Sesia del melo, insetto parassita

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La sesia del melo è un insetto dell’ordine dei lepidotteri molto diffuso nel nostro paese che predilige attaccare alberi da frutto come il melo ed il pero ed altre rosacee. Appartiene alla famiglia dei sesidi e la lotta contro di esso è forse una delle più impegnative.

Gli esemplari adulti di sesia del melo sono delle farfalle dotate di apertura alare pari a 2-2,5 cm e le sue ali sono ricoperte di squame quasi trasparenti in alcuni loro punti, sono bordate di scuro ed hanno una fascia centrale dello stesso colore sulle ali anteriori. Il corpo, dal colore tendente al nero, è facilmente riconoscibile grazie ad un anello di colore arancione sull’addome. Anche le larve non sono difficili da riconoscere:sono di colore giallastro lunghe tra gli 1,5 ed i 2,43 cm con il loro primo segmento di colore tra l’ocra ed il giallo. Di tipo xilofago, amano colpire delle piante già indebolite da altre malattie o quelle appena reduci da potature.

Soprattutto sembrano approfittare con una certa facilità dei tagli di potatura e dei calli di innesto. Scavano delle gallerie superficiali, subcorticali, che indeboliscono ulteriormente la pianta ed il danno si mostra attraverso disseccamenti e deperimenti sempre peggiori senza contare il quasi scontato sviluppo, a causa delle gallerie scavate, di diverse infezioni fungine relative al cancro delle pomacee. La sesia del melo sfarfalla da maggio ad agosto, portando le larve ad approfittare della pianta colpita per tutto l’autunno, fino al momento dello svernare. Le femmine depongono le uova soprattutto nelle lesioni già presenti incollandole con una secrezione apposta al legno.

La lotta contro la sesia del melo è di tipo chimico, anche se sempre di più si sta tentando di rispondere in modo biologico agli attacchi. Dapprima si parte con un monitoraggio della popolazione attraverso le trappole sessuali per verificare l’ampiezza dell’attacco e decidere quale insetticida specifico, non pericoloso per la pianta ed i frutti si possa utilizzare.

Photo Credit | Inra

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