La tradizione del ceppo di Natale

ceppo di Natale

Una delle tradizioni natalizie più antiche legate alle piante è quella del ceppo di Natale, un’usanza che rispondeva alla necessità di riscaldarsi ed illuminare la casa. Nella notte di Natale veniva acceso nel caminetto un grosso ceppo di ulivo o di quercia che doveva riscaldare ed ravvivare la casa fino a Capodanno e, a volte, addirittura fino alla Befana.

Il ceppo aveva anche un significato simbolico, ovvero il legno che ardeva era il simbolo del passato, e nel nuovo bruciare si cercavano di cogliere dei presagi su come sarebbe stato il nuovo anno; le ceneri venivano poi raccolte e sparse nei campi per assicurarsi dei buoni raccolti, ma non solo: ai resti del ceppo venivano attribuiti dei poteri taumaturgici, e venivano usati per curare gli animali e aiutarli nel parto, per ricoverare il raccolto e per guarire il mal di denti.

Se il ceppo non era abbastanza grande vi veniva sistemata sopra altra legna in modo che potesse bruciare lentamente e resistere per dodici giorni e dodici notti, ossia da Natale alla Befana, in quanto i dodici giorni di arsione del ceppo simboleggiavano i dodici mesi dell’anno. In molti paesi l’usanza del ceppo è stata sostituita dalla candela di Natale che deve essere lasciata bruciare fino a che non si è consumata; pare, inoltre, che a questa tradizione risalga anche l’uso delle luci decorative nelle case e nelle strade durante il periodo di Natale.

Dalla tradizione del ceppo di Natale deriva anche il “tronchetto di Natale”, un dolce di cioccolata a forma di tronco d’albero, che spesso viene servito insieme a panettone e pandoro durante la cena della Vigilia o alla fine del pranzo di Natale.

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