Piante “inventate”(prima parte)

pannocchia e patata americana

Visto che ormai sui fiori freschi non si può fare affidamento, dato il loro prezzo, vediamo di «inventare» tre belle piante decorative, per portare in casa una nota verde spendendo  pochissimo.

La normale pannocchia del granoturco:

la sceglieremo fra quelle più grosse e corte, meglio ancora se della specie a grani bianchi invece che gialli. Se i suoi semi non fossero ancora ben secchi, dovremo appenderla a testa in giù ad asciugare, all’ombra, per una quindicina di giorni. Disporremo quindi, un comune vaso da fiori, una pentola di rame cilindrica oppure una pentola di terracotta. Sul fondo del recipiente, soprattutto se non esiste il solito foro di scolo, bisogna porre uno strato di ghiaia minuta e carbone di legna sminuzzato, che ha il compito di assorbire l’acqua eccedente e quindi di evitare processi di marciume. Dopo aver messo un po’ di terriccio (normale terriccio da fiori) nel vaso, si potrà piantare la pannocchia facendo attenzione che abbia la punta rivolta in su. Sopra la pannocchia si metteranno circa 5 cm di terra.
Un po’ d’acqua ogni giorno e, finalmente, vedremo nascere una bella e strana pianta simile a una dracena.

La patata dolce, o «patata americana»:

non è una novità, tuttavia non tutti conoscono l’esatta tecnica di tale utilizzazione. E’ bene scegliere un frutto non troppo grosso, ma di forma allungata, la cui polpa appaia ben turgida e fresca. Il vaso in cui effettuare la coltura (una vera «idrocoltura», visto che si effettua in acqua) deve essere possibilmente di vetro, e meglio se di colore verde. La patata deve essere posta nel vaso verticalmente in modo che la parte superiore (quella da cui spuntava il gambo della vecchia pianta, per intenderci, e di cui è visibile, di solito, un mozzicone ormai rinsecchito) rimanga fuori dall’acqua per 3 o 4 cm, sporgendo contemporaneamente dal vaso. Per mantenere la patata alla giusta altezza, basta porre sul fondo del recipiente qualche sasso o una manciata di biglie di vetro colorato.

Per come prendersi cura della vostra “patata americana” però, dovrete attendere il post di domani…

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