Piemonte ed i fiori: i luoghi da visitare

Oggi continueremo nostro viaggio all’interno delle regioni italiane visitando il Piemonte ed i luoghi a sfondo florovivaistico a lui più cari. In particolare porremo la nostra attenzione sul giardino botanico dell’Isola Madre, uno dei più completi e sul Castello di Racconigi, uno dei luoghi storici del Piemonte dotati di uno spazio verde dedicato e trasformato in una sorta di mostra floreale perenne.

Ciò che rende il orto botanico dell’Isola Madre uno dei luoghi immancabili da visitare è l’organizzazione stessa del complesso, divisa a seconda della provenienza dei fiori, ed in base a quello proposta ai visitatori. Lungo viale Africa è possibile imbattersi nei fiori che normalmente per crescere e fiorire hanno bisogno di una temperatura più alta: si tratta infatti della parte di orto botanico nel quale il termometro è di media di 4° più alto rispetto al resto del terreno. Vi è poi il piano delle camelie, la prima parte dell’orto botanico dedicata  a questo magnifico fiore fin dall’ottocento: le sue fioriture sono visibili fino da gennaio.

Impossibile può non parlare del prato dei gobbi e del prato dei ginerium, rispettivamente caratterizzati da un bosco di rododendri himalayani e dalle pampas, con i loro lunghi rami argentei.  Nella loggia del cachemire si può ammirare l’antico cipresso originario dell’Asia, il più grande esemplare europeo, dal fogliame discendente verde-azzurro, una vera rarità globale.

Potremmo passare ore a discorrere della bellezza di questo tuo botanico; preferiamo però raccontarvi del parco del castello di Racconigi, forse meno esplosivo ma altrettanto bello. Si tratta di un giardino per molto tempo lasciato a se stesso dopo il passaggio dell’Italia da monarchia a repubblica: questo castello era infatti parte dei possedimenti dei Savoia sul territorio italiano. La restaurazione dello stesso ha portato all’eliminazione dei fiori di serra, ma ha dato modo alla natura di fare il suo corso rinforzando i boschi preesistenti creando le condizioni necessarie affinché i boschi di platani e querce risalenti all’ottocento ed al settecento potessero rinvigorirsi ed esprimersi in tutta la loro bellezza.

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