I crisantemi e la commemorazione dei defunti

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Nel giorno della ricorrenza dei morti le persone si recano al cimitero per celebrare i propri morti, portando con loro dei fiori da porre sulla tomba. Tra di essi vi è quasi sempre il crisantemo, utilizzato in occidente a questo scopo per tradizione. Il suo nome in greco significa “fiore d’oro”.  Tra le sue caratteristiche spicca quella di essere il fiore nazionale del Giappone.

Nel linguaggio dei fiori esso esprime vita e felicità e come tale viene utilizzato in molti luoghi del mondo. Pensiamo alla Cina ed all’oriente  dove questa fioritura è considerata fortemente positiva. Nel nostro paese è tradizione portare crisantemi sulla tomba dei propri cari il due novembre, giorno dedicato alla loro commemorazione. Vi è una storia molto bella legata a questo fiore ed all’usanza diffusa nella nostra terra. E riguarda una madre molto triste, perché il proprio figlio era scomparso in guerra. La donna era così povera che non poteva comprare un fiore da porre sulla tomba del proprio ragazzo. In un cassetto di un mobile, nella sua casa, trovò delle strisce di stoffa bianche e gialle, che decise di cucire a formare una grande corolla colorata, che avvolse ad uno stelo di ferro avvolto da una tela verde.  Si addormentò, stanca, con questo fiore in mano. Al suo risveglio il fiore aveva preso vita, diventando un bellissimo crisantemo che la madre poté regalare al figlio scomparso.

In realtà anche se spesso tacciato di essere un fiore sfortunato, anche nella nostra tradizione si può dire che sia un fiore che celebra la vita. In fin dei conti, regalandolo ai nostri cari defunti facciamo sapere loro che nella nostra vita sono ancora presenti, come se nulla fosse cambiato.  La numerosa varietà di crisantemi disponibile inoltre rende possibile spaziare in tipologia e colori, dando modo ad ogni persona di porre sulle tombe le colorazione preferite dei trapassati.

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