Rosa "Donne d'Italia": presentazione il prossimo 10 giugno

Una rosa per i 150 anni dell’Unità Italiana. E’ questo che Antonio Marchese, uno dei più noti ibridatori italiani ha creato. Una rosa tutta speciale per festeggiare un compleanno altrettanto particolare. Una passione la sua nata quando era molto piccolo e rimasta per tutta la vita. I suoi esperimenti in giovane età non erano molto graditi dai genitori che, vivaisti, non capivano questo incaponirsi del figlio nei confronti  di tale professione.

Soprattutto perché loro coltivavano garofani, e la cronaca vuole che ibridare questo tipo di fiore è spesso molto costoso ed i risultati non sempre ottimali.La sua rosa, quella per il compleanno dell’Italia, verrà piantata il prossimo venerdì presso il roseto di Roma attraverso una cerimonia ufficiale.  Chiamata “Donne d’Italia”, questa particolare rosa nasce da un ibrido del 2000 modificato secondo l’idea e l’ispirazione di Antonio Marchese. L’artista (perché tale è) ha raccontato di aver selezionato il verde per la speranza, il rosa per la donna, il giallo per la forza. Soprattutto ha creato un fiore resistente, come le mamme italiane, in grado di vivere settimane senza delle cure particolari e delle spine che cadono dopo aver toccato lo stelo, come le “donne che riescono a far scomparire i problemi che a noi uomini sembrano insormontabili”.

Antonio Marchese, giovane dalla pazienza e dalla creatività innata si stanca ben presto del piccolo mondo rappresentato dal vivaio di famiglia, e soprattutto sviluppa una forte passione per le rose. E’ su di loro che il ragazzo studia colori, forme profumi. E che diventa ciò che è ora: ovvero un “creatore” di rose. Un termine che è obbligatorio utilizzare se si pensa che è stato capace di creare una rosa quadrata. Ed anche una a forma di margherita. Risultati raggiunti da autodidatta, nessuno ha mai creato cose simili prima, ma soprattutto Marchese della sperimentazione fa il suo pane quotidiano.

Diventando in questo modo l’ibridatore per eccellenza e colui che ha creato, prima della rosa per i 150 anni d’Italia, decine di rose per pontefici ed occasioni speciali. Possiede almeno una decina di brevetti depositati in campo floreale, ma il segreto, assicura, è saper parlare ai fiori, perché anche “i fiori hanno un linguaggio”.

Foto di Elisabetta Pozzetti

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