cui nome botanico è Physalis alkekengi, è una pianta erbacea perenne, coltivata come annuale, considerata una pianta molto ornamentale: non a caso i suoi fiori si possono conservare in inverno all’interno di vasi senza acqua per decorare gli ambienti della casa. Il fusto dell’alchechengi è piuttosto flessibile e può raggiungere una lunghezza di 70 centimetri, le foglie sono appuntite e coperte da un lieve peluria.

L’alchechengi è una pianta molto apprezzata anche per i suoi frutti commestibili, vale a dire delle bacche rosse, della grandezza di una ciliegia, a forma di lanterna racchiuse in un calice dal colore rosso-arancio. I frutti dall’alchechengi si raccolgono quando sono ben maturi, vale a dire nel mese di agosto; possiedono un sapore acidulo ma gradevole, e sono ricchi di carotenoidi e vitamina C, oltre a proprietà rinfrescanti e diuretiche, e si trovano in questo periodo usati come ingredienti di marmellate o come decorazioni di pasticceria.

I fiori di Bach

fiori di bach

I fiori di Bach sono una cura basata sulla floriterapia, ovvero la terapia con i fiori, ideata dal medico gallese Edward Bach, il quale sosteneva che per curarsi sono fondamentali la prevenzione e la conoscenza di malesseri psicologici che specificherebbero quelli fisici.

Secondo il dottor Bach, ogni fiore sarebbe in grado di curare un disagio psicologico artefice di quello fisico. Sulla base di questo principio, e sul quello secondo il quale le terapie devono essere semplici e accessibili a tutti, il dottor Bach ha distinto 38 “tipi comportamentali” ai quali corrispondono 37 fiori e un’acqua di fonte, dalle proprietà energetiche tali da curare l’organismo.

Bach sosteneva che i fiori rilasciano la loro energia nell’acqua e che, per questo, devono essere messi in una ciotola di acqua pura e trattati secondi precisi metodi da lui indicati; inoltre, sempre secondo il dottor Bach, i fiori dovevano essere raccolti al massimo della fioritura durane le prime ore di un mattino assolato.

Funghi delle piante: il mal bianco

mal bianco

Lo oidio è un fungo delle piante conosciuto come mal bianco o nebbia che si sviluppa soprattutto in condizioni di umidità e di scarsa aerazione. Il mal bianco è molto diffuso nelle zone settentrionali e si manifesta con una decolorazione delle foglie, che altro non è che la manifestazione visiva dello sviluppo del fungo; nelle parti decolorate, la foglia ingiallisce e poi si secca, oppure vi si formano dei piccoli fori.

Lo oidio prolifera nelle zone umide e calde, vale a dire in quelle con temperature superiori agli 8°C ma inferiori ai 30°C,  cioè in autunno e in primavera; la diffusione del mal bianco è dovuta ai venti che disperdono le spore, mentre le piogge contribuiscono ad allontanarlo.

Piante invernali: il Limone Lunario

limone lunario

Un agrume molto diffuso nelle regioni dell’Italia centrale e vicino ai grandi laghi è il limone, che viene coltivato sia come albero da frutto che come pianta ornamentale; se si desidera una fioritura invernale, la varietà più indicata è il Limone Lunario.

Il limone è originario dell’India e dell’Indocina, ed è arrivato nelle regione mediterranee grazie agli arabi; fra le tante varietà di limone, in inverno quella più bella è il limone lunario, il cui nome botanico è Citrus limonlunario”, che si caratterizza per la sua decoratività. Il lunario ha la capacità di fiorire e fruttificare in tutti i mesi dell’anno, cioè tutte le lune, e proprio da questa sua caratteristica viene il suo nome. Il lunario riesce a fiorire splendidamente anche d’inverno, creando una bella macchia di colore all’interno del giardino, grazie al bianco dei fiori e al giallo dei frutti.

Alberi da frutto: il pero

Pero

Il pyrus communis, ovvero l’albero del pero è una pianta molto antica che proviene dall’Asia, appartenente alla famiglia delle Rosaceae, presente in varie specie. Nonostante le sue origini orientali, il pero vive bene nei climi temperati, e in Italia è presente in tutte le regioni anche se quelle più adatte sono quelle più calde.

Il pero è un albero da frutto che non ha particolari esigenze dal punto di vista del terreno, tuttavia teme la siccità e i terreni poco drenati che possono causare la formazione di ristagni d’acqua. Il pero è una pianta estremamente grande: se lasciato crescere naturalmente può raggiungere i 15 metri d’altezza con un’imponente chioma tondeggiante oppure conica.

Le foglie dell’albero del pero sono ovali e di colore verde brillante, i fiori bianchi e a cinque petali; il frutto di questa pianta è ovviamente la pera, che può avere una forma allungata o tondeggiante a seconda della varietà; anche il colore dei frutti varia in base alla specie dell’albero: possono essere rossi, gialli, verdi, oppure color ruggine.